Turismo a Catanzaro: nelle strutture alberghiere solo clienti business

Flusso turistico ridotto al minimo. Necessaria una strategia per invertire la rotta


di Maria Teresa Rotundo – Dopo le considerazioni sul mercato delle case vacanza a Catanzaro (LEGGI QUI L’ARTICOLO), per avere un quadro più completo sullo stato del turismo nella città di Catanzaro è doveroso focalizzare l’attenzione sulle strutture ricettive alberghiere che operano sul territorio, con particolare riferimento al quartiere marinaro. Abbiamo così chiesto ad alcuni imprenditori se è possibile affermare che le loro imprese riescano a trarre guadagno dal flusso di turisti.

Anche in questo caso, la risposta non è stata positiva. “Turisti in senso stretto qui a Catanzaro ne giungono veramente pochi – afferma Antonio Ferrarello, Direttore dell’Hotel Niagara – i turisti che scelgono di soggiornare nelle nostre strutture per le vacanze estive sono soprattutto emigrati di ritorno.” Un’affermazione che conferma le osservazioni fatte dalle agenzie immobiliari: a Catanzaro non si può parlare di un vero e proprio turismo perché chi trascorre le vacanze nel capoluogo è mosso soprattutto da sentimenti di attaccamento alla famiglia o al luogo di origine. “Le strutture alberghiere lavorano undici mesi l’anno con i clienti business – prosegue – grazie a loro riusciamo ad avere prenotazioni fino alla prima metà di luglio, nel mese di agosto lavoriamo con i turisti di ritorno che si concentrano soprattutto nella settimana a cavallo di Ferragosto.”

E per una località che ha del gran potenziale questo è mortificante, il flusso turistico è ridotto al minimo e  la svolta sembra essere lontana: “I nostri clienti sono soprattutto professionisti che giungono a Catanzaro per motivi di lavoro, lavoriamo molto grazie all’università che attira specialisti e con la convegnistica – sottolinea Giuseppe Palaia, Direttore commerciale del Grand Hotel Paradiso – Solo una piccola percentuale sono i turisti in senso stretto, pochissimi gli stranieri, tanti sono i turisti di ritorno che tendono a spendere di meno, non sfruttando molti dei servizi che ci impegniamo ad offrire alla clientela perché, vista la grande ospitalità di noi calabresi, la maggior parte di loro sceglie l’hotel solo per il pernottamento. Oltre alle diverse carenze a incidere su questa situazione sono anche i voli da e per l’aeroporto di Lamezia – conclude – é chiaro che se ci fossero più collegamenti con l’estero ci sarebbero anche più stranieri”.

Va sottolineato che i clienti delle strutture a Catanzaro pagano una tassa di soggiorno paria ad 1.30 euro che si dimezza se il soggiorno si prolunga oltre la prima settimana, e che i clienti stessi spesso si lamentano degli scarsi servizi che offre il territorio: “Non c’è un info-point e i clienti ce lo sottolineano – prosegue – manca un idoneo servizio navette per il mare che infatti siamo noi ad offrilo.” Le proposte per cambiare le sorti del turismo in città potrebbero essere tante e, soprattutto, tanta è la determinazione degli imprenditori,  ma prima di ogni cosa andrebbe intrapresa una linea di sviluppo comune, un progetto ragionato: “Abbiamo iniziato un dialogo con le istituzioni ma il lavoro che ci aspetta è lungo – afferma Ferrarello –  dobbiamo cercare di essere più concorrenziali e di imitare i buoni esempi.” Intraprendere un percorso virtuoso che possa invertire la rotta e risollevare le sorti del turismo cittadino, attualmente in sofferenza, è una tappa obbligatoria per lo sviluppo non solo del settore turistico ma di tutta la città che grazie a questo settore potrebbe trovare la sua svolta.