Diario elettorale del 19 gennaio

Una domenica di relativo riposo per i quattro candidati (o per i loro addetti stampa). Giorno, forse, di meditazioni, a una settimana dal voto

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    di Lello Nisticò

    Domenica prossima, 26 gennaio, si vota per il rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del presidente della Giunta regionale della Calabria. Quattordici liste e quattro candidati presidente attendono con trepidazione che un segno di grafite li gratifichi del lavoro svolto nelle ultime quattro settimane a inseguire incontri, propiziare occasioni, presenziare ad eventi. Vorremmo, sinceramente, cavarcela con il motto mutuato da Piero Chiambretti: “Comunque vada, sarà un successo”. Ma, nel recondito dell’animo sappiamo che per tre dei quattro non sarà così. Uno stapperà bollicine, tre berranno l’amaro calice della sconfitta. Quattro i chiamati, uno solo l’eletto.

    E, perciò, chiamiamoli con il loro nome di battesimo: Pippo, Jole, Carlo e Francesco. Anche perché ormai sono entrati tante volte nel nostro orizzonte ottico, così tante volte abbiamo ascoltato le loro voci, sentito i loro pareri, ricevuto le loro impressioni, che, veramente, li sentiamo quasi come parte delle nostre consuetudini quotidiane. Pippo, Jole, Carlo e Francesco, quasi quasi ci dispiace che vi siate trovati l’un contro l’altro, ad inasprire i toni, a cogliere in fallo, a ribattere colpo su colpo. Pippo, Jole, Carlo e Francesco, sarebbe bello che da qui a domenica prossima trovaste il momento di un incontro tutto vostro, lontano dai microfoni, dalle telecamere, dagli addetti stampa, dal pubblico vociante, dall’uditorio disattento, dall’elettore riluttante. Sarebbe bello che, davanti a una bella birra e una soffice margherita, apriste le vostre menti alle ragioni dell’interlocutore, e, guardandovi vicendevolmente negli occhi, riconosceste che non capite più per quale motivo, appena il giorno prima, vi accanivate tra di voi, per ragioni che non ricordate o che, semplicemente, non esistevano e non esistono. Poi, dopo questa parentesi, certo, rientrerete nei vostri abiti consueti, confezionati dalla sartoria asettica e imbronciata della politica, e tornerete al tran-tran solito. Chi da presidente, beato lui/lei, chi da quello che faceva prima, appena un mese fa. Che poi, male che vada, non era per niente, ci pare di ricordare, un mestiere disprezzabile. Anzi. Quasi quasi, detto tra di noi, a livello di confidenza – altrimenti che diario sarebbe – sarebbe meglio perdere. Trasformando così la clausola del miglior perdente, per cui tanto ci si sgolò e si pugnò cinque anni or sono, nella realtà dei felici e perdenti: memo preoccupazioni, più tempo per sé e per gli affetti, personali e culturali.

    Manca una settimana al voto. Oggi, domenica 19 gennaio, i candidati hanno fatto sapere poco di sé. Hanno tirato un po’ il fiato. Sì, Jole (Santelli), è stata a Reggio Calabria sul chilometro di lungomare più bello d’Italia. Così ha scritto su Facebook. Sì, Francesco (Aiello), si è fatto ritrarre davanti a un magnifico camino acceso preannunciando una sua visita a Camigliatello, Carlo (Tansi) ha giocato d’anticipo con le sue idee su Gioia Tauro, considerato che domani sarà proprio dalle parti tirreniche, tra Vibo, Pizzo e Tropea. Sì, Pippo (Callipo), domani anche lui ha in programma un incontro a Vibo Valentia con De Masi, Viscomi e Graziano. Il diario oggi è un po’ povero. Ma, come disse fra’ Galdino: meglio il sacco povero di noci che le nozze coi fichi secchi. Meditate, gente. Meditate.        

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