Bufera giudiziaria sul Comune, il sindaco: alcune mele marce non possono guastare tutto
Per la composizione della Giunta parola ai partiti. Un delegato in più per Fi, ma ritorna il problema delle quote rosa
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L’azzeramento della Giunta e la bufera giudiziaria che si abbatte sul Comune disorienta tutti, dentro e fuori il Palazzo. I binari sono tutt’altro che paralleli, si intrecciano nelle cronache della stampa e nell’umore di una collettività che indignata cerca spiegazioni a indiscrezioni che prendono forma, svelando uno scenario che se accertato lascerebbe davvero senza parole. Mentre, al momento, di parole ne scorrono a fiumi, sono quelle della minoranza, delle forze politiche del centrosinistra che chiedono un atto di maturità estrema, come quello che si accompagnerebbe alle dimissioni del primo cittadino – questo chiedono anche molti consiglieri e deputati del Pd – o quanto meno alla convocazione di una discussione franca da sviluppare nell’aula rossa, all’insegna della chiarezza e della trasparenza invocata da tutti, in maniera bipartisan. Le risposte le cerca anche il sindaco Sergio Abramo che sfida da solo la telecamera di Lino Polimeni nella trasmissione ‘Articolo 21’, assumendo il peso di una situazione pesante e difficile da gestire che rischia di “offuscare il grande lavoro condotto da questa amministrazione che ha sempre fatto grandi battaglie per la legalità”. Perché “alcune mele marce non possono guastare tutto”. Abramo, carte alla mano, dando un colpo al cerchio e uno alla botte, da un lato prende le distanze dai comportamenti assunti da alcuni esponenti della sua maggioranza che, prima di tutto sono condannabili dal punto di vista morale ed etico, dall’altro cerca di ricondurre alla ragionevolezza di un sistema, riprodotto “anche in altre città”. Un “mal comune mezzo gaudio” che certamente l’opposizione non ha gradito e nella conferenza stampa di questa mattina non mancherà di evidenziare. Il sindaco ammette anche di essere arrivato all’azzeramento della Giunta accelerando i tempi proprio per “favorire le condizioni per arrivare ad accertare le responsabilità” degli assessori coinvolti. “Non potrei fare altrimenti”. Ma poi passa al contrattacco, smontare il teorema dell’illecito diffuso, insomma, a caccia di ragionevoli spiegazioni: per questo in merito alle notizie apparse negli ultimi giorni in merito al sistema di “annullamento delle multe”, o del doppio blocchetto, il sindaco Abramo ha chiesto al comandante della Polizia locale, generale Giuseppe Antonio Salerno, una dettagliata relazione sulla vicenda. Davanti alle telecamere di Polimeni anticipa che ha già saputo che risultano 700 multe annullate perché elevate a possessori di pass, tra questi ci sono anche consiglieri comunali che sono dotati di regolare pass, qualche volta ignorato dai vigili urbani. Tutto si può spiegare, insomma, Anche “gli incarichi che vengono dati praticamente a costo zero, gli appalti sono regolari, i conti in ordine. La città non può pagare per le colpe che sono attribuibili ad una sola persona. Non accetto condizionamenti, la magistratura farà il suo corso. Così come non mi importa della politica, io ho dei doveri nei confronti della città”. La matassa è difficile da sbrogliare con il fiato dell’opposizione e l’opinione pubblica sul collo. Il sindaco ha ritirato ufficialmente le deleghe agli assessori e ai consiglieri, e adesso aspetta le indicazioni dei partiti, guardando ai mutati equilibri interni al centrodestra comunque in fibrillazione. E questo mentre in molti gli chiedono un esecutivo di alto profilo, meno imbrigliato nelle logiche del manuale cencelli. Se la matematica dovesse avere il sopravvento, al gruppo del leader azzurro Mimmo Tallini, dovrebbero toccare in quota due assessori e il presidente del consiglio: il gruppo sta per passare da tre a cinque, con la preannunciata adesione di Luigi Levato e Andrea Amendola, mentre i bene informati parlano di un ritorno a casa del figliol prodigo Sergio Costanzo, che porterebbe Forza Italia ad avere una unità in più di Catanzaro da Vivere. Il gruppo di Marco Polimeni – che in molti vorrebbero in Giunta, cosa che porterebbe in aula il primo dei non eletti Tonino Mirarchi – conta su cinque consiglieri e tre assessori. L’ipotesi Polimeni prende quota con il turn over di Stefania Lo Giudice, ma Polimeni preferirebbe continuare ad essere il consigliere delegato ai rapporti con l’Università. Il braccio di ferro per la riconferma del presidente Ivan Cardamone passa proprio dalla restituzione delle deleghe ai consiglieri già gravati dell’onere di seguire settori specifici: Tommaso Brutto, Eugenio Riccio, Marco Polimeni, Andrea Amendola e Carlo Nisticò. I primi due, tra le colonne portanti del gruppo dei nove antagonisti pronti ad osteggiare la rielezione di Cardamone nel caso la restituzione delle deleghe non fosse scontata. Un assessore a testa continuerebbe a spettare alla Lista Scopelliti (si parla della riconferma di Giampaolo Mungo) e alla lista del sindaco (dentro anche Caterina Salerno), fuori Per Catanzaro (l’indisponibile Lomonaco) e dentro l’Udc che conferma l’indicazione di Franco Longo. In bilico l’indicazione di Rita Cavallaro, e confermata invece la presenza di Vincenzo Belmonte (gradito anche ai tre ‘responsabili’, Mancuso, Notarangelo e Celi) il sindaco si troverebbe alle prese, di nuovo, con il problema delle quote rosa. Insomma, ad un anno di distanza il destino ha premuto il tasto “rewind”, stessi problemi di equilibri, numeri e deleghe al femminile. Comunque, prima della fine della settimana sarà difficile che i partiti possano tornare a riunirsi per portare in dote al sindaco le proprie indicazioni. Nel caso di Forza Italia, ad esempio, non se ne parla prima di venerdì: giovedì sono tutti convocati a Roma, a Palazzo Grazioli dal grande capo Berlusconi che dovrebbe confermare l’indicazione di Wanda Ferro come una dei quattro vice coordinatori regionali del partito, mentre a Maurizio Vento toccherebbe l’onere della successione alla guida del coordinamento provinciale.
Intanto, il Palazzo ci prova a far finta che sia tutto normale: stamattina si torna a parlare dello spostamento del depuratore dalla zona di Alli, in sede di commissione congiunta.
Maria Rita Galati