La ‘portella’ di Stratò rischia di scomparire nell’indifferenza

Un muro pericolante non consente più neanche una visita furtiva

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Catanzaro in questi ultimi anni sta riscoprendo la sua identità storica e culturale con tantissimi eventi che hanno fatto riscoprire agli stessi residenti quello che di bello offre il capoluogo. Molto deve essere fatto per non perdere le tracce di ciò che la nostra storia ci ha lasciato, interventi mirati volti alla tutela di un patrimonio storico che molti territori ci potrebbero invidiare.

Le porte di accesso alla città potrebbero essere una delle attrattive da riqualificare come fatto per la porta da S.Agostino, che grazie a privati ha riavuto una certa dignità si potrebbe pensare di dare un certo agio alla portella di Stratò di proprietà comunale.

Una porta, con annessa chiesa, denominata di Stratò (dal greco significa falso, occulto, oppure potrebbe derivare dal nome di un magistrato, tale Straticò). Sita sotto viale De Normanni, dietro l’ex provveditorato agli studi purtroppo è seriamente compromessa nella struttura muraria.

La parte destra della chiesetta è crollata assieme al piccolo campanile pochi anni fà, all’interno, è ancora visibile il piccolo altare portatile in stucco con la piccola pala d’altare affrescata, raffigurante la Sacra famiglia della Madonna (S. Gioacchino, S. Anna e la Madonna ), inoltre, ancora poco leggibile è la piccola icona sovrastante la porta d’ingresso raffigurante sempre la Vergine Maria. La porta civica d’accesso con l’arco a sesto acuto è crollata anni addietro.

Anche in questo caso, è ancora praticabile il sentiero che scende a valle, e conduce fino alla fonte dell’acqua Bona, in questa zona dovrebbe trovarsi secondo una leggenda locale il giardino di Lencriste mitica moglie di Cattaro (uno dei capitati della milizia bizantina che condusse gli abitanti di Scolacium sui Tre Colli) con la sorgente omonima.

Quello che rammarica è che per visionare questo elemento storico il turista dovrebbe percorre, a suo rischio, il sentiero in quanto il muro che delimita il percorso, pende verso il passante ed è attraversato da ampie fessure verticali che sembrano pregiudicarne la stabilità.

Anni di segnalazioni, ricorsi legali ma il muro ora è anche mascherato da pannelli in acciaio pur di non provvedere alla messa in sicurezza, anche se il piazzale sovrastante è regolarmente utilizzato per parcheggio autovetture. 

Il degrado e l’abbandono la fanno da padrone rischiando di cancellare una delle ultime testimonianze della Catanzaro medievale che, come le altre, se non si provvede a realizzarne il recupero, sparirà alla nostra vista, nell’indifferenza che ci ha caratterizzati in questi anni.

F.V.

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