Gli auguri alle scuole secondarie dal presidente della Provincia

Per la prima volta da presidente dell'ente intermedio Sergio Abramo lancia il suo in bocca al lupo agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado dal liceo scientifico “Galileo Galilei” di Lamezia Terme

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    Per la prima volta da presidente della Provincia, Sergio Abramo lancia il suo in bocca al lupo agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado dal liceo scientifico “Galileo Galilei” di Lamezia Terme. Accolto dal calore delle parole della dirigente scolastica, Teresa Antonietta Goffredo, che ha definito l’azione dell’Amministrazione provinciale nei riguardi degli istituti scolastici cittadini “estremamente vivace e attenta”, il presidente della Provincia si è rivolto ai ragazzi parlando di “giorno speciale”.

    “Mi auguro – ha esordito Abramo – che riusciate a vivere questo anno al meglio e che siate consapevoli che la scuola è l’arma principale per poter emergere in futuro, ciò che permetterà a voi, ma a tutti i calabresi, di avere un domani migliore. Tengo tantissimo ai giovani e auspico di cuore che anche la politica faccia la propria parte nel garantire loro la possibilità di lavorare vicino casa. Tutti noi dobbiamo impegnarci di più per fare cambiare la nostra regione, iniziando a fare squadra perché c’è bisogno di tutti e lavorando a fondo per cambiare la nostra mentalità. I giovani costituiscono la futura classe dirigente, per questo abbiamo il dovere di stargli accanto il più possibile anche assicurandogli ambienti confortevoli e all’avanguardia in cui svolgere le lezioni. Come Amministrazione provinciale stiamo svolgendo un grande lavoro su questo fronte, molti finanziamenti sono stati recuperati anche per la città di Lamezia Terme tant’è che nei prossimi mesi partiranno lavori per un importo di circa dieci milioni di euro”. Il presidente Abramo, infine, ha ringraziato la dirigente scolastica e la città di Lamezia per l’accoglienza riservatagli sin dal giorno del suo insediamento. “Nulla era scontato – ha concluso – però è avvenuto e io non posso che esservene grato”.

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