Libri, riconoscimento in Veneto per la catanzarese Primerano

Menzione d’onore al “Premio Ca’Dura”

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    Ancora riconoscimenti per Maria Primerano e le sue “Le Indemoniate Racconti fantastici di Tommaso Campanella al cardinale Richelieu” Tullio Pironti Editore, già ampiamente pluripremiate che conquistano ora la Menzione d’onore con opera d’arte al “Premio Ca’Dura”, Premio internazionale di letteratura, nella straordinaria location del ‘700 di Villa Ca’ Dura in via Balla a Villafranca Padovana in Veneto.

    Un concorso questo, senza confini, aperto a tutte le forme di creatività e a tutti coloro che scrivono o danno forme alle emozioni, in una villa sede espositiva di una gran quantità di opere d’arte contemporanea, sgorgato dalla creatività di Giovanni Ronzoni, architetto lissonese, poeta, artista, organizzatore e creatore di questo premio nato dalla consapevolezza che in questa crisi la cultura non è un lusso, ma l’unica rivoluzione possibile,operativa e industriale.

    Ma chi sono queste indemoniate?

    Le indemoniate, chiariamo, erano le donne che, nel 1500 e oltre, venivano condotte a Soriano Calabro sotto la tela miracolosa del santo Domenico per essere esorcizzate. Ma non solo donne, anche uomini erano accompagnati colà!

    Il libro della Primerano, medico cardiologo nonché pianista classica e giornalista, una delle pochissime pubblicazioni in Italia per il 450esimo anniversario della nascita di Tommaso Campanella, è in realtà un raffinato racconto di più di 400 pagine che trae inizio dall’ultima fase della vita del filosofo di Stilo, a lungo perseguitato e giunto, sul finire della sua vita, alla corte di Francia al servizio del re Luigi XIII e del cardinale Richelieu. Il testo, che si presenta molto ricco, scrutando tra storia, musica, cristologia, filosofia, angeli e demoni, donne aristocratiche e popolane, si sviluppa in una continua tensione dialettica fra ordine e disordine e  in una miriade di diverse situazioni evocate. “Siamo nel regno dell’utopia e del reale, e giochiamo e ci divertiamo con ironico delirio e impulsiva e spinta teatralità”, scrive nell’introduzione l’autrice e fa sì che ”come in un incantevole trompe-l’oeil una moltitudine di personaggi si diafanizzi nei riflessi di una galleria di specchi barocchi”. Una varia umanità “si muove e danza al ritmo di musiche come branles, pavane e gagliarde, ma anche su suoni di campanili, di sonagli di asini e cavalli, di campanacci di pecore, di stoviglie di tavola e cucina, di agenti atmosferici, di catene carcerarie e di abiti fruscianti, e ne fa intravvedere le favole, ne svela le storie apocalittiche, ne traccia i ritratti maschili e femminili, i vezzi e i capricci”.

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