‘La leggenda del Catanzaro risveglia le emozioni’

L'ex sindaco Bevacqua grande tifoso giallorosso recensisce l'opera di Sergio Dragone

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    di Antonio Bevacqua

    Che penna, quella di Sergio Dragone! Ma questo lo sapevo. Dell’amico giornalista e scrittore (tre caratteristiche concomitanti tutte risalenti alla comune giovinezza) ho letto cronache sportive, interviste, saggi, editoriali politici e culturali, ma ora che quel pennino Sergio lo ha intinto nell’inchiostro giallo e rosso e dalla sua scrittura ne è uscito fuori un testo di trecento pagine sul “mio” Catanzaro, sento il dovere di esternargli tutta la mia gratitudine.

    “La leggenda del Catanzaro”, che ho letto senza seguire un filo logico, senza fruire della sequenza delle pagine, solo facendomi condurre dalle emozioni che i “70 quadri d’autore” mi suscitavano, è una storia scritta fuori dai limiti della cronologia, resa leggenda dall’azione di un nutrito manipoli di uomini.

    Grazie alla lettura delle godibilissime biografie dei protagonisti dell’epopea giallorossa (presidenti, allenatori, calciatori), sono riuscito a riportare alla luce della memoria il mio privato pantheon (li c’è di tutto, ma un posto speciale è riservato al Catanzaro) nel quale ho posto personaggi che rispondono al nome di Nicola Ceravolo, Gianni Seghedoni, Gianni Di Marzio, Gianni Bui, Umberto Provasi, Angelo Mammì. Leggere, poi, delle gesta di altri interpreti che per motivi anagrafici non avevo conosciuto mi ha fornito ancor di più consapevolezza che è vero, il Catanzaro, i Giallorossi, rappresentano qualcosa di più che una semplice squadra di calcio. Sono una leggenda. Che ho vissuto in parallelo con le altre cose della vita, dunque seguendo il ritmo di un tempo che non dà tregua, che ti fa sempre assaporare poco, e che dai miei dodici anni della finale di Coppa Italia Catanzaro-Fiorentina mi ha fatto ritrovare in un lampo ai, sempre miei, sessantacinque anni di Catanzaro-Feralpisalò…

    Che dire, solo leggendo il libro di Dragone ho potuto ritrovare il tempo così velocemente andato ed apprezzare meglio ciascun avvenimento, e sono tantissimi, che nel libro viene descritto con grande dovizia di particolari. Sergio ha fermato il tempo, se vogliamo. E lo ha fatto sui tantissimi momenti di gloria del Catanzaro (altro che “…quei dieci minuti di serie A”, dei male informati). Non momenti fugaci, ma percorsi importanti costruiti da uomini importanti, con uomini importanti, per una storia che rimane incancellabile. Grazie Sergio.

     

     

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