Diario elettorale di Santo Stefano

Mancano poche ore al termine ultimo per la presentazione delle liste. Sotto l’apparente silenzio natalizio, ferve il lavoro dei compilatori. Come gli oliveriani. E a casa Occhiuto ha bussato il postino  

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    di Lello Nisticò

    Qualcuno ci avrà già fatto caso. Santo Stefano è il giorno più silenzioso dell’anno. Una pausa dopo il luccichio tintinnante dei milioni di doppi cin alla mezzanotte. Anche sul fronte della politica solitamente tutto tace. Ma a Natale 2019 in Calabria è tutto diverso. Complici le elezioni regionali. Dietro la valanga di auguri di Buon Natale partita dalle centinaia di smartphone dei possibili candidati si agitano progetti, speranze, ambizioni. Evangelicamente: centinaia i chiamati, 30 gli eletti. Più uno/a: il/la presidente. Si vota con un impianto proporzionale per 24 seggi nelle tre circoscrizioni in cui è diviso il territorio elettorale calabrese: CZ-KR-VV, CS, RC. Gli altri sei seggi vengono assegnati come premio di maggioranza per garantire una maggioranza al candidato vincitore. C’è una doppia soglia di sbarramento. L’8 per cento per le coalizioni a livello regionale, il 4 per cento per le singole liste a livello circoscrizionale. Non c’è la doppia preferenza di genere, non è possibile il voto disgiunto.  

    Si comprenderà pertanto come, a due soli giorni dalla data limite del 28 dicembre, ore 12, grande è il trambusto intorno alle liste da presentare. Secondo una prassi consolidata ribadita dalla legge elettorale in vigore, la presentazione delle liste dei candidati con la documentazione richiesta e le candidature alla carica di Presidente – liste provinciali e liste regionali – dovrà avvenire rispettivamente presso la cancelleria del tribunale presso il quale ha sede l’Ufficio centrale circoscrizionale, e la cancelleria della Corte d’appello del capoluogo della medesima regione (Catanzaro) presso la quale è costituito l’Ufficio centrale regionale, dalle ore 8 alle ore 20 del 27 Dicembre e dalle ore 8 alle ore 12 del 28 Dicembre.  

    Già da domani mattina, pertanto, potrebbero essere pronte le liste. Ma non c’è molto da sperare in questo senso, se non per le liste più semplici, perché frutto di elaborazioni meno estese o perché stabilite da votazioni su piattaforma. È il caso, rispettivamente, della candidatura di Carlo Tansi, sostenuta da due liste, e quella di Francesco Aiello, forte dell’appoggio di due liste, la 5S e la “Liberi di scegliere – Calabria Civica”. Occorrerà attendere il fotofinish per la consegna degli elenchi noiminali delle due principali coalizioni, quella di centro destra (Lega, FdI, FI, Udc, CdL), forte di sei liste, e quella di centro sinistra (Pd, LeU, Io Resto in Calabria), con sei o sette liste a seconda se gli ultimi aggregati oliveriani saranno autonomi oppure infoltiranno le fila delle liste già in itinere.

    Rimane ancora da decifrare, come fino al più oscuro geroglifico della stele di Rosetta, la sorte della candidatura di Mario Occhiuto. C’è chi giura di averlo intravisto camuffato da Babbo Natale spargere ancora dal ponte di Calatrava sull’inclito Crati petali dell’infinita margherita: mi candido, non mi candido, forse sì, forse no. Francamente, visto che domani è un altro e l’ultimo giorno, rimandiamo l’esito del dilemma a sportello chiuso. A complicare la sua decisione ultima, da prendere possibilmente prima che le margherite di tutta la regione siano considerate specie a rischio estinzione, la lettera con la quale Silvio Berlusconi in persona si appella alla «passione civile» dei due fratelli, di Mario «grande sindaco di Cosenza, il migliore nella storia recente della Vostra città», e di Roberto «oggi uno dei nostri parlamentari più stimati e autorevoli … Sia Mario che Roberto sarebbero stati ottimi Presidenti della Regione Calabria. Purtroppo, questo non è stato possibile per ragioni che non dipendono da noi. Tuttavia, vi sono dei momenti nei quali un leader deve assumersi responsabilità anche dolorose, nei confronti di amici stimati. In questo caso, ho dovuto far prevalere la necessità di tenere unita la coalizione, pensando al bene dell’Italia, di Forza Italia, della coalizione di centro-destra e soprattutto della Calabria, la terra che Voi tanto amate». La sviolinata è propedeutica all’invito a ingoiare il boccone più amaro: «Per la Calabria abbiamo individuato un ottimo candidato Presidente e intorno a lei vogliamo costruire una squadra di grande livello. Il Vostro contributo in questo sarà prezioso non solo per vincere le elezioni ma per governare finalmente la Calabria come merita. Abbiamo ancora un lungo tratto di strada da percorrere insieme, tante battaglie di libertà da combattere, un futuro da costruire per un centro-destra nel quale l’area della tradizione liberale, cattolica, riformatrice deve avere pari dignità con la destra sovranista. Vorrei che foste entrambi coinvolti con ruoli importanti in questa grande scommessa sul futuro». 

    Sull’altra sponda, di nuovo, c’è la riunione delle «forze che in questi mesi si sono ritrovate sulla candidatura di Mario Oliverio presidente e che nei giorni scorsi hanno accolto l’appello rivolto dal segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti ed al centro-sinistra calabrese di unirsi per dare vita ad una coalizione ampia per sconfiggere il centro-destra a trazione leghista».  Le conclusioni della riunione dovrebbero essere miele nelle orecchie di Callipo: «Nel corso della riunione sono state messi a punto alcuni obiettivi programmatici che dovranno caratterizzare il programma e la futura azione di governo del centro-sinistra nei prossimi anni e che saranno proposti nel confronto con il PD, la coalizione ed il candidato presidente Pippo Callipo. È stato altresì espresso l’auspicio che le liste della coalizione siano espressione di innovazione e di apertura alle esperienze sociali, professionali, imprenditoriali, amministrative e culturali della Calabria, in piena sintonia e coerenza con i principi di legalità, di trasparenza e rispetto del dettato costituzionale, nel rigoroso rispetto del codice etico del Pd». 

    Nel documento degli oliveriani, si fa riferimento alla riunione successiva, che li vedrà confrontarsi con le altre componenti della coalizione. C’è chi colora di tinte drammatiche l’appuntamento, con un Callipo deciso ad avere la parola decisiva nome per nome, candidatura per candidatura. Il che presupporrebbe il buon Pippo in versione Grande Inquisitore, pronto a roteare all’insù o all’ingiù il pollice secondo la buona o cattiva fama emanante ogni singola proposta. Francamente non riusciamo a vederlo in questa veste, a meno che non abbia a disposizione una sua personale Spectra in grado di scandagliare non solo i casellari di tutti e le anzianità di pubblico esercizio della rappresentanza. Certo, potrebbe anche aiutarlo quanto scritto proprio oggi da uno del Pd che la sa lunga in tema di formazione di liste per inveterata esperienza, cioè il Giovanni Puccio responsabile organizzativo del Pd Calabria. Che poi sarebbe chi dovrebbe avere la parola decisiva sugli uomini del Pd da candidare. Naturalmente, se dovesse valere anche per lui la regola dei tre mandati, come da indiscrezioni, dovrebbe essere il primo a rinunciare al ruolo. Non fosse altro per non rinnovare l’antico rovello: chi controlla i controllori?

    Scrive, comunque, Puccio: «Noi contrapponiamo alla paura del nuovo la speranza, alla spartizione di potere la condivisione di un progetto di rigenerazione che punti sullo sviluppo ancorato alla trasparenza amministrativa che si puntella con il rispetto della legalità, alle solite candidature un rinnovamento evidente di persone impegnate e credibili, ai voltagabbana la coerenza e la militanza politica. Ognuno, riteniamo sia giunto il momento, deve fare la sua parte e deve sentirsi protagonista di un cambiamento che oggi è davvero possibile. Confortano, come sempre, le parole di Mons. Vincenzo Bertolone che devono essere da stimolo per tutti coloro che “si girano dall’altra parte” o si adattano a fare una “scelta accorta e poco rischiosa”. Condividiamo in pieno, quindi, il suo messaggio che ci esorta a sentirci protagonisti e al servizio delle persone e, quindi, dell’intera società calabrese».

    Al momento di licenziare questo Diario, a sera inoltrata, non abbiamo altro da segnalare in questo Diario del giorno di Santo Stefano protomartire. Protomartire perché primo a essere lapidato dai giudici del sinedrio compreso Saulo, colui che diventerà San Paolo. Come a dire: non ci si può fidare nemmeno dei propri lapidatori. In queste ore di roventi polemiche sull’Operazione Rinascita, in particolare sulle sue modalità comunicative, espresse sia da parte dell’Unione della Camere penali sia da parte della Procura generale, il comune senso di orientamento è obbligato a un surplus di attività. Non il massimo per un giorno di relativa quiete.

          

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