Regionali, diario elettorale del 30 dicembre

Il sorteggio dei candidati presidenti per il posto in scheda, l’esclusione di “10 Idee”, le liste di Tansi tra docenti universitari e parrucchiere e, soprattutto, chi sarà “il noto magistrato” di cui parla Santelli?

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    di Lello Nisticò

    Le novità di oggi, vigilia della vigilia del Twenty/Twenty, sono i sorteggi per l’ordine dei candidati e delle liste, e l’esclusione definitiva delle “10 Idee per la Calabria”. Fossi in Pippo Callipo e nel professore Gattuso, non me ne cruccerei più di tanto: le liste passano, le idee rimangono. Certo, anche l’occhio vuole la sua parte. Quando l’elettore si troverà nella solitudine dell’urna davanti alla sua coscienza, quella sollecitata proprio oggi dai vescovi in seduta comune, si vedrà parare davanti una scheda squilibrata graficamente, con il doppio dello spazio occupato dalle liste (sei) che fanno capo a Jole Santelli rispetto a quello destinato alle coalizioni che fanno riferimento a Pippo Callipo (tre liste), Carlo Tansi (due), Francesco Aiello (due). Ma questo, naturalmente, non vuol dire nulla. Non siamo più ai tempi, mitici, in cui conquistare il primo posto in alto a sinistra era considerato non solo segno di passione e di buona organizzazione, ma valido presupposto per conseguire un buon risultato. La scolarizzazione di massa ha fatto salire in alto la capacità di decifrare segni e simboli, e farli corrispondere alla decisione di voto. Per cui possiamo stare ragionevolmente tranquilli che l’elettore sa perfettamente quel che va a votare. Il sorteggio per la scheda ha favorito Tansi, seguito da Callipo, Santelli e Aiello. Altro l’ordine delle liste, per il quale rimandiamo in altra parte del giornale.

    Le liste, naturalmente, sono state passate al setaccio da parte dei curiosi, degli osservatori e dai comitati elettorali dei vari candidati. Ognuno di questi ultimi avrà sparlato dell’operato conclusivo dell’altro, ma questo è nel gioco delle parti. Carlo Tansi ha preferito divulgare le sue impressioni, e, come da programma, non le manda a dire: «Nell’apprendere i nomi dei candidati delle liste del centro-destra e del centro-sinistra ho riscontrato situazioni davvero allucinanti. Hanno già vinto il trasformismo e il tradizionale attaccamento alla poltrona. Candidati che erano consiglieri regionali vicini al presidente Oliverio, che si erano candidati con Oliverio, ora appoggiano la candidatura della Santelli. Sia a destra che a sinistra ci sono candidati impresentabili, responsabili del tracollo della nostra regione, con cognomi improponibili, che hanno ancora il coraggio di candidarsi. E poi ci sono i figli di papà e le mogli di chi non poteva candidarsi per problemi giudiziari. E poi ci sono candidati che risultano in intercettazioni imbarazzanti del procuratore Gratteri nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita Scott” che rischiano l’arresto da un momento all’altro. E, dulcis in fundo, i candidati dei candidati, quelli che da 40 anni tengono le fila del nostro teatrino calabrese e che continuano a riproporsi con una faccia di bronzo».  Va da sé che nelle liste di Tansi i calabresi troveranno ben altro: «candidati con cariche di grande responsabilità, persone con grandi capacità tecniche amministrative e culturali come medici ospedalieri, liberi professionisti, docenti, presidenti di ordini professionali ma troverete anche persone semplici che rappresentano la maggior parte di quella società calabrese che merita di essere rappresentata in consiglio regionale – come una parrucchiera, un giovane disoccupato o imprenditori che, tra mille difficoltà e la criminalità organizzata alle costole, tentano di sbarcare il lunario». Imperava, una volta, nel lessico sociologico e giornalistico, la “casalinga di Voghera”. Chissà che Tansi non riesca a introdurre la più fashion e autoctona “parrucchiera di Roggiano Gravina”?

    Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, che oggi ha incassato la solidarietà dei colleghi riuniti in “Magistratura Indipendente”, ritorna spesso nei ragionamenti dei politici, e nelle loro note elettorali. Tansi lo ha citato direttamente. Jole Santelli, candidata presidente per il centro destra, anche componente della Commissione bicamerale antimafia, preferisce non nominarlo cavandosela, chissà perché, con una circonlocuzione: «Qualche giorno addietro un noto magistrato ha detto “abbiamo liberato gli spazi… calabresi occupateli”. La magistratura svolge il suo compito, tocca alla politica liberare altri spazi, quelli occupati dal potere, dalla arroganza, dal sopruso. Tocca alla politica fare largo ai tanti calabresi in gamba, alle persone serie e laboriose, a chi ha voglia di impegnarsi, di vivere con dignità, a chi vuole costruirsi un futuro in Calabria. Dobbiamo lavorare perché la nostra Calabria divenga una terra di diritti affermati. Se lo fa una sola persona è un atto di coraggio e forse di follia, se invece diventa l’obiettivo di una comunità è la conquista della normalità».

    Bello, veramente. In poche righe c’è tutto un mondo. Messe una accanto all’altra le parole di Santelli sono un tappeto programmatico tra l’utopico e il musicale: dignità, coraggio, comunità, normalità. Pensare che il suo dire nasce da un’operazione di contrasto alla criminalità organizzata. D’altronde, non lo canta anche il vecchio Faber che: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior? 

     

     

     

     

     

     

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