Quando U ciaciu fu processato (e assolto) per inquinamento ambientale 

Ennio Curcio ricorda l’episodio. L’artista Maurizio Borgia omaggia il maestro con un ritratto 

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    Di Giulia Zampina 

    La dinamica è semplice e sempre uguale a se stessa. La morte di qualcuno cancella in parte l’effetto dimenticanza che quella persona ha magari subito in vita. Non importa di chi si tratti, la morte ed i ricordi che ad essa ne seguono, pareggiano i conti dei vivi con la loro coscienza. Ma questo è. E anche per Mastro Saverio Rotundo, in arte (anche se per tanti e per molto tempo la sua non era arte) U Ciaciu, è valsa la stessa identica regola. Oggi che in una piovosa domenica di maggio se ne è andato, il ricordo di Mastro Saverio, imperversa sui social e nelle parole di chiunque. Eppure, come ricorda Ennio Curcio, avvocato con un trascorso da giornalista, non è sempre stato così. U ciaciu fu addirittura mandato a processo dalle istituzioni di questa città, salvo trovare sulla sua strada un magistrato lungimirante. Racconta Curcio “Era la fine degli anni ’90 e in  via Lucrezia della Valle, alle porte di Catanzaro, su un terreno semi abbandonato che costeggiava la strada municipale, il viaggiatore poteva ammirare delle sculture di rara bellezza e di una forza espressiva che colpiva lo ” stomaco”. Una, tra le tante, richiamava l’attenzione ed era una vasca da bagno ricolma di escrementi con dentro sommerso un uomo.
    Metafora di una società che già il ” Maestro” anticipava come disumana, ancor prima che diventasse realtà dei nostri giorni.
    Ogni volta che l’ automobilista vi passava accanto, era un monito per lui a rallentare quei ritmi di vita.
    Un bel giorno, d’improvviso, lessi sui giornali locali che il ” nostro” Maestro si era macchiato del reato di inquinamento ambientale, proprio e a causa di quella gratuita e straordinaria esposizione a cielo aperto.
    Il reato contestato preveda anche la ” ingiunzione”  a sgomberare l’ area.Detta così potrebbe sembrare una burla del cronista locale e invece il ” povero” Maestro dovette difendersi innanzi alla giustizia italiana, onde evitare di esser condannato.
    Il processo durò alcune udienze e a celebrarlo fu l’allora Pretore di Catanzaro Giuseppe Spadaro, il quale, con mirabile sentenza, mandó assolto “u Ciaciu”, perché quella radura che costeggiava la strada comunale non era un deposito di materiale inquinante, ma la sede provvisoria delle opere di un artista incompreso”.
    Fin qui la pubblica testimonianza di Ennio Curcio. Il resto è storia dei giorni nostri. Ma, come sempre accade, la gloria per gli uomini che della storia sono stati silenziosi protagonisti, arriva puntuale quando il tempo terreno è scaduto. Intanto un altro artista catanzarese , Maurizio Borgia , ha voluto rendere omaggio al maestro con un suo personale ritratto (nella foto di apertura)

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