‘Ndrangheta: Gratteri, società occupi spazi che liberiamo

Il procuratore di Catanzaro: 'Altrimenti nuove leve cosche tornano ad inserirsi'  

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    “Bisogna dare atto del grande lavoro che i carabinieri del Comando provinciale e della Compagnia di Vibo Valentia stanno facendo in modo sistematico e significativo da tre anni a questa parte, perché finalmente hanno una Procura Distrettuale meglio attrezzata, tant’è che quello vibonese è l’unico circondario in cui ho deciso di applicare tre sostituti procuratori”. A dirlo il capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri incontrando i giornalisti dopo gli arresti, in distinte operazioni, di Antonio Felice per l’omicidio di Salvatore Battaglia, e di Giuseppe Salvatore Mancuso, figlio del boss Pantaleone alias “L’ingegnere” e fratello del pentito Emanuele Mancuso. In merito all’arresto per omicidio, Gratteri ha parlato della “‘ndrangheta di Piscopio come entità dura, arcaica, tradizionale, sulla quale siamo già intervenuti con l’operazione Rimpiazzo di qualche mese addietro. Tuttavia si è registrata una sorta di ripresa da parte delle giovani leve del crimine locale che volevano conquistare quella parte di territorio”. Quindi un rilievo amaro: “Ogni volta che effettuiamo delle operazioni antimafia ci aspettiamo che la società civile occupi quegli spazi di legalità che noi liberiamo, ma quando ciò non avviene è chiaro che sono proprio le nuove leve a coprirli, tant’è che a Piscopio si era ripreso a commettere delle estorsioni. Le indagini non sono state semplici perché ci siamo trovati davanti un muro di omertà. Nessuno parlava, tutti dicevano di non sapere nulla”. Gratteri ha poi parlato della pericolosità di Mancuso e della circostanza che siano state rinvenuti “una pistola, che l’indagato teneva a portata di mano, un fucile di precisione che poteva colpire anche ad oltre un chilometro di distanza e dotato di ottiche particolari, un passamontagna il che ci fa pensare che stesse preparandosi per commettere un omicidio”. Quindi, nel corso della conferenza alla presenza dei vertici provinciali dell’Arma, il capo della Procura distrettuale antimafia ha rivolto un ringraziamento ai carabinieri “per aver dimostrato ancora una volta professionalità elevata sul piano investigativo e ai colleghi De Bernardo, Frustaci e Mancuso che sono i punti di riferimento di questo territorio”. (ANSA)

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