Sulla pista ciclabile di Lido scoppia il dibattito social

La segnaletica indica un percorso preciso. Ma sullo stesso lungomare sfrecciano le biciclette. E regna la confusione

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     E’ sui social che nasce, qualche giorno fa, la diatriba “pista ciclabile” riferita alla ciclopista che segue la passeggiata del lungomare nella zona centrale del quartiere marinaro della città. Si punta soprattutto sulla presenza dei cicloamatori che a volte percorrono il lungomare, l’uso quindi inappropriato di un luogo deputato alla passeggiata di adulti e bambini. D’altro canto, non si può non sottolineare che anche la pista ciclabile che si snoda accanto, è sovente occupata da persone che passeggiano, fanno sport o da coloro che vi portano i propri animali domestici, impedendo così il normale andamento delle bici. Ed è qui che si accende la discussione.

    Eppure, la segnaletica apposta sembrerebbe non indicare un percorso ‘promiscuo’, definito da apposita segnaletica orizzontale con la sola sagoma di una bicicletta. Tutto ciò è fonte di grandi divergenze tra i residenti del quartiere, che ancora non trovano risoluzione, probabilmente per la mancanza di controlli che tardano anche ad arrivare allorquando la pista in questione viene usata come parcheggio da motociclisti, non curanti delle regole e del buon viver civile. La pista, rifatta da qualche anno, come già accennato si affianca al lungomare e proprio in virtù di ciò s’intersecano anche i relativi accessi pedonali, purtroppo non segnalati da strisce di attraversamento.

    Una mancanza che si potrebbe certamente correggere, per meglio definire il passaggio dei pedoni. Le possibilità sul “genere” di piste ciclabili è ampio, tant’è che vi è un distinguo fra quelle deputate alla percorribilità delle sole biciclette o dei percorsi promiscui, entrambi segnalati da apposita cartellonistica, che vede nella seconda possibilità la segnaletica con figura d’uomo accompagnata da quella della bicicletta. Inoltre, le piste possono essere adiacenti a marciapiede, lungomare o percorso stradale, sempre contrassegnate da apposite separazioni o diversamente, si snodano da sole, ugualmente caratterizzate da segnalazioni stradali, dando comunque facoltà, nei casi possibili, di percorrerle in entrambi i sensi.

    La pista in questione, che si dirama per quasi tutta la passeggiata del lungomare “Stefano Pugliese”, viene interrotta, come del resto lo stesso lungomare, nella zona del ponte della Fiumarella, i ciclisti, pertanto, per continuare la loro “corsa” devono necessariamente usare la parte di strada interessata, dovendo fare attenzione agli autoveicoli in transito.

    L’annoso problema che vede i ciclisti sovente percorrere il lungomare o, come più volte evidenziato dagli stessi residenti, l’uso della pista come percorso di normale passeggiata, non rientra in quella che dovrebbe essere la normalità delle cose che certamente avrebbero necessità di essere corrette e regolamentate nella maniera più consona, soprattutto per eludere pericoli derivanti da entrambe le situazioni.

    L’uso della bicicletta, oltre ad essere uno svago che consente di fare movimento e godere di un magnifico panorama, potrebbe rappresentare una possibilità per ridurre il traffico automobilistico negli spostamenti del quartiere stesso. Migliorare la qualità e le “modalità” dei percorsi ciclabili, oltre che scongiurare possibili “equivoci” sull’uso da intraprendere, significherebbe, pertanto, ottimizzare la pianificazione della mobilità urbana e limitare l’inquinamento dato dai motori delle auto.

    Elisa Giovene

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