Città universitaria, Rizza: ‘Nessuno ne parla più’

La città ha perso troppo tempo e, a causa di decisioni improvvisate e di promesse disattese, non ha fatto altro che alimentare una propria immagine poco accogliente e disordinata

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    “La discussione in merito al rapporto tra la città di Catanzaro e l’Università “Magna Graecia” sembra essere sparita dal dibattito pubblico ed istituzionale della città. Non l’amministrazione comunale, non l’Ateneo, non gli studenti, nessuno ne parla più. Tutti però torneranno a parlarne tra breve, quando, complice qualche manifestazione di rito, l’inaugurazione dell’anno accademico e l’inizio dei primi corsi, come ogni anno, l’argomento sarà di strettissima attualità e strumentalmente buono per qualche post social, qualche litigata e qualche pagina di giornale. Fino a Natale. Poi nulla di buono resterà”.

    Lo scrive in una nota Roberto Rizza, già consigliere comunale, che specifica di esprimersi oggi in qualità di cittadino libero e militante. “Fa rabbia che un asset così importante, nonostante i proclami e le parole spese nel tempo, non riesca a trovare una declinazione positiva nell’agenda di chi amministra la cosa pubblica. Fa rabbia, ma non desta meraviglia; il voluto imbarbarimento della politica degli ultimi anni, di fatto, non avrebbe potuto produrre nulla di diverso”. “Personalmente, non da solo, con diverse responsabilità ed in tanti modi, nel tempo, ho cercato di affermare la mia convinzione: non è il mero caffè venduto in più o l’appetibilità di un posto letto; costruire una città universitaria dovrebbe e vorrebbe dire far godere il territorio di tutti quei benefici sociali, culturali ed economici che un Ateneo, con altrettanta responsabilità e capacità, dovrebbe irradiare nel territorio di proprio riferimento in un continuo interscambio, tra gli ambienti, di stimoli, risorse, opportunità, lavoro, innovazione e ricerca. Non ho cambiato idea e continuo a pensare che la questione rimanga di primaria importanza”.

    “Oggi la situazione è particolarmente grave. La città ha perso troppo tempo e, a causa di decisioni improvvisate e di promesse disattese, non ha fatto altro che alimentare una propria immagine poco accogliente e disordinata. Ma le responsabilità della situazione attuale sono diverse. Dall’altra parte, infatti, l’Ateneo, nello stesso tempo, ha portato avanti una autoreferenzialità, ben lontana dal principio dell’autonomia, difensiva (a che pro?) e poco costruttiva”. “La necessità per la città di tornare a parlare di tutto questo è vitale. Nel merito il nostro territorio, ha bisogno di idee lungimiranti da tradurre in interventi da realizzare nel breve e nel lungo termine, di programmazione, di discussioni, di incontri istituzionali e di costanza”. “Come fare? Credo che oggi tutta la città debba sentire la responsabilità di dover stimolare e incalzare, al riguardo, chi ha la responsabilità diretta di dire e fare qualcosa. Tutto ciò però – conclude Rizza – nella matura convinzione, altrimenti tutto sarebbe vano, che pensare e costruire oggi lo sviluppo della nostra città vuol dire definirne un preciso modello di identità culturale e sociale”.

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