Tagli alla sanità, nefrologia al Pugliese ‘torna 30 anni indietro’

Il primario racconta di gravi criticità dopo la delibera del 15 ottobre

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    Posti letto dimezzati, si passa da 8 a 4. Infermieri out con la conseguenza che bisognerà affidarsi alla professionalità sicuramente elevata ma non assolutamente specializzata per quello che concerne il reparto di nefrologia e le particolari necessità dei degenti e dei pazienti che sono costretti a fare dialisi. Sono solo alcuni dei disagi che il provvedimento sui tagli alla sanità sta già apportando al reparto di Nefrologia del Pugliese, che il personale medico e paramedico non nasconde e lamenta pubblicamente. “Subiamo ma non accettiamo e non condividiamo la delibera 629 del 15 ottobre che di fatto è a completa penalizzazione del solo reparto di Nefrologia”, scrivono medici e paramedici.

    Le parole del primario, dottor Salvatore Chiarella, sono ancora più esaustive e preoccupanti e vanno ad illustrare una situazione che potrebbe definirsi allarmante. “Eravamo l’unico reparto che non aveva criticità – spiega il primario – ma ora siamo obbligati a tornare 30 anni indietro perché alcuni pazienti ricoverati nel nostro reparto saranno costretti a fare dialisi due piani più sopra. Aggiungo che aver dimezzato i posti letto, che passano da 8 a 4, non ci consentirà di fronteggiare molti casi di pazienti che riuscivamo a curare in stanze adeguate e preparate per problemi tipici dei malati di reni: patologie vascolari e cardiovascolari che eravamo in grado di assistere anche con coronografie e angioplastiche senza spostarli altrove”. Il primario preme anche sulla specializzazione degli infermieri che “sono molto particolari ad intervenire sui nefropatici e che un infermiere di geriatria (dove ora dobbiamo poggiarci) piuttosto che di pediatria non sono in grado di fronteggiare”.

    Un altro aspetto di notevole importanza è la “tempestività di intervento che non è più garantita visto che in caso di urgenza dovremo prendere l’ascensore e spostare il paziente di due piani”. Ma non finisce qui. Il reparto negli anni ha sempre garantito un’assistenza per dialisi domiciliare con relativi interventi in caso di infezioni sui nefropatici. “Può capitare – spiega il dottor Chiarella – che durante la dialisi domiciliare si vada incontro a peritoniti o altre infezione e il personale era ormai pronto e preparato ad intervenire in urgenza con personale infermieristico specializzato e sala dedicata che invece ora è stata spostata in geriatria dove si troverà personale infermieristico poco abituato e preparato ad interventi su nefropatici”. Stessa sorte per i circa 70 trapiantati di reni che ad oggi Nefrologia del Pugliese segue con cura e attenzione. “Dove li curiamo? In pediatria? Non ci sono le condizioni strutturali, professionali e logistiche”. Insomma i tagli alla sanità sembrano aver sollevato gravi problemi che vanno oltre il precariato e mettono a rischio la vita delle persone. Ma gli stessi medici ed infermieri mandano un messaggio ai pazienti: “Moltiplicheremo il nostro impegno, non sarete mai soli”.

    Gi.Ma.

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