Il ministro Barbara Lezzi a Catanzaro ha istituito i Cis (VIDEO)

In mattinata accanto al Accanto al ministro per il Sud il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra,  il presidente della Regione  Mario Oliverio e l'ad di Invitalia Domenico Arcuri

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    Questo primo tavolo dei Contratti istituzionali di sviluppo dedicato alla Calabria, se un primo impatto positivo lo ha avuto, è stato di riunire nella stessa Sala Tricolore della Prefettura gran parte di coloro che contano nella Calabria Citeriore. Oppure, chissà, a rinverdire antiche divisioni storico geografiche che Bonaparte buonanima e poi lo Stato unitario avevano cancellato. Perché l’altra Calabria, quella Ulteriore, Reggio Città metropolitana e Vibo Valentia  convergeranno nella stessa sala solo nel pomeriggio. Diciamo subito che difronte al ministro Barbara Lezzi e al prefetto Francesca Ferrandino si sono seduti i sindaci Sergio Abramo, Mario Occhiuto, Ugo Pugliese,  il presdiente Anci Gianluca Callipo, il presidente Franco Iacucci, il rettore della Magna Graecia Giovanbattista De Sarro, gli altri prefetti, i rappresentanti sindacali, gli esponenti delle categorie e delle associazioni. Accanto al ministro per il Sud il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra,  il presidente della Regione  Mario Oliverio e l’ad di Invitalia Domenico Arcuri, particolarmente  “gettonato” da tutti i convenuti perché Invitalia è soggetto tiratore degli interventi.  I Cis non sono uno strumento  nuovo.

    Derivano da un decreto legislativo del 2011 modificato nel 2013 per favorire  gli investimenti su infrastrutture strategiche anche interregionali,  quindi necessari di avere un coordinamento centralizzato. Sono derivazioni dei Cis originari i progetti di ammodernamento della linea ferroviaria Salerno Reggio Calabria con Rti e Trenitalia soggetti attuatori. Come ha spiegato la ministra nel brevissimo  incontro con i giornalisti appena scesa dalla sua auto in piazza Prefettura, i nuovi Cis hanno senza dubbio dimensioni meno faraoniche ma forse per questo più impattanti nei territori.  I primi nuovi Cis attivati, quelli del Molise e della Capitanata, contemplano, secondo delibera Cipe di maggio scorso, 220 milioni per 66 progetti nel Molise e 280 milioni per 43 progetti a Foggia. Il ministro nell’incontro con i giornalisti subito dopo il tavolo ha fatto sapere di non potere  ancora quantificare l’investimento complessivo perché occorre prima valutare e pesare i progetti presentati dalle amministrazioni  e dai soggetti locali. Si vuole appositamente evitare le opere faraoniche e mettere in campo risorse su iniziative capaci di promuovere reale sviluppo locale. Nell’avanzamento  delle opere, nella loro realizzazione il controllo del Dipartimento della coesione territoriale sarà costante con il ministero pronto, per superare inefficienze e impasse, a esercitare i poteri sostitutivi. Per dire il vero, l’impressione, ricavata dalle battute scambiate con i sindaci e gli altri soggetti in attesa della venuta del ministro, è stata che non di fossero ben capite le intenzioni del Governo in merito a questo strumento. Circolava palpabile un’aura di sano scetticismo, e molti, come il sindaco di Abramo si chiedevano perché, invece di avviare nuove pratiche, non si dava invece compimento a progetti già avviati  e non finanziati, come quelli per le are degradate. Le intenzioni del governo sono del tutto differenti come da precisazioni nell’incontro con i giornalisti alla fine della riunione: «Abbiamo condiviso insieme agli amministratori locali e alle parti sociali  – ha detto Lezzi – questo primo tavolo dei Contratti istituzionali di sviluppo per fare arrivare in Calabria nuovi investimenti. Abbiamo chiesto alla Regione e agli enti locali di non suggerirci progetti già finanziati né oggetto di altri piani, né interventi che riguardano il privato in forma di investimento. Invece abbiamo proposto questi nuovi Cis mettendo dentro anche il Centro storico di Cosenza e inserire anche un sostegno alle imprese con strumenti che Invitalia già ha, tipo i suoi contratti di sviluppo, in modo tale da avviare un ciclo virtuoso di investimenti pubblico e privato, gli unici che possono dare luogo a lavoro di qualità.

    Tengo a precisare che ho chiesto di non inserire le infrastrutture non perché non mi piacciono, anzi, ma perché dal Fondo sviluppo e coesione andremo a commissionare, insieme al ministro Toninelli e grazie allo Sblocca cantieri, ben 11 miliardi di opere infrastrutturali nelle Regioni del Mezzogiorno. Inoltre nell’ultima delibera Cipe siamo riusciti a fare ripartire quasi 250 milioni di opere che erano incagliate nelle sabbie mobili locali e abbiamo anche implementato  l’accordo di programma Anas Rti che per il 52% riguarderà proprio le Regioni del Mezzogiorno». «Ecco – ha proseguito il ministro per il Sud-: non basta l’investimento pubblico, non basta l’infrastruttura, non basta l’investimento privato, ma se mettiamo tutto a sistema e facciamo tutto contestualmente, riusciamo a dare maggiore benessere a questa regione che finora è stata trascurata.  Il Cis obbliga i contraenti a iniziare e a finire il progetto, non si chiude, resta aperto a ogni ulteriore investimento nel progetto che conservi attualità. I Cis prevedono anche sanzioni per chi non rispetterà le scadenze certe. In definitiva per le regioni del Mezzogiorno non sono mancate le risorse, è  mancata la volontà politica per spenderle. Dobbiamo superare questa questione per fare arrivare  le risorse sul territori. Non abbiamo invitato tutti i comuni, solo per ragioni di tempo e di spazio, ma nei prossimi giorni anche grazie a Invitalia ci saranno incontri inclusive di tutti, nessuno sarà escluso».  La ministra ha chiesto a Nicola Morra di accompagnarla in questa puntata calabrese. In primo luogo perché insieme ai contratti singoli verranno sottoscritti contratti di legalità. E poi perché lo spiega lo stesso Morra: «Nell’ottica della spesa pubblica si privilegiava spesso il centro demograficamente più rilevante. La volontà del ministro di relazionarsi attraverso i presidenti delle province a tutti i sindaci vuole dire che tutti avranno la possibilità di dire lo loro a patto che la proposta sia meritevole. E quindi l’attenzione viene spostata alla qualità del progetto.

    C’è un requisito fondamentale: la strategicità. Invitiamo la classe politica della Regione a vedere lungo, a 20-30 anni. Invece delle incompiute, l’importante è fare partire i cantieri in tempi elettorali». «Ho dato disponibilità – ha proseguito il presidente della commissione antimafia – in termini di conoscenza e esperienza personale per fare prevalere la legalità. Ricordo che su 6 scioglimento di ASP per infiltrazioni mafiose, 5 erano calabresi. L’esperienza ci insegna che bisogna essere attenti. Qualche mese fa la responsabile anticorruzione della Regione è stata arrestata per corruzione. Ricordare la massima evangelica: Pacifici come colombe ma prudenti come serpenti».  Infine l’ad di Invitalia, l’Agenzia per lo sviluppo del ministero apposito. Per Domenico Arcuri «esistono le condizioni perché la Calabria abbia un ulteriore volano di sviluppo. Il metodo dei Cis sottintende qualità diverse dal passato. Uno. Prima i progetti e poi le risorse: Troppo spesso si sono veicolate risorse senza chiedersi a cosa servivano e poi non c’erano progetti sani per realizzarli. Due. Nessuna imposizione dal governo o dall’Agenzia dello sviluppo ma ascolto accompagnamento e supporto dei soggetti sociali per verificare se e quali idee di sviluppo si intendono perseguire e quali progetti hanno da proporci. Tre. Solo progetti addizionali: evitiamo le minestre riscaldate».  E con questo precettario si chiude il sipario sulla prima parte della giornata. Nel pomeriggio la Città metropolitana di Reggio Calabria e Comune e Provincia di Vibo Valentia.

    EllennE

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