Riccio: ‘La città si allaga perchè i tombini vengono puliti a mano’

Il consigliere: 'Andrebbero necessariamente puliti con l'autospurgo perchè per garantire sicurezza e prevenzione è necessario intervenire anche e soprattutto sulle condotte'


‘L’operaio che pulisce a mano i tombini per evitare che le strade si allaghino è, suo malgrado e ovviamente con tutto il rispetto dovuto a chi lavora, l’immagine assolutamente squalificante di una intera amministrazione che rattoppa e non programma e quando mette una pezza lo fa utilizzando metodi che sono anche peggio del buco. Un modo di fare, questo, che oggi è riscontrabile nelle città del Burkina Faso e/o in qualche sperduta favelas sudamericana’. A parlare così è il consigliere comunale Eugenio Riccio.

‘I tombini  – prosegue Riccio – vanno necessariamente puliti con l’autospurgo e questo perchè, per garantire sicurezza e prevenzione, è necessario intervenire anche e soprattutto sulle condotte (tubi . . ). Con l’autospurgo, infatti, alla fine delle operazioni di pulizia è possibile effettuare le dovute verifiche sul lavoro realizzato sparando dell’acqua all’interno delle condotte, che, uscendo dall’altra parte, sarà la controprova che caditoie e condotte sono pulite. Pulire a mano il tombino, oltre che inutile, – prosegue – è dispendioso in termini di tempo e di risorse economiche.

Pulendo i tombini a mano, infatti, ci vorranno mesi per mettere in sicurezza la città che, nel frattempo, sarà sommersa dalle piogge e dagli allagamenti mentre con l’autospurgo bastano pochi giorni per bonificare e sanificare caditoie e condotte di raccolta delle acque meteoriche. Per altro, ma questo ci riserviamo di verificarlo, probabilmente il lavoro viene portato avanti da ditte non autorizzate e non specializzate dovendo il rifiuto essere portato in discarica con bolla ecologica e codice Cir (codice identità rifiuto). E’ il caso di dire, con amara ironia, che il settore lavori pubblici di Palazzo De Nobili questa volta ‘cade in tombino aperto’ . Il problema purtroppo è che trascina con sè la credibilità di un’intera azione amministrativa e di governo di un capoluogo di Regione.

Per l’ennesima volta, altrettanto amaramente, siamo costretti ad invocare l’intervento del sindaco Abramo – conclude Eugenio Riccio –  in una questione che dal tavolo di un primo cittadino neanche dovrebbe passare. con una espressione magari popolare ma che rende bene l’idea, possiamo dire che ancora una volta, ci cadono le braccia e non abbiamo più parole per dire che o si cambia tutto nel settore lavori pubblici o si muore’.