Catanzaro e le persone Down: lavoro e indipendenza contro ogni stigma foto

In occasione della giornata nazionale delle persone con sindrome di Down, ieri al Comunale è stato proiettato il film “Dafne” di Federico Bondi, vincitore del premio Fipresci alla Berlinale 2019

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    La sindrome di Down non è una malattia, ma la condizione genetica di una persona nata con un cromosoma in più. Eppure sono ancora tanti gli stereotipi e i pregiudizi che si possono superare solo cambiando il punto di vista culturale. L’Associazione italiana persone Down, sezione di Catanzaro, è impegnata a portare avanti una serie di attività mirate a questo obiettivo e a raccontarci la realtà del nostro territorio è Marina Dominjanni, coordinatrice dell’Aipd sezione di Catanzaro presieduta da Girolama Mustari.

    In occasione della giornata nazionale delle persone con sindrome di Down, ieri al Comunale è stato proiettato il film “Dafne” di Federico Bondi, vincitore del premio Fipresci alla Berlinale 2019. La pellicola racconta la storia di una ragazza di 35 anni con sindrome di Down con una vita semplice e felice: svolge un lavoro che le piace, è circondata da amici e colleghi che le vogliono bene. Ma un evento improvviso ribalterà tutti gli equilibri: l’elaborazione familiare di un lutto importante porterà la protagonista a una reazione propositiva dimostrando di possedere una incontenibile energia vitale.

    La visione del film ha rappresentato un momento di sensibilizzazione e confronto: “La sindrome di Down – spiega Marina Dominjanni – non è una malattia, non è giusto dire “affetto da”, così come identificare in tal modo chi ha un cromosoma in più, ma prima di tutto è una persona con un proprio carattere e una propria attitudine. Purtroppo ancora esiste un concetto sbagliato in molti ambienti sanitari e scolastici, la persona Down non è un eterno bambino, ma un adulto con i bisogni di tutti gli adulti”.

    L’attività associazionistica è, quindi, incentrata sulla promozione di percorsi di educazione all’autonomia, affinché si riesca a garantire una buona qualità di vita anche dal punto di vista affettivo e relazionale. Tra le tante attività, a Catanzaro ha aperto di recente la prima scuola calcio in Calabria per tutti i ragazzi con disabilità motoria, intellettiva e sensoriale: “Un’iniziativa che è frutto del gemellaggio con Insuperabili Reset Academy e che ha visto la creazione di un team formato da istruttori di calcio, psicologi, educatori professionali. Sono tutti impegnati a lavorare sul campo del Centro tecnico federale di Sala, messo a disposizione gratuitamente dalla Figc-Lnd, per allestire una squadra in grado di giocare un campionato”.

    Sull’inserimento lavorativo dopo la scuola continuano, però, a persistere le maggiori resistenze. “I datori non danno fiducia – commenta la coordinatrice Dominjanni – preferiscono pagare la sanzione prevista per le mancate assunzioni obbligatorie. Eppure a Catanzaro è nata l’esperienza del birrificio solidale, gestito dalla cooperativa sociale Esperia, all’interno del quale cinque ragazzi Down lavorano con un contratto regolare. La birra è buona e si vende, avremmo voluto anche aprire un pub nel centro storico ma al momento non si riesce per il costo elevato dei fitti”.

    L’impegno è tutto mirato a promuovere la formazione dei ragazzi che, anche nel nostro territorio, stanno vivendo alcune esperienze di tirocinio retribuito: “La nostra Ester è impegnata in un tirocinio di 6 mesi finalizzato all’assunzione presso un’azienda informatica di Settingiano. Grazie al progetto nazionale, finanziato dal Ministero delle politiche sociali, “Chi trova lavoro trova un tesoro” Alessandra e Manilo hanno avuto l’opportunità di lavorare nelle cucine del Quirinale e Federica in un resort a Battipaglia per il servizio di sala e pulizie. Ci muoviamo con grande fatica, ma noi che operiamo nell’associazione siamo tutti genitori. Non ci ferma nessuno, al di là di ogni problema o interesse”.

    Domenico Iozzo

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