Un Consiglio comunale quasi unanime. È questa la novità

Approvate le restrizioni al Piano Casa su Giovino


di Lello Nisticò

Chissà. Sarà stato il preambolo Abramo sui precari del Pugliese a predisporre bene l’assemblea. Oppure le notizie eclatanti dal Consiglio dei ministri annuncianti lo scioglimento dell’Asp di Catanzaro per infiltrazione mafiosa (ma quando mai, o tempora o mores) a portare a più ponderati intenti. Fatto sta che un Consiglio comunale che in teoria avrebbe potuto causare sfracelli e lacerazioni insanabili, perlomeno a considerare la lunga preparazione e gli estenuanti dibattiti sull’argomento, si è risolto in un vogliamoci (quasi) bene collettivo

Unico punto all’ordine del giorno la “Modifica e integrazione adempimenti comunali in attuazione dell’articolo 6 della legge regionale numero 21/2010 e successive modifiche e integrazioni”. La legge regionale numero 31 del 15 luglio 2019 ha dato facoltà alla Amministrazioni comunali di approvare entro il 30 settembre 2019 un provvedimento di modifica o integrazione delle precedenti determinazioni. La pratica in discussione prevedeva norme prescrittive per gli ambiti territoriali omogenei ricadenti nelle aree di Giovino e Germaneto, con la determinazione univoca delle aree riconducibili alla delibera numero 1/2017 di Consiglio comunale eliminando qualsiasi potere istruttorio interpretativo o discrezionale derivante dall’assenza di perimetrazione degli ambiti riferiti genericamente con le diciture “Giovino” e “Germaneto”. 

Una concisa storia delle vicende normative sulle arre in questione è stata tentata dall’assessore all’urbanistica Modestina Migliaccio, a suo parere necessaria a comprendere come l’approvazione della pratica sarebbe stata «sinonimo di garantismo, trasparenza, efficacia e efficienza amministrativa, parità di trattamento e non discriminazione». Ha richiesto una discussione “civile”. Cosa che è avvenuta, come sottolineato con ironia dal consigliere Bosco nel suo intervento. Con qualche asprezza di toni solo nel contributo di Sergio Costanzo, ma nei limiti. 

Fatte le premesse l’assessore ha letto la delibera e ne ha chiesto l’approvazione. Dando l’impressione di non sapere dell’esistenza di due emendamenti, uno della maggioranza e uno dell’opposizione. L’emendamento della maggioranza, che ha rischiato di guastare l’atmosfera, aveva come primo firmatario Giuseppe Pisano, capogruppo di Officine del Sud. In pratica, l’emendamento lasciava inalterata la stesura della delibera, ma introduceva a completamento della parte dedicata alle limitazioni, dopo le parole “destinazione d’uso originaria” la dicitura “oppure con destinazione turistico ricettiva di cui alla legge 217/83”, e in altro punto, “significando che anche all’interno della perimetrazione dell’area retroportuale è consentita la destinazione turistico ricettiva di cui alla legge 217/83 e s.m.i.”. 

La novità, essendo sostanziale, ha indotto la minoranza a chiedere una sospensione per poter visionare l’emendamento. Dovevano essere cinque minuti. Si sono protratti per quasi tre quarti d’ora. Conciliaboli, abboccamenti, interscambi intra e intergurppi, consultazioni con i dirigenti Laganà e Lonetti, con la minoranza tentata di richiedere la sospensione della seduta. Alla ripresa è stato il sindaco a spiegare il senso dell’emendamento e a proporre la soluzione: l’emendamento sarebbe stato ritirato, al suo posto un atto di indirizzo che ne accogliesse la motivazione, ovvero consentire al solo fine di migliorare la ricettività turistica la modifica da capannone ad albergo da subordinare alla programmazione generale. La soluzione ha trovato concorde la minoranza, anche perché introduceva al concetto esposto nel suo emendamento, che in sostanza escludeva completamente l’applicazione del Piano Casa a tutta l’area di Giovino, rimandando la sua pianificazione al costruendo Piano strutturale comunale. L’emendamento è stato bocciato. La pratica invece è stata approvata da tutti i consiglieri, con l’esclusione dell’astensione di Bosco e Fiorita, proprio per la mancata approvazione dell’emendamento da loro proposto. 

Tutto piano, quindi? Tutto indolore? Non proprio. La bocciatura dell’emendamento della maggioranza ha comportato l’uscita dall’aula e il non voto del primo firmatario, Pisano. Difficile comprendere la dinamica degli eventi. Di certo c’è stata una lunga riunione della maggioranza prima della seduta, e un’altra nell’interruzione. Qualcosa non ha funzionato nella trasmissione delle volontà, interne ed esterne all’aula. Inutile nascondere la realtà. Quella di Giovino è un’area di grande pregio e merita le migliori attenzioni. Appunto, le migliori.