Serrao: ‘Polimeni si dimetta se consiglieri rinviati a giudizio’

L'intervento del presidente dell'associazione 'I Quartieri' 

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    Riceviamo e pubblichiamo a seguire l’intervento del presidente dell’associazione I Quartieri Alfredo Serrao

    E siamo arrivati al delitto di “lesa Maestà”. Quello che sembrerebbe abbia consumato la trasmissione televisiva de La7 Non è l’Arena, che nel trattare del fatto di cronaca sulla gettonopoli delle commissioni consiliari del comune di Catanzaro, avrebbe offeso l’onorabilità del popolo calabrese addirittura facilmente accostato al sistema di ‘ndrangheta. Siamo coscienti di andare controcorrente almeno rispetto alle tante catene di S. Antonio che in questi ultimi giorni fanno a gara sui social a difesa non solo di quella Calabria operosa ed onesta – cosa peraltro giusta – ma, a sostegno del nuovo “difensore” del vituperato onore della città di Catanzaro, il presidente del Consiglio comunale, Marco Polimeni. Noi sappiamo e siamo certi che lo sappia anche Polimeni, che la democrazia e le sue istituzioni sono un bene indivisibile la cui proprietà è e resta dei cittadini tutti. Se è così, allora la difesa dell’onorabilità di una comunità e delle sue istituzioni non consente scorciatoie mediatiche, cui peraltro il buon Polimeni dovrebbe ben conoscere… Ma, in particolare non si può spostare l’ottica del discorso parlando di legalità, di giovani e del Procuratore Gratteri, magari tirandolo per la giacchetta solo quando la condivisione può apparire utile.

    Se il Procuratore Gratteri è un esempio per i giovani, come ha affermato Polimeni, allora anche l’azione della magistratura su gettonopoli è tale, fatto salvo il valore di garanzia di quanti possano essere indagati e forse, anche per questo le risposte che tutti avremmo voluto sentire, dal presidente del Consiglio comunale erano altre, non certo quello di fare la vittima sacrificale omettendo quelle risposte che tutta la città aspettava ed aspetta. E’ indubbio che al netto delle singole responsabilità – che ciascuno saprà dimostrare – facendo un ragionamento politico, se la gettonopoli di Catanzaro ha una sostanza – sempre per il concetto dell’esempio di Gratteri e della magistratura – non ci resta che prendere atto che il pubblico ludibrio, immotivato per alcuni, cui siamo stati esposti da La7 nella trasmissione Non è l’Arena, risiede tutto nel Consiglio comunale di cui, proprio Polimeni è il presidente. Quel presidente che insieme al sindaco Abramo – sparito – era stato portato a conoscenza, proprio da noi, nell’agosto 2018 che qualcosa sul funzionamento “legale” delle commissioni non andava.

    La risposta? Il silenzio. Quello stesso silenzio condito da arroganza istituzionale che poi, nei fatti, ha portato la città di Catanzaro a doversi vergognare e dove le urla scenografiche di Polimeni, non sono altro che la prova provata di un incapacità amministrativa prima e politica dopo, che imporrebbe come fatto di salute pubblica, di chiudere questa esperienza e restituire ai cittadini la scelta con il voto democratico. Su questo risultato che ci vede tutti soccombere come città, ci resta la domanda del perché proprio Polimeni non abbia per tempo, avendone tutti i poteri, richiamato i consiglieri comunali al senso del dovere? Perché non abbia chiesto per tempo la verifica e l’accertamento dei rimborsi degli stipendi alle aziende? Perché non ha verificato anche informalmente il valore dei deliberati delle commissioni, magari prendendo visione dei verbali? A queste domande, considerato che da agosto 2018 Polimeni sapeva. La risposta è una difesa ad oltranza dei giovani che emigrano dalla Calabria, dell’esempio di Gratteri e del suo nuovo ruolo di difensore civico dei calabresi, quando di fatto anche lui, Polimeni mutua, presumibilmente, dei sistemi e dei metodi discutibili, che sono quelli dell’arroganza, del silenzio e del pensare che le istituzioni democratiche siano territorio di conquista, solo perché eletti! Non basta dire che la giustizia deve fare il suo corso nella vicenda gettonopoli, quasi prendendo le distanze dall’azione della magistratura, quando poi, suggerito o meno, innalza il vessillo di Gratteri come esempio per i giovani: bell’esempio diciamo noi! Non basta perché la città, quella vera e non quella dei cosiddetti benpensanti, continua ad arrancare, a lavorare, a soffrire, come fanno tutte – e sono la maggioranza – le persone perbene che abitano questa terra maledetta, maledetta proprio da atteggiamenti di ipocrisia, dove “il non poteva non sapere” non può essere usato per Abramo e per Polimeni. Proprio quel non poteva non sapere non assolve politicamente Polimeni, per come non assolve neanche il sindaco Abramo, e neanche quanti, certamente per costume consolidato, hanno seguito la regola del: così fan tutti…

    Già, il così fan tutti, per come tutti hanno fatto non solo nel periodo preso in esame dall’indagine della Procura di Catanzaro ma, presumibilmente, forse, anche in periodi più lontani quelli che forse dovrebbero avere una risposta, che non arriverà mai, per un motivo di immagine e di opportunità! Ci resta l’amaro in bocca di aver consentito a Polimeni e quanti rappresentano l’istituzione comunale di sporcare l’immagine di una città, perché quella trasparenza più volta chiesta – le riprese televisive del consiglio comunale – sarebbe stata certamente un valore di mediazione alle “biricchinate”, anche magari rendendo pubbliche le sedute delle commissioni ed il contenuto dei verbali. Sarebbe allora utile, giusto per validare il valore autentico a difensore di Polimeni, che lo stesso renda pubblici, con tutte le forme che la tecnologia consente, i verbali delle famose commissioni, oltre che dichiarare in modo univoco che qualora ci dovesse essere un rinvio da giudizio per i consiglieri, oggi avvisati, nell’affaire gettonopoli, sarà lui – Polimeni – il primo a dimettersi, chiedendo lo scioglimento del Consiglio comunale e restituendo il testimone ai cittadini, quelli che realmente possono democraticamente restituire la perduta dignità al comune capoluogo.

    Così forse tutti ci daremo una risposta, almeno leggendo i resoconti giornalistici, di verbali senza ordine del giorno, di verbali quasi fotocopia, di una specie di bilocazione di qualche consigliere comunale o di qualche presidente di commissione. Questo significa in modo semplice mutuare nei comportamenti gli insegnamenti ed il valore del Procuratore Gratteri, senza voltarci dall’altra parte, cercando di restituire meritocrazia al futuro di questa terra, a partire da Catanzaro, e non prestandoci a logiche di spartizione o di svendita di pezzi di territorio ai cosiddetti poteri forti, anche economici, che da anni sguazzano nel sottobosco dell’amministrazione cittadina. Siamo certi che non stiamo sbagliando e vogliamo continuare a credere di essere liberi, politicamente anarchici e continuare a raccontare una narrazione che guarda con lenti senza colore il futuro, quello che ci impone di esserci, come cittadini e non già come associazione alla manifestazione di sabato 18 a sostegno del Procuratore Gratteri.

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