Continua il calvario degli specializzandi in medicina generale

“Siamo stanchi e sono 7 mesi che non vediamo un euro”

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    Si sa bene che in Italia uno dei problemi più profondi e difficili da risolvere è quello legato alla sanità; in Calabria con un piano di rientro dal debito sanitario da ormai dieci anni, le difficoltà sono maggiori e ovviamente tutto ricade sulla popolazione e sugli addetti ai lavori: gli ospedali chiudono, le strutture hanno carenza di personale, mancano infermieri e medici (nonostante nella penisola il numero dei laureati di medicina aumenta esponenzialmente).

    La Regione Calabria nel 2018 – si legge in un comunicato – ha indetto il bando di concorso pubblico per il corso di formazione specifica in medicina generale del triennio 2018/2020, svoltosi poi, dopo una serie di ritardi, il 17 dicembre. Alla fine di gennaio dell’anno successivo, finalmente, è uscita la graduatoria definitiva e a marzo i 64 medici vincitori si sono recati a Germaneto, nella sede della Regione, e hanno firmato il contratto, lasciando di conseguenza tutti i lavori e gli incarichi precedenti perché incompatibili, fatta eccezione per la guardia medica, ma il corso, dopo slittamenti continui, è iniziato il 28 maggio 2019 vale a dire due mesi dopo la stipula della convenzione, comportando così un ritardo nell’inserimento nelle liste rispetto a tutte le altre regioni italiane e creando un ulteriore grave e irreparabile danno.

    Le complicazioni però, nel corso dei giorni, si sono moltiplicate e si sono aggravate: i medici non hanno ancora ricevuto nessuna mensilità, nonostante molti abbiano famiglia e nonostante molti viaggino da tutta Calabria per raggiungere il capoluogo (Reggio Calabria, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone): in pratica i professionisti stanno lavorando gratis.

    Siamo stanchi – gridano a gran voce gli specializzandi – c’è una disorganizzazione totale, abbiamo difficoltà ad interfacciarci con i dirigenti e i referenti regionali latitano e non rispondono al telefono e tantomeno rispondono alle pec. Ci sentiamo completamente abbandonati dalle istituzioni e lotteremo fino alla fine affinché i nostri diritti vengano ascoltati”.

    La situazione della sanità calabrese continua a preoccupare e la politica regionale- conclude la nota – sembra non essere assolutamente in grado di aggredire e risolvere i veri nodi del settore. Nelle stanze di viale Europa vi è una noncuranza e una mollezza che ha comportato e generato l’accumulo di tante criticità strutturali e non sembra ci siano persone capaci di risolvere questo gravissimo problema.

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