Leonardo tra scienza, arte, architettura e urbanistica

L'intervento della professoressa Maria Adele Teti, ordinario di Urbanistica sul genio di cui Vasari scriveva: 'Era bellissimo e raffinatissimo ed ogni cosa che faceva era ritenuta “divina”' 

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     Di Maria Adele Teti, ordinario di Urbanistica*

    Le numerosissime mostre, articoli, video, monografie e pubblicazioni divulgative che in quest’anno hanno arricchito il panorama culturale italiano ed europeo in occasione del cinquecentesimo anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci, hanno affrontato, da vari punti di vista, la complessa personalità di artista, scienziato. Nel visitare la grande mostra alla Galleria del Quirinale (La scienza prima della scienza) e quella organizzata a Palazzo Strozzi a Firenze ( Verrocchio il maestro di Leonardo), che ho avuto modo di visitare, pur nella loro originalità e esaustività della trattazione, lasciano un desiderio di approfondimento, di non detto; si ha la sensazione che ci sia qualche cosa che sfugge a qualsiasi tentativo di sintesi.

    Fino al XVIII sec infatti, Leonardo era ricordato essenzialmente come pittore e solo nel periodo illuminista alcuni critici scoprirono la ricchezza dei Codici , che fino a quel tempo, erano rimasti inutilizzati nella soffitta del suo discepolo Melzi che aveva ereditato tutto il patrimonio librario dal suo maestro Leonardo. I Codici e manoscritti, secondo alcune stime comprendevano circa 10.000 pagine fittamente vergate con disegni, progetti, appunti, pensieri, scritti, variamente mescolati.

    A noi sono pervenuti quasi 5000 fogli distribuiti in numerosi trattati e Codici e manoscritti, posseduti ormai da molteplici soggetti pubblici e privati. Documenti di difficile codificazione stante la scrittura che, come noto, si svolgeva da destra a sinistra. Tale pratica, sperimentata fin dalla giovane età, quando scoprì di essere mancino, è stata nel corso degli anni, perfezionata, probabilmente, per evitare che i suoi appunti potessero essere letti e copiati. Se si guarda alla produzione complessiva di Leonardo, si deve constatare come, anche per ragioni contingenti, la massima attività non sia stata nel campo della pittura, ma nell’architettura e ingegneria, civile e militare, mentre certamente l’ambito di maggiore interesse sia stato la scienza nella sua più ampia accezione; cioè sete di conoscenza nell’ambito del volo degli uccelli, del moto ondoso, in linea generale in tutti i fenomeni della natura di cui analizzava, almeno tentava, i meccanismi di formazione e riproduzione.

    Costituisce, anche nell’ambito della multidisciplinarietà rinascimentale, un unicum; pochi sanno che era un raffinato musico e novelliere e che intratteneva i cortigiani con rebus e indovinelli. Era un geniale scenografo: rimangono le descrizioni di alcune scenografie, ritenute geniali come quella realizzata per le nozze di Galeazzo Sforza con Beatrice D’este. Dopo la peste del 1484 a Milano, su incarico di Ludovico il Moro progettò un Piano di espansione per Milano che ancora oggi, offre molteplici spunti di analisi. Leonardo, inoltre, era bellissimo e raffinatissimo ed ogni cosa che faceva era ritenuta “divina” Lo sostiene Vasari nelle VITE dove, dopo aver magnificato ogni prodotto della sua geniale mente, deve constatare che sono pochissime le opere che Leonardo ha portato a termine.

    La sua incostanza e la sua genialità, che spesso lo induceva a sperimentare nuove tecniche pittoriche ( cenacolo) con risultati in alcuni casi fallimentari ( Battaglia D’anghiari a palazzo Vecchio Firenze) era in parte dovuta alla sua febbre di conoscenza e dall’altra anche ed eventi contingenti che hanno spesso distolto Leonardo dalle incombenze reali. Visse in un periodo esaltante nel campo artistico e scientifico-il Rinascimento- ma anche in un periodo storico turbolento, in cui varie potenze (Francia, Sacro Romano Impero, Spagna, Impero ottomano, Regno di Napoli, Papato) si contendevano la supremazia in Italia ed Europa.

    La sua genialità nel campo della meccanica e la sua capacità di ideare macchine ( per il volo, per sollevare pesi, carrarmati, sommergibili, scafandri ecc,) ha fatto sì che, dai sovrani presso cui soggiornava (Sforza, Medici, Papi), fosse interpellato in ogni tipo di contesa bellica e nei secoli avvenire fosse ritenuto ideatore di marchingegni che solo dopo molti secoli avrebbero visto la luce. In realtà, nella sua vita, la pittura è un’attività collaterale, anche se non marginale: quando andò a Milano (1482) da Ludovico il Moro, portò con sé una lettera di presentazione ( curriculum) in cui sottolineava soprattutto le sue conoscenze nel campo delle fortificazioni, nella regimentazione delle acque e come ingegnere civile, mentre cita all’ultimo posto, quasi un inciso, le sue capacità pittoriche. Leonardo fu conosciuto in tutta Europa mentre era in vita, le sue opere, sopra tutto il Cenacolo, la Madonna delle Rocce, la Dama con l’Ermellino, erano universalmente apprezzate; così come erano apprezzate le sue infinite doti nel campo della meccanica e ingegneria.

    Lo stesso Valentino ( Cesare Borgia) lo nominò primo ingegnere addetto alle fortificazioni: incarico che presto abbandonò a causa della crudeltà del condottiero che, oltre a innumerevoli delitti, aveva ucciso il suo amico Vitellozzo Vitelli. Una vita avvincente che si cercherà di delineare nell’ incontro in Biblioteca ( giorno 13 ore 17,30) , nell’ ambito del più ampio programma “Parole, Voci e suoni di Calabria”, dove si cercherà di delineare l’avvincente personalità di “Leonardo. Arte ,scienza, e mostre e mostre e mostre architettura urbanistica” . La sottoscritta, tenterà si presentare una sintesi ragionata di questo grande e coinvolgente personaggio.

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