Aggressioni pronto soccorso, Costanzo: ‘Serve vigilanza fissa’

La consigliera comunale di Catanzaro di Obiettivo Comune, Manuela Costanzo, dopo le aggressioni, torna a parlare della sicurezza e dell'incolumità del personale in servizio all' ospedale Pugliese-Ciaccio Pronto soccorso del Pugliese di Catanzaro, altre due aggressioni


“Le aggressioni che si sono registrate nelle scorse ore al Pronto soccorso hanno riportato al centro dell’attenzione una problematica seria come quella della sicurezza e dell’incolumità del personale in servizio all’ ospedale Pugliese-Ciaccio”. Lo afferma la consigliera comunale di Obiettivo Comune, Manuela Costanzo

“Proprio alla fine dello scorso anno – continua – altre aggressioni si erano consumate all’interno del Pronto soccorso e il sindaco Sergio Abramo, nel rapporto di collaborazione e di confronto instaurato con l’azienda ospedaliera, aveva invitato la direzione a valutare l’istituzione di un servizio di vigilanza armata fisso nella struttura. Purtroppo quella proposta è rimasta lettera morta e oggi il problema si ripropone con estrema urgenza. C’è da dire, nel caso specifico, che ogni giorno si contano centinaia di accessi come codici bianchi la cui gestione è particolarmente critica per evidenti lacune organizzative e strutturali. Da una parte, non viene assolutamente rispettata la privacy dei pazienti poiché, appena varcata la porta di accesso in corsia, chiunque si trova davanti la piccola postazione in cui opera il medico di codice bianco. Un problema che comporta evidenti disagi dal punto di vista della riservatezza di chi viene sottoposto a cure e controlli e, di conseguenza, della sicurezza di tutti coloro che operano al Pronto soccorso. Ribadendo quanto chiesto a suo tempo dal sindaco, l’azienda deve al più presto intervenire garantendo una vigilanza fissa per evitare il protrarsi di altri episodi del genere e preservando la professionalità e l’incolumità di professionisti e pazienti. Le misure fin qui adottate dalla direzione generale e dal direttore del dipartimento – conclude Costanzo – sono state sicuramente inadeguate, cosa si aspetta per porre rimedio? Chi tutelerà i  medici e gli infermieri dal rischio per la propria incolumità sul luogo del lavoro?”.