Brugnano (Fsp): ‘Cordoglio per il poliziotto suicidatosi a Vibo’

Il segretario nazionale: “Intervenire su una vera e propria emergenza”

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    “Oggi in Calabria la Polizia di Stato perde un validissimo poliziotto ed i poliziotti piangono con le lacrime ben visibili per la scomparsa del collega. Bisogna mettere in atto un progetto di sostegno che possa leggere con attenzione i drammatici dati relativi ai sucidi nelle Forze di Polizia. L’ultimo caso avvenuto ieri sera nel Vibonese, con il suicidio di un collega della Digos di Vibo Valentia, rappresenta l’ennesimo esempio di come esista un disagio su cui occorre intervenire concretamente, nell’immediatezza e con forza”.

    Lo ha detto il segretario nazionale del Sindacato di Polizia Fsp – la Federazione Sindacale di Polizia – Giuseppe Brugnano, dopo il suicidio in strada di un poliziotto della Digos avvenuto in provincia di Vibo Valentia. “E’ stato costituito un osservatorio interforze ‘sul fenomeno suicidiario tra gli appartenenti alle forze di Polizia’ – ha spiegato Brugnano – e già questo dimostra che siamo davanti ad una vera e propria emergenza, considerato che dell’apparato sicurezza sono stati oltre quaranta i suicidi nell’anno in corso, il doppio rispetto all’anno precedente. Occorre sensibilizzare tutte le istituzioni, ad ogni livello, per poi mettere in campo una approfondita analisi sul fenomeno, perché in molti di questi casi si registrano condizioni di disagio legate a questioni lavorative o a malesseri relativi comunque a fatti complementari al lavoro stesso”.

    Secondo Brugnano, “nelle forze dell’ordine si muore dentro, perché nessuno ha mai compreso, con chiarezza, quanti e quali siano le difficoltà che si vivono ogni giorno con un lavoro che ti assorbe intere giornate, con stipendi da fame, con ruoli apicali gestiti spesso senza attenzione nei confronti del proprio personale, con un coinvolgimento emotivo e psicologico che rischia di consumarti dentro. E’ arrivato il momento di intervenire con atti reali, le amministrazioni di riferimento, di tutti i servitori dello Stato in divisa, non possono più stare zitte, sorde e cieche”.

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