Food mio caro food. Il centro città preso per il palato II PUNTATA foto

Nuova tappa tra i sapori le tradizioni e le novità di un centro storico sempre più votato al buon bere e al buon mangiare CONTINUA

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    Di Laura Cimino

    Nei vicoli di Catanzaro e nelle strade del centro. Puntata seconda. Tra tradizione e novità. Il viaggio tra i  sapori dei Tre Colli continua,  dopo la sosta da Santina dei Vinattieri, da Alessio e Gianni del Bistò di via Poerio e il giapponese Wasabi in via XX Settembre,  tra rughe che portano al teatro, quelle che si percorrono dietro Piazza Roma e ancora in via XX Settembre ormai ‘vocata’ inevitabilmente alla cucina di qualità.

    Mangiare e bere bene la dicono lunga anche di un luogo. Lo raccontano, un po’ come i suoi palazzi, i suoi spazi, il suo dialetto e gli sguardi di chi ci vive. Ne esprimono la cura, l’estro, l’amore per la convivialità che sempre accompagna il bere un bicchiere, e poi la scelta dell’accoglienza come valore di un Sud generoso e quella del genuino come rispetto per una vita sana.

    A Discesa piazza Nuova dal ’94, da 25 anni, sotto la scalinata che parte dal Corso c’è il ristorante Ceravolo. Si tratta di un locale ‘storico’ , anche i meno giovani ricordano che già negli anni ’50 proprio qui si trovava un’antica osteria, quella dei ‘Gasperinoti’, per indicare probabilmente l’origine di Gasperina dei proprietari e certamente quella dei vini. Un’osteria alla vecchia maniera dove il piatto forte per generazioni è stato ed è il morzello accompagnato dai corposi vini del paese.

    Da venticinque anni in un locale accogliente e garbato come un ambiente di casa, Mimmo Ceravolo porta avanti l’attività che sceglie di rimanere viva nel solco della tradizione, dell’identità che viene dai piatti locali, una cucina fatta di morzello, di ‘nduja, di verdure di stagione, di legumi d’inverno e di piatti più freschi d’estate, con vini locali e dolci tipici.

    Con il menu già esposto con tanto di costi fuori dal locale. Con la pasta fresca, i prezzi abbordabili e la sensazione di sentirsi a casa. Una proposta per la città Mimmo Ceravolo la vuole lanciare. Così come da Emporium Bistrò Alessio Sassi aveva rilanciato l’apertura dell’Apt. In questo caso è una storia nel segno della tradizione. ‘Io credo sia stato un vero peccato – dice – aver rinunciato alla Notte Piccante. Un evento che i catanzaresi amavano molto e che sembrava andasse storicizzandosi. E che i catanzaresi meritano ancora: per questo il mio appello agli amministratori affinchè si trovi il modo per riaverla’.

    Vicoli vicoli, ‘vineddi vineddi’, la passeggiata seguendo il food porta fino a una delle tante pizzerie che conquistano il palato e le preferenze dei catanzaresi. Si chiama ‘Carpe Diem’ in vico II piazza Roma. Da quattro anni, con locali da qualche mese completamente rinnovati, è aperta a pranzo e a cena tra calzoni, rosticceria, pizze al taglio e pizze al piatto di ogni tipo. il tutto diretto dal giovane Fabio Barbieri, istruttore di scuola italiana pizza, e che ci svela qualcuno dei suoi ‘segreti’. Semplici. Come semplice è la sua pizza preferita: la Margherita.

    ‘Noi puntiamo su prodotti calabresi e del territorio. La nostra farina senza additivi chimici né conservanti è quella del Mulino Bruno, di Montalto, l’unico mulino industriale rimasto in Calabria, primo fornitore di Ferrero, per intenderci. Questo per dire che puntiamo sulla qualità e sui dettagli, sui tempi lunghi e giusti della lievitazione, sui prodotti di stagione. Ho coltivato pomodorini e basilico che avrò per tutta la stagione.  L’olio è prodotto a Vibo Valentia, le mozzarelle sono quelle di un noto produttore del Catanzarese, le patate sono quelle silane’. Una scelta insomma il più possibile a chilometro zero mentre salutiamo Fabio conservando il profumo del basilico e pregustando la birra Gladium di Zagarise che tra le birre è una di quelle che va per la maggiore.

    Risalendo verso il corso via XX Settembre ci richiama ancora tra un piccolo locale sempre frequentato, Wino, dove è sempre possibile bere un bel rosso accompagnato dai tarallucci, magari prima di vedere un film Al Nuovo Supercinema lì di fronte. I due giovani soci Carmine Scalzo e Valerio Fiorentino li avevamo già sentiti qualche mese fa, all’interno di un dibattito sul centro storico, l’isola pedonale in centro o anche limitata a via XX Settembre e dintorni. Dibattito sempre aperto su cui i due soci si erano già detti d’accordo. Leggi qui.

    Poco più avanti L’Irish. L’Irish pub si sa è sempre aperto. Saltimbocca, amore e fantasia. All’Irish un posto lo trovi sempre. ‘Non è concepibile non accontentare chi viene a trovarci’’ dicono Michele e la squadra dei 13 che da tutti questi anni ci lavorano. Ligabue direbbe che è ‘un locale a cui dai del tu’. Per rileggere la storia dell’Irish clicca qui. Prima delle prossime puntate nel nostro viaggio di gusto e profumi di un centro storico in modo sempre originale e vario ‘votato’ al Food.

    (CONTINUA)

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