Codacons: ‘L’Università di Catanzaro è in provincia di Napoli’

Francesco Di Lieto 'si è giunti a preferire la 'chiusura' di una Scuola di Specializzazione pur di non riconoscere le capacità di una Calabrese'


“Rivendichiamo il merito di aver spostato il dibattito dai tristissimi paletti alla vergognosa chiusura delle scuole di specializzazione”.
 Lo scrive in una nota Francesco Di Lieto del Codacons. 

“Certo, dopo la nostra denuncia – sostiene Di Lieto – è venuto giù un diluvio. 
Finanche il Magnifico Rettore ha dovuto cospargersi il capo di cenere e dichiarare di non aver avuto il tempo per provvedere alle nomine. 
Ma il problema reale, o meglio, quello che riteniamo sia il vulnus della nostra Università sembra destinato a restare ai margini del dibattito.
Del resto non si è registrata smentita alcuna quando abbiamo affermato che ‘si è giunti a preferire la chiusura di una Scuola di Specializzazione pur di non riconoscere le capacità di una Calabrese’. Ed allora cerchiamo di essere quanto più chiari possibile.  L’Università di Catanzaro è in provincia di Napoli
Se un tempo la Magna Graecia fu una colonia dai Greci, oggi è saldamente in mano alle ‘baronie’ del Regno di Napoli. 
Hanno rubato, e continuano a rubare, il futuro ai nostri ragazzi – sostiene Di Lieto – e noi stiamo ad elemosinare il riaccreditamento delle strutture”.

“E’ umiliante – per di Lieto – dover assistere ad una occupazione di ogni spazio all’interno dell’Ateneo.
Ed è avvilente come in questi decenni non si sia fatto nulla per spezzare le catene dei ‘Baroni’ che impediscono alle professionalità locali di emergere. 
L’Università e le Scuole di specializzazione devono offrire non soltanto una migliore formazione agli specializzandi ma anche un servizio ai calabresi, mentre a Catanzaro sono ridotti a dei ‘poltronifici’ ad uso e consumo dei ‘neocolonizzatori’. Ci saremmo aspettati, dopo la nostra denuncia, un corale ‘Giù le mani dall’Università’, eppure sull’invocata ‘calabresizzazione’ dell’Ateneo è sceso il silenzio.
Del resto, la circostanza che l’Università non abbia ancora ritenuto di ‘regalare’ ai calabresi un servizio di Pronto Soccorso, la dice lunga sull’attenzione dell’Ateneo per i bisogni dei cittadini”.