Il cerchio della vita raccontato dalle donne di Paola Riolo
L'attrice catanzarese, scoperta da Luigi De Filippo, si è esibita ieri al Teatro Comunale
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Di Giulia Zampina
Il cerchio della vita inizia con una madre che partorisce se si chiude con una madre che, malgrado le distanze, malgrado gli anni che passano, chiederà sempre ad un figlio “hai mangiato?”. In mezzo a quel cerchio ci sono il senso dell’appartenenza ai luoghi dell’infanzia e le tante persone che sulla propria strada si incontrano.
Ecco lo spettacolo della catanzarese Paola Riolo, dal titolo “Ho fatto un sogno, anzi tanti”, attrice scoperta da Luigi De Filippo e oggi protagonista degli spettacoli di un teatro stabile a Roma, se dovesse essere un disegno sarebbe un cerchio, quello della vita. Un racconto che inizia con la telefonata di una madre, ormaai anziana, a sua figlia lontana.
Quel tono di voce che nel tentativo di apparire sereno, trasuda malinconia per la lontananza. Ma poi ci sono, la donna che straparla del mondo, sentendosene indiscutibilmente al centro, la donna picchiata dal marito che non vuole raccontare e raccontarsi la verità, la più classica delle gatte morte, brava a dispensar consigli alle altre, ma che diventa isterica e vendicativa quando a subire il torto è lei. E il cerchio della vita si conclude con il racconto di un’altra donna. Una donna che diventa madre per la prima volta, subissata dai consigli di tutti, durante i nove mesi di gravidanza e alla nascita del bimbo, e che scopre, in quel legame unico ed immenso, che una madre impara con il tempo “ad amare piano piano, non si meno, ma solo poco per volta e per sempre”.
Paola Riolo ha portato ieri sera in scena il suo spettacolo sul palcoscenico del Teatro Comunale di Francesco Passafaro, piccolo grande tempio laico di cultura e socialità. I monologhi sono stati scritti dalla stessa Riolo accompagnata sul palco da Mariano Perrella alla chitarra e con la partecipazione di Alessandra Macchioni, attrice di teatro classico.
E nel cerchio della vita c’è posto per i luoghi d’origine, Catanzaro certo, ma in particolare via De Riso per Paola, che nei saluti finali, ha sottolineato come l’appartenenza resti sempre un valore.