LA STORIA Io sopravvissuta alle mitragliate e catapultata in una buca

Nel ricordo della signora Maria Caracciolo i raid aerei a Pontegrande il 28 agosto del ’43. Ieri nella ricorrenza scoperta la targa in memoria di un soldato ventenne caduto alla Croce   


Di Laura Cimino
‘Avevo nove anni. A un certo punto mi vidi presa in braccio da un uomo, poi capii che era un soldato, fu proprio un attimo, che mi scaraventò in una buca. Quel gesto di un secondo, quel soldato, mi salvarono la vita. Quanta paura. Pochi secondi che non dimenticherò mai’.
Maria Caracciolo è una bella e anziana signora, che nella vita ha fatto la maestra, e certo quei fatti, che ha vissuto da protagonista, li avrà ritrasmessi chi sa quante volte, con le parole giuste, ai suoi piccoli alunni. 
Quegli istanti, in cui lei era lì. Quella mattina del 28 agosto del ’43. Settantasei anni fa. Nel quartiere di Pontegrande. La guerra stava facendo pagare un prezzo altissimo in quelle ore nel capoluogo, circa quattrocento morti il giorno prima, nel centro storico, e i raid aerei si erano spostati nella zona Nord della città, Pontegrande, sede del comando tedesco (a villa Bly) e di una stazione radio della 26ma Divisione Panzer. 
E c’era anche lei su quella strada, lungo quelle vie, Maria Caracciolo, di appena nove anni, in quelle ore i suoi genitori l’avevano mandata per una commissione, loro originari del quartiere ma allora sfollati a Janò.
‘Fu un attimo – riprende lucido il ricordo di Maria – mi trovavo alla rotatoria di Pontegrande, c’era un posto di blocco, a un certo punto il rumore inimmaginabile, le urla, il raid aereo, le braccia di quel soldato che mi salvò la vita che mi scaraventarono in una grande buca dove poi mi resi conto, io bambina, che c’erano anche altre persone che tentavano di salvarsi, altri civili’.
L’orrore della guerra per chi l’ha vissuta può riassumersi anche nell’attimo di un ricordo, pochi minuti che possono cambiare un’esistenza. 
Ieri Maria con commozione ha deposto dei fiori alla Croce, a Pontegrande, dove per un’iniziativa dell’associazione Calabria in Armi è stata scoperta una targa in memoria di Donato Panaro. Finalmente le ricerche hanno dato un nome a questo ragazzo, soldato di 20 anni di Massafra, in provincia di Taranto, appartenente al reggimento genio telegrafisti, che in quel raid perse la vita. 
Storie di morte e di vita che si intrecciano per un secondo, mentre la memoria tiene in vita la storia, non dimenticare serve a costruire il futuro.