Area Magna Graecia/1: c’era una volta un accampamento rom. Oggi una terra di nessuno foto

Da una riqualificazione a costo zero all'incuria che porta distruzione

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    Chi ha più di qualche anno non può non ricordare quell’indecoroso spettacolo offerto da un’accampamento rom proprio all’entrata del quartiere marinaro. Era più di 20 anni fa. È purtroppo , cambiati i soggetti , rischia di essere ancora oggi . L’area Magna Græcia infatti , complice il totale stato di abbandono in cui è stata lasciata, rischia di diventare l’ennesimo ricovero per disperati e l’ennesima terra di nessuno dove le regole non valgono . Perché se pure la politica repressiva decisa dalle istituzioni dovesse dare i suoi frutti, sarebbe un risultato momentaneo , perché laddove la distruzione non arrivasse direttamente per mano degli uomini , arriverebbe indirettamente perché l’incuria e il tempo che passa arriverebbero a distruggere quel poco che l’uomo ha lasciato .

    Un po’ di storia A chi si fosse sempre chiesto perché chiamare quell’area Magna Græcia e’ bene ricordare un po’ di storia. L’allora assessore regionale al turismo, Michele Traversa, a metà degli anni ’90 con un’operazione di programmazione amministrativa sfruttò i fondi destinati ai luoghi della Magna Græcia , presentando un progetto di riqualificazione per un sito che sarebbe stato messo a disposizione e a servizio del vicino parco Scolacium. Un’operazione di conurbazione che non solo permetteva di riqualificare un’area a costo zero per le amministrazioni locali , quanto si poneva in un’ottica di sfruttamento delle economie di scala utilizzando l’esistente. I ribassi d’asta consentirono l’acquisto di attrezzature ora sparite o distrutte. Arrivato alla guida della Provincia, Traversa provo’ ad acquisire l’area, ma l’amministrazione regionale non diede mai risposta , quindi da presidente dell’ente intermedio lo stesso Traversa condivise con il comune le spese di guardiania dell’area.
     
    Il post Traversa Finita l’epoca Traversa, che aveva riprovato da sindaco , ad avere almeno la gestione del sito dalla Regione, rendendolo produttivo con il pagamento dei ticket di ingresso, ci fu il maldestro tentativo di dirottare i finanziamenti per l’ente fiera, al cui destino sono legati purtroppo i destini tragici di altre cattedrali nel deserto della città. Peccato che mai un ente fiera sarebbe potuto sorgere in quell’area semplicemente perché condicio sine qua non era che l’area fosse di proprietà dell’amministrazione proponente, cosa che ancora non è, poiché , affinché questa ipotesi si realizzi , deve esserci necessariamente passaggio di denaro da un ente ad un altro . Ma questa è un’altra storia. C’era una volta , più di 20 anni fa un accampamento rom . C’è oggi , a distanza di 20, una terra di nessuno . E di lieto fine neanche l’ombra. 
    Giulia Zampina

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