Gli danno appuntamento con uno stratagemma, lo aggrediscono e rapinano
Incubo da Arancia meccanica vissuto da un 60enne. I responsabili rintracciati dalla Squadra Volanti, per loro il Pm dispone il carcere immediato
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di Giulia Zampina
Sanguinante nella sua auto. Così, sul finire del turno di notte nei giorni scorsi, un equipaggio della Squadra Volanti, ai comandi del vicequestore Giacomo Cimarrusti, ha trovato un sessantenne.
L’uomo, ancora spaventato, ha raccontato agli agenti di essere stato precedentemente aggredito e rapinato da due soggetti che gli avevano portato via portafogli e due telefoni cellulari. Inoltre il 60enne ha raccontato di essere stato colpito con un casco tenuto da uno dei due aggressori, che dopo essere arrivato a bordo di un ciclomotore gli aveva urlato “devi lasciare stare (omissis)” pronunciando il nome di una donna. Proprio questo particolare ha consentito all’uomo di ricollegare il suo aggressore al compagno della donna di cui era stato pronunciato il nome.
I poliziotti della Questura di Catanzaro, diretta da Amalia Di Ruocco, hanno verificato nell’immediatezza che la donna aveva già precedenti penali. Alla luce dei primi riscontri gli agenti delle volanti hanno ricondotto la donna al suo compagno G.T, 35enne anche lui noto per i suoi trascorsi.
Intanto un altro equipaggio della Squadra Volanti, ricevuta la segnalazione dei fatti, ha iniziato il controllo del territorio recandosi nella zona nord della città dove G.T e la fidanzata di solito frequentavano dei locali. Ed effettivamente, giunti nel quartiere Sant’Elia, non solo gli agenti hanno individuato lo scooter che per descrizione corrispondeva a quello indicato dalla vittima, ma durante il controllo hanno notato che le mani di G.T erano sporche di terra e le scarpe sporche di sangue e durante la prima perquisizione a carico della donna, a cui è seguita quella personale condotta negli uffici preposti, nella sua borsa sono stati trovati i due cellulari sottratti alla vittima. Intanto il 60enne era stato già accompagnato in ospedale, e durante il tragitto il poliziotto che era con lui aveva acquisito importanti informazioni, poi tradotte in denuncia, sul complice dell’aggressore. Si trattava, secondo il racconto della vittima, di un suo omonimo residente nel quartiere Piterà, che lo aveva attirato con uno stratagemma poche ore prima in un bar del quartiere Mariraro, convincendolo a recarsi su quello che poi sarebbe stato il luogo dell’aggressione.
Così un altro equipaggio della Squadra Volanti, si è messo, per tutta la notte, alla ricerca del complice. Una ricerca durata fino alla mattina, quando V.S 37 anni, è stato individuato e fermato su Corso Mazzini.
Sottoposto a perquisizione, addosso a lui sono stati trovati gli altri oggetti portati via alla vittima.
A maggior riscontro i poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale avevano già visionato le telecamere del bar indicato dal 60enne come il luogo di incontro con V.S, trovando piena corrispondenza con la versione die fatti fornita dall’uomo.
Vista la gravità dei fatti e le risultanze dell’attività capillare e minuziosa compita dagli agenti della Squadra Volanti, i due soggetti sono stati arrestati e per loro il Pubblico ministero di turno ha disposto l’immediata detenzione in carcere. Al vaglio della Procura anche la posizione della donna.