Il mio libro sul Catanzaro, Rino Amato e la dedica che gli avrei fatto

Un pensiero di Sergio Dragone a un anno dalla scomparsa

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    Di Sergio Dragone

    La mia dedica speciale. Ci fosse stato, Rino Amato si sarebbe seduto in ultima fila, con discrezione, attendendo pazientemente la fine della presentazione. Poi si sarebbe avvicinato per chiedermi una firma sul libro che parla anche di suo padre Raffaele, imprenditore con la passione del calcio e storico collaboratore di Nicola Ceravolo. Sempre uguale a sè stesso, sempre dietro le quinte, per non fare ombra a nessuno.

    Gli sarebbe sicuramente piaciuto questo libro, lo avrebbe letto d’un fiato, perché ci avrebbe ritrovato le atmosfere della sua gioventù, la gioia per le vittorie delle Aquile, il fremito delle trasferte negli stadi di mezza Italia. Ci avrebbe ritrovato i miti dell’infanzia, i calciatori delle figurine “Panini” che hanno infiammato la fantasia degli adolescenti degli anni Settanta.

    La dedico anche a lui, a Rino Amato, ad un anno dalla sua scomparsa, questa “Leggenda del Catanzaro”. Sul frontespizio avrei scritto: “A Rino Amato, amico generoso, geniale e con il cuore giallorosso”.

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