‘Quando la ‘ndrangheta scoprì l’America’ presentato alla Ubik

 Gratteri: Per arginare il fenomeno mafioso è necessario che la gente occupi le piazze

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    Raccontare la mutazione della ‘ndrangheta in terra americana e il processo di avvio che ha portato l’organizzazione malavitosa ad essere una delle mafie più potenti e pervasive del mondo: questo l’obiettivo di “Quando la ‘ndrangheta scopri l’America”, il libro, edito da Mondadori, scritto a sei mani da Antonio Nicaso, Maria Barillà e Vittorio Amaddeo. L’opera è stata presentata alla libreria Ubik, alla presenza anche del Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha curato la prefazione. L’incontro è stato condotto dal libraio Nunzio Belcaro.

    “Questo volume – ha sottolineato Nicaso, scrittore e docente universitario che da trent’anni studia la ‘ndrangheta e la analizza in ogni suo aspetto – era uno dei pezzi mancanti della storia di questa organizzazione ed è il frutto di un grande lavoro di ricerca. Alla fine dell’800, questo sistema malavitoso era arcaico e straccione, dedito alla sopraffazione e al sopruso. Ad innescare questa metamorfosi a cavallo dei due secoli è la ‘scoperta’ dell’America. Sbarcati nel Nuovo Mondo i ‘maffiosi’ calabresi creano una vera e propria agenzia di servizi.” “I primi profitti – ha evidenziato Maria Barillà – partono dalla manodopera a basso costo, dalla prostituzione e dal commercio clandestino di alcolici e del narcotraffico.

    Nasce così la ‘ndrangheta imprenditrice d’oltreoceano che stringe mani, stipula accordi e riesce a infiltrarsi nel sancta sanctorum delle élite sociali, a partire da Tammany Hall, potente macchina elettorale del Partito democratico nonché padrona incontrastata di New York, con la quale instaura un rapporto di mutua assistenza: voti in cambio di protezione e favori. Fino a proiettare pesantemente la sua ombra sulla scena del delitto Petrosino.” “Nel 1912 – ha dichiarato Vittorio Ammadeo – vi è un giro d’affari di 2 mila dollari. Il sistema relazionale creato in America viene poi replicato in Calabria, fino ad arrivare alla ‘ndrangheta odierna, spregiudicata e spietata multinazionale del crimine, dedita al controllo del territorio e alla collusione con la politica e le istituzioni, capace di adeguarsi alle mutevoli sfide del mercato globale.”

    “Questo libro – ha affermato Gratteri – rientra nei testi di storia ma si legge come un romanzo ed è una miniera di notizie molto preziose. Io e Nicaso da 15 anni pubblichiamo volumi sulla ‘ndrangheta. Prima di noi, pochissimi scrivevano su questo argomento, ora ne esce quasi uno al mese. In ogni caso, quello che conta è che la gente legga, si informi e sappia.” “La politica – ha aggiunto il Procuratore – oggi è molto più debole rispetto alla ‘ndrangheta, e non è in grado di dare risposte, per questo la gente smarrita si affida alla malavita.

    Abbiamo fatto degli sforzi enormi per far lavorare a regime la macchina giudiziaria della Procura di Catanzaro, stiamo facendo indagini di qualità ma nel momento in cui siamo sul territorio è necessario che la gente, la società civile si impegni nel sociale: deve occupare le piazze e non rimanere nei salotti a fare i filosofi e criticare. Solo in questo modo possiamo sradicare e arginare il fenomeno mafioso.” E poi un messaggio di Gratteri per i giovani: “Dovete volare alto, studiare, diventare i migliori in quello che fate e non aspettare le raccomandazioni, altrimenti sarete degli schiavi che devono sempre rispondere ad un padrone…”.

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