Mgff, Valerio Mastandrea si racconta sul palco del Supercinema

Il suo no alle fiction, le sue speranze per le nuove tecnologie: 'spero che la rete sia anche un incentivo: in un'epoca in cui si può stare a casa e vedere di tutto, magari si ritroverà la voglia di socializzare"

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    “Le piattaforme web rappresentano un motore di produzione, credo che la sala e l’idea di condivisione siano già morte da tempo. Ma spero che la rete sia anche un incentivo: in un’epoca in cui si può stare a casa e vedere di tutto, magari si ritroverà la voglia di socializzare”. È una delle tante riflessioni che l’attore e regista Valerio Mastandrea ha espresso sul palco del Supercinema in occasione della masterclass condotta dal giornalista  Antonio Capellupo nell’ambito del Magna Graecia Film Festival. Tra gli ospiti più attesi di questa edizione, Mastandrea ha ripercorso la sua carriera parlando di cinema, teatro, musica, televisione e della mai sopita passione per la Roma… 
     
    “I Festival sono rimasti l’ultima oasi per le opere prime e seconde – ha detto – e di quelli come il Magna Graecia ne servirebbero anche venti o trenta”. All’arena del Porto é stato proiettato il suo film d’esordio “Ride”: “Un regista con cui non mi sarebbe piaciuto lavorare”, afferma parlando di se anche in merito al rapporto sul set con Chiara Martegiani, sua compagna anche nella vita. In sala c’é anche un’altra collega sul set, la grande Milena Vukotic, a cui il pubblico tributa un lungo applauso seguito da sincere parole di gratitudine a lei rivolte dal regista. 
     
    Mastandrea in tanti anni di carriera ha sempre rifiutato proposte di fare fiction per la tv: “Fin dai primi anni ho sempre detto no con rigore – ha sottolineato – non perché spocchioso, ma per la paura di sedersi, cosa che in questo mestiere non dovrebbe mai accadere”. 
     
    A teatro l’interprete romano presto tornerà per riproporre alcuni testi di Mattia Torre, l’autore reso celebre da “Boris” e scomparso di recente, a cui era particolarmente legato. Ricorda di essere stato già a Catanzaro tanti anni fa, al teatro Masciari, chiuso da tempo, augurandosi che presto la struttura possa riaprire. “Non avendo una formazione accademica – ha commentato – per tanto tempo ho evitato i classici per paura di non capirli. Ho una grande passione per Cyrano, un diverso che é sempre attuale”. 
     
    Al cinema sarà presto sul set di “Diabolik” dei Manetti bros, “un’operazione che renderà onore al fumetto”. Mastandrea non si sottrae alle tante curiosità del pubblico, anche sulla sfera privata, e a chi gli chiede se i personaggi riflettono il suo vero carattere lui risponde: “L’autoironia e la malinconia sono parte di me e penso che questo sia anche il modo più bello per far ridere”. 
     
    Domenico Iozzo

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