Parco Romani, Costanzo: ‘Simbolo fallimento ventennio Abramo’

'La posa della prima pietra fu fatta dal facente funzioni indicato dal nostro sindaco scelto prima dell'era Olivo per candidarsi alla Regione'


“Il fallimento di Parco Romani, ridotto ad un triste rudere, è il simbolo stesso del fallimento del ventennio di Abramo”. Lo scrive in una nota il capogruppo di Fare per Catanzaro, Sergio Costanzo.

“Una struttura – aggiunge Costanzo – che poteva essere strategica per il rilancio del centro storico, che avrebbe fatto da cerniera tra i quartieri dimenticati di Sala e Campagnella con il resto della città, che avrebbe permesso a 200 famiglie di diventare altrettanti piccoli operatori commerciali, è stata fatta marcire per una lunga serie di errori, molti dei quali addebitabili direttamente all’attuale primo cittadino. Di Parco Romani, Abramo non parla più. Se lo è lasciato alle spalle, come è solito fare. Anzi, se qualcuno lo incalza sulla questione, scarica tutto sugli altri, con una montagna di bugie che ormai non incantano più nessuno. 
La più colossale bugia è quella che la colpa del fallimento di Parco Romani è del sindaco Olivo che avrebbe autorizzato la nascita del centro commerciale Le Fontane a Barone. Roba da prendersi a schiaffi, ha detto Abramo, autorizzare un centro commerciale a poca distanza da Parco Romani. 
Si prenda a schiaffi da solo perché siamo in grado di dimostrare che la posa della prima pietra delle Fontane risale al 19 maggio 2006, con una cerimonia che vide presente l’allora sindaco facente funzioni Filippo Pietropaolo, l’uomo di fiducia di Abramo, da lui stesso indicato per potersi candidare alla presidenza della Regione. Olivo sarebbe stato eletto sindaco solo il mese dopo. Come sarebbe stato possibile posare la prima pietra senza autorizzazioni? Lo capirebbe anche un bambino che l’iter della realizzazione delle Fontane è iniziato e si è sviluppato proprio durante il regno di Abramo”.
Costanzo parla poi dell’attuale Piano Regolatore: “Abramo lo giudica negativamente, è stato redatto proprio durante la sindacatura di Abramo da commissari nominati dalla Regione su indicazione dello stesso sindaco. E allora di cosa parliamo? Io penso, con onestà, che il fallimento del Parco Romani, con le sue drammatiche conseguenze per gli acquirenti, non c’entri nulla con la costruzione di Parco Le Fontane. Quest’ultimo parco è a due chilometri in linea d’aria dalla spiaggia di Giovino e quindi gravità nell’orbita della costa jonica. Il fatto vero è che Abramo, tornato a fare il sindaco nel 2012, malgrado le grandi risorse pubblico economiche investite, ha abbandonato Parco Romani al suo destino, favorendo una deriva giudiziaria che ha seppellito per sempre il progetto. 
Con le sue dichiarazioni farneticanti di oggi, Abramo colpisce ingiustamente due obiettivi. In primo luogo, offende la memoria dell’ing. Romani e offende la buona fede degli acquirenti. In secondo luogo, demonizza un parco commerciale che, lo si voglia o no, è una grande realtà industriale della città, con centinaia di addetti e con servizi molto importanti, come la grande multisala cinematografica. Offende anche un gruppo imprenditoriale che dà lavoro a migliaia di persone e che si è assunta la pesante responsabilità di evitare al Catanzaro Calcio l’onta di un nuovo fallimento.
Il fallimento del centro storico non è, solo, addebitabile alla nascita del Centro commerciale ma a strategie politiche errate dell’ultimo ventennio, senza un piano generale di servizi, di viabilità con tanto di parcheggi ed un vero piano commerciale in cui tutti devono essere considerati attori protagonisti, in primis, i commercianti ed i proprietari degli immobili. Catanzaro merita di più, Catanzaro merita trasparenza e correttezza”.