Presunte discriminazioni bimbi, Rotundo presenta esposto a Prefetto

La consigliera di Fare per Catanzaro dopo i fatti denunciati vuole chiarezza e si rivolge a Francesca Ferrandino


E’ Cristina Rotundo a prendere una iniziativa ufficiale, sia politicamente, in qualità di componente di Fare per Catanzaro, che come privata cittadina rispetto alla vicenda che ha lasciato sgomenta una intera città. Ne aveva già discusso in Consiglio comunale, portando alla luce il nome della scuola, che fino al giorno prima era rimasto ignoto, ma non le è bastato solo parlarne con i colleghi, ha voluto andare oltre. Sarà la sua sensibilità di mamma, come suggerisce la firma in calce all’esposto, ma lei vuole vederci chiaro e chiede alla massima autorità ed espressione governativa di aiutarla. Invia dettagliando i fatti un esposto al prefetto, Francesca Ferrandino.

“Giorni addietro – scrive – un’uscita didattica ha ‘volutamente’ escluso un bimbo con disabilità nella scuola secondaria Siano est, violando un diritto dello studente.

Una situazione paradossale che, ha visto un ragazzino ben conosciuto nella scuola, escluso dall’intera comunità scolastica senza dare alla famiglia la possibilità di scegliere se partecipare alla gita scolastica o meno. 

Questa è una sconfitta amara dell’alleanza scuola-famiglia, della comunicazione, della comunità intera e del principio stesso di inclusione”. 

Non ci sono dubbi su quanto accaduto per la consigliera e su quanto quei fatti, se effettivamente verificati, sappiamo che la famiglia ha chiesto conto giuridicamente e per mezzo di un legale, abbiano sconfortato il bambino.

“Inoltre – prosegue Cristina Rotundo – la legge è chiara, come ha ricordato il Tribunale dei diritti dell’Anffas, pronunciandosi proprio su altro caso: ‘Una scuola che organizza una gita d’istruzione ma non mette in essere comportamenti coerenti per consentire la partecipazione di tutti gli alunni, compresi quelli con disabilita, di fatto pratica una discriminazione nei confronti degli studenti disabili: in casi come questi, è competente il giudice civile ordinario che, se il tempo è sufficiente, può emettere un provvedimento per impedire la discriminazione, o, se il danno è già compiuto (cioè se la gita d’istruzione si è già tenuta, come nel caso di Catanzaro, senza la partecipazione del ragazzo con disabilita) può riconoscere il risarcimento del danno non patrimoniale in via equitativa e secondo parametri discrezionali’. 

O come spiegano gli Esperti di Superabile, richiamando i punti di riferimento normativi e in particolare la Nota Ministeriale 11 aprile 2002, n. 645, che pone particolare attenzione al diritto degli alunni con disabilità a partecipare alle gite scolastiche”.

La consigliera, però, non si rivolge al prefetto per sottoporle una notizia di cui sarà certamente a conoscenza. No, va oltre chiede di disporre gli opportuni accertamenti sui fatti “valutando gli eventuali profili d’illiceità penale” e formula “denuncia, sempre in relazione ai fatti sovra descritti, nell’ipotesi in cui dagli accertamenti svolti dalle autorità competenti dovessero emergere fattispecie di reato per i quali la legge richiede la procedibilità”.

A.L.