Ciao mister: ultimo allenatore di fango, pietre e cuore

Si spegne Nuccio Tolomeo, porta con lui un calcio che non c'è più fatto di passione, valori ed entusiasmo

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    di Gianluigi Mardente 

    Ciao Mister, ciao per sempre. Vai via così, dopo una partita difficile che non sei riuscito a vincere. Perdi tu, perdiamo tutti. Da oggi siamo più soli, da oggi niente sarà come prima per tutti i ragazzi e giocatori di calcio di Catanzaro che negli ultimo 30 anni hanno calcato quel campo a “Sala”. Già, “u campu da Sala”. Casa tua, casa nostra. Poi l’hanno fatta più bella ed è sorta la piccola Coverciano, ma tutto e tutti erano sempre ospiti del padrone di casa per eccellenza. Oggi quei campi , quel palazzo, quella casa, quegli spogliatoi sono bui, spenti, tristi. Mamma mia che dolore mister, “u campu da Sala” è tornato fango e pietre, sulle tribune di una montagna impossibile da scalare si vedono tantissimi spettatori in lacrime. Il silenzio fa un chiasso che disturba l’anima di tutti quelli che stanno venendo a trovarti per l’ultimo saluto.

    Ciao mister, ciao per sempre. Ciao e grazie. Mentre tua madre urla il tuo nome spezzando il cielo, passano da casa tua tanti ragazzi che hanno giocato e sognato con te. Passano quei 40enni con i capelli bianchi che hai portato in giro per i campi della Calabria e che hai trattato come figli prima, come amici poi. Quelli che ti sei prodigato a prendere dalla strada per portarli sul fango e sulle pietre con una maglia giallorossa sul petto e un sogno nel cassetto. Passano, passano e ripassano quei ragazzi che hai trattato come giocatori in campo e figli fuori. Sembravi burbero, ma non lo eri. Quella corazza di allenatore impostato, severo, rigido che nascondeva l’umanità e il cuore di un uomo buono che per i suoi ragazzi era disposto a tutto.

    Te lo ricordi mister? Ricordi i viaggi in macchina per portare tutti all’allenamento , i pasticcini agli avversari, la bibita all’arbitro, la sacca dei palloni e gli scarpini rotti? Lo ricordi, certo che lo ricordi. Con te va via l’ultimo mister di un calcio che non c’è più: quello del mister -presidente, magazziniere, preparatore atletico, dirigente, motivatore. Facevi tutto tu. La tua squadra era una famiglia, la passione era un valore, l’entusiasmo era un dono. Un maestro di vita che faceva giocare i futuri campioni ,ma faceva giocare anche chi sarebbe diventato un cantante, un ingegnere, un medico, un operaio. Perchè ad ognuno di quei ragazzi davi un senso di vita, nella vita. “Studia, allenati, coltiva il talento” ma non importa se è un talento da calciatore.

    Ciao mister, porta con te lo spirito di sacrificio, il senso di appartenenza, la capacità di vedere nello sport un momento di aggregazione e uno stile di vita. Porta con te la speranza di vincere con pochi soldi contro squadre ricche e vestite per bene. Porta con te tutto quello che hai mostrato sul campo e restituiscilo nei nostri cuori. Mister, continua ad allenare da lassù. Spiega ai nostri angeli come e cosa dobbiamo fare per credere ancora alla voglia di costruire qualcosa di puro e semplice che nasce da dentro e non ha un secondo fine, se non quello di diventare uomini. Quello di stare insieme, quello di piangere per un gol, quello di gioire per un abbraccio, quello di correre dietro la palla per sconfiggere il senso di morire.

    Corri sul motorino e fermati quando incontri un giocatore di un’altra squadra infortunato per fargli il tuo in bocca al lupo. Scrivi agli allenatori, dagli consigli. Insegna ad amare e rispettare un pantaloncini strappato e una maglia vecchia di due anni senza sponsor. Ciao mister, ultimo allenatore del calcio del fango e pietre. Allenatore di quel pallone così sporco da non mostrare la marca, mai sgonfio perchè le tue mani lo accarezzavano ogni giorno per farlo trovare pronto ai ragazzi di ogni età. Ogni età. Sorreggi tua madre, mister. Oggi ti chiama, dalle risposta. Dice il tuo nome con amore infinito e orgoglio pieno: “Figlio mio, guarda quanta gente viene a trovarti perchè eri buono”. E quel cane, Rocky, che oggi piange ininterrottamente davanti casa tua, sia libero di amare ancora a Sala nel ricordo del tuo nome. Aspetta tua figlia, sta arrivando col suo amore e vedrai che lo custodirà. Sorreggi tua sorella, i ragazzi della scuola, gli amici e i finti giocatori che hai fatto uomini veri. Fai suonare la campanella del convitto Galluppi che da applicato di segreteria ti vedeva da collante tra alunni, docenti e dirigente scolastico: eri un punto di riferimento anche lì grazie al senso del lavoro e della professionalità che camminavano con la consueta passione. Correremo sentendo le tue urla che ti hanno reso famoso in tutta Italia disegnandoti come un personaggio pittoresco e oltre le righe. Non hanno capito niente, mister. Perdonali ma non potevano sapere che a Catanzaro, in Calabria, nel 2020 c’era ancora un allenatore capace di scrivere storie e vivere come in un film. Un uomo che viveva in simbiosi con la madre e con il pallone. Un uomo che ha vissuto in un sogno e non si è mai vergognato di trasmettere una passione viscerale con l’umiltà e l’entusiasmo di un ragazzino.

    Ciao mister, oggi con te muore il calcio dilettantistico in città inteso come senso autentico dello sport. Non tornerai più, non tornerà più. Sai mister, hanno inventato corsi e patentini per insegnare il calcio, ma non c’è nessun docente che può insegnare quello che avevi tu. Perchè tu non hai vissuto per te, hai vissuto per portare a termine una missione. La missione è finita, conclusa, andata. Il calcio è passato dal fango al sintetico sui campi e dal cuore ai soldi negli spogliatoi, quindi tu non potevi starci più . In realtà vai via troppo presto però, perchè a 59 anni avremmo voluto vederti tramandare il “verbo” a qualche valoroso e meritevole discendente; avremmo voluto raccontare ancora tante partite e soprattutto avremmo avuto ancora bisogno di una carezza, un messaggio, una parola, una passione, un amore così grande. E’ difficile accettarlo, quindi inventati qualcosa per farci capire che non ci sei più ma dobbiamo sentirti ancora. Oggi ti diciamo ciao, perchè addio è troppo doloroso e per buttare fuori questo maledetto nodo in gola, vogliamo urlare forte il tuo nome fino a dare forza a tua madre , coraggio a tua figlia, supporto a tutti i tuoi ragazzi e spinta al tuo cane. Forte, tutti insieme: “Ciao mister Nuccio Tolomeo”.

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