Rinascita Scott, Gratteri ‘Noi vogliamo cambiare la Calabria’

Le parole del Procuratore Capo

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    “Le mafie oggi sono piu’ ricche, soprattutto perche’ noi magistrati, forze dell’ordine, soprattutto storici, giornalisti, politici abbiamo sottovalutato la ‘ndrangheta continuando a narrarla per decenni come una mafia di pastori, al massimo di sequestratori di persona o di trafficanti di cocaina”. A dirlo e’ stato il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, nella conferenza stampa sull’esito del l’operazione “Rinascita Scott” contro le cosche di ‘ndrangheta del Vibonese.

    “Non ci siamo voluti convincere – ha spiegato Gratteri – che nel 1970 e’ stata istituita la ‘Santa’, proprio perche’ uno ‘ndranghetista potesse far parte di una loggia massonica deviata: da quel momento avremmo dovuto capire lo spartiacque ed essere conseguenziali a questo mutamento. Guardate che invenzione: essere ‘ndranghetista e massone allo stesso tempo, quindi avere rapporti con la pubblica amministrazione, quindi decidere non chi deve vincere l’appalto ma se l’opera dev’essere costruita o meno, cioe’ avere potere decisionale. Addirittura, da un paio di anni c’e’ una sorta di movimento, di nuovo pensiero per cui – ha sostenuto il procuratore capo della Dda di Catanzaro – bisogna riscrivere la storia della Calabria, perche’ denigriamo la Calabria. Ma la storia e’ una, i fatti sono quelli: non esiste un’altra storia, esiste la storia, che dev’essere scritta con fatti e circostanze e non a seconda di dove siamo e di come siamo posizionati. Quindi, noi tutti siamo colpevoli quantomeno di omissioni, quantomeno di non aver avuto il coraggio, la volonta’ e la liberta’, di arginare e attaccare il fenomeno mafioso, soprattutto il potere politico, soprattutto il potere legislativo che ancora oggi, mentre noi parliamo, non ci ha dato un sistema di norme proporzionato e proporzionale alla realta’ criminale.

    Perche’ – ha concluso Gratteri – se noi avessimo avuto altri strumenti normativi, e se qualcuno nel 2010 non avesse bloccato le assunzioni nelle forze dell’ordine – oggi siamo a 20mila carabinieri in meno, 20mila poliziotti in meno, 8mila finanziari in meno – noi oggi avremmo fatto molto di piu’: per fare questo oggi, per raccontare questo progetto ho fatto i viaggi della speranza a Roma, e devo ringraziare i vertici dell’Arma dei Carabinieri che hanno creduto in questo progetto, in questa follia”. “Chi e’ qui da tanti anni si ricordera’ com’era combinata Catanzaro e com’erano combinate le quattro province: ora, a parte le chiacchiere che Gratteri va in televisione o scrive solo libri, questi si chiamano fatti”. Lo ha detto il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, nella conferenza stampa sull’operazione anti-‘ndrangheta “Rinascita Scott”. “Noi – ha poi aggiunto Gratteri – attraverso la divulgazione, scrivendo i libri, andando nelle televisioni, parlando con i ragazzi delle scuole, cerchiamo di aprire gli occhi alla gente, per non lasciare agli altri la narrazione continua per cui si tratta di quattro morti di fame e di quattro pastori. Perche’ fa comodo dire queste cose, perche’ le mafie votano e fanno votare. E noi da calabresi siamo qui: potevamo essere in altri posti piu’ prestigiosi, ma abbiamo detto no perche’ vogliamo cambiare la Calabria, perche’ i nostri figli sono fuori dalla Calabria e non torneranno, perche’ non hanno speranze, e questo e’ un fallimento per noi calabresi.

    Non possiamo piu’ consentire queste cose: e allora, fino all’ultimo dei nostri giorni dobbiamo lottare e non rassegnarci, bisogna dire basta e – ha rilevato il procuratore capo dell’Antimafia di Catanzaro – avere il coraggio di occupare gli spazi che questa notte vi abbiamo dato. Da oggi dovete andare in piazza, dovete occupare la cosa pubblica, dovete impegnarvi in politica, nel volontariato, in tutto quello che e’ possibile fare, andare oltre il vostro lavoro. Altrimenti continueremo a parlarci addosso. Questo e’ il cambiamento da oggi, a parte le chiacchiere, altrimenti – ha concluso Gratteri – continuiamo a piangerci addosso e ci facciamo prendere per il naso una volta dall’uno una volta dall’altro.

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