La visionaria Smart Town di Piero Mascitti

Il manager culturale ha presentato la sua candidatura a sindaco

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    di Lello Nisticò

     

    Piero Mascitti ha presentato la sua candidatura a sindaco di Catanzaro. Le elezioni non sono dietro l’angolo, a meno del precipitare di eventi dovuti a una eventuale corsa da governatore dell’attuale primo cittadino. Evidentemente Mascitti vuole arrivare preparato all’appuntamento del 2022. D’altra parte, un programma così ambizioso come quello dell’ex direttore della Fondazione Rotella ha bisogno di cura e di faticosa perseveranza.

    Ambizioso e visionario, permeato di lucida follia nel suo immaginare una Catanzaro Smart Town, Città intelligente e illuminata, investita dal rigoglioso vento rinnovatore del turismo culturale internazionale. Per realizzare il quale Mascitti investe la pluridecennale frequentazione della scena artistica mondiale che per i trenta minuti di esposizione da uomo solo sul palcoscenico del Supercinema ha trasferito sull’uditorio, infilando una dopo l’altra le perle delle sue vaste conoscenze artistiche e culturali mondiali. Molte delle quali disposte o disponibili a dargli una mano nel costruire la Catanzaro del futuro. Un futuro che si innesta nella nobile tradizione di una città dalle solide radici culturali e politiche, da riscoprire e riportare a nuova linfa, superando la pochezza dell’attuale conduzione amministrativa, pallido riflesso del Consiglio comunale che fu negli anni eroici della prima Repubblica. Mascitti usa il raffronto tra il Consiglio comunale odierno e quello dei decenni della rinascita post bellica, quando le migliori intelligenze cittadine investirono professione, intelligenza ed eloquenza all’elevazione culturale e materiale della città.

    Il panorama oggi, al confronto, è desolante. Mascitti lo deduce plasticamente dalle quattro sedie bianche vuote che mostra alle sue spalle. Le avrebbe volute occupate dai personaggi della politica cittadina attuale con le quali avrebbe voluto instaurare un dibattito: il sindaco Sergio Abramo, il capo dell’opposizione Nicola Fiorita, il presidente del Consiglio Marco Polimeni. Non dispera di poterlo fare nelle prossime occasioni che puntualmente, una volta al mese, pensa di riproporre, insieme a un ricco carnet di appuntamenti e performance culturali di alto livello che ha già in serbo. Prima tra tutte una eccezionale mostra delle opere di Frida Khalo e Diego Rivera inedita in Italia e in Europa in grado di richiamare da sola il turismo culturale di massa intelligente e curiosa. Semplice anteprima di un più vasto programma di opportunità che metteranno Catanzaro al centro della rete mondiale in cui si snodano l’arte e la cultura contemporanea.

    Nei trenta minuti Mascitti ha citato i migliori nomi e le più rinomate istituzioni culturali, dal Bolshoi di Mosca alla Tate Gallery di Londra, passando per Cape Town e Kansas City sempre rintracciando in esse un riferimento personale e un aggancio con i catanzaresi e i calabresi della diaspora intellettuale e professionale. Certo, tutto questo ben di dio culturale deve planare sul territorio dei Tre Colli, sul quale Mascitti vuole intervenire lasciando un segno tangibile del suo avvento amministrativo, come tre Alte Torri a Siano su progetto di Mario Bellini, il comando della polizia urbana a Santa Maria a presidio immediato della legalità integrato a un centro del sapere, un rinnovato Waterfront a mare, un centro di eccellenza di viticultura a Germaneto e così via.

    Per realizzare la sua Smart Town, Piero Mascitti si candida a sindaco, forte di tredici liste che non nomina al momento ma che assicura già compilate e al completo, con una squadra di amministratori a fianco preparata e competente, con una forte rappresentanza femminile e con l’apporto di forti personalità alla guida delle istituzioni culturali, tipo Mimmo Calopresti a capo della Fondazione Politeama. A disegnare una città dalle enormi potenzialità che abbisogna di un incubatore diffuso sul territorio per sviluppare, al centro di una grande area metropolitana che inizia a Soverato e finisce a Lamezia.

    A capo di una mission che necessita di una vision, per dirla con un giochino verbale che diverte Mascitti. La visione che è la migliore virtù del politico e il miglior attrezzo dell’artista. Skill di cui difettano gli amministratori dell’oggi e che viceversa Mascitti ha ampiamente assorbito da Mimmo Rotella. Di cui ieri si celebrava il centunesimo anniversario dalla nascita, celebrato in città con due avvenimenti, consecutivi ma rigorosamente indipendenti l’uno dall’altro.

    Da una parte l’inaugurazione alla Casa della Memoria della mostra “Mimmo Rotella e la Storia dell’arte”, a cura della Fondazione Rotella e del Rotella Institute.

    Dall’altra la proiezione al Supercinema, in apertura della performance elettorale di Piero Mascitti, del docufilm “Mimmo Rotella – Strappi di vita” prodotto da Sky Arte nel quale il maestro del “ready made” e di molto altro che fa l’arte contemporanea tesse le trame della sua straordinaria esperienza di vita intrecciando l’acume critico di Germano Celant con le testimonianze di Christo, Alviani, Debray, Marconi, Tega, Schwarz, Santo Versace, e finanche di Jonny Depp. Nomi altisonanti dell’arte e del jet set, dei quali i catanzaresi dovranno presto acquisire familiarità. Sempre se la visionarietà di Piero Mascitti troverà soddisfazione alla prossima elezione del primo cittadino.

     

     

     

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