Diario elettorale: dopo le spade, le rose

Santelli chiama Callipo, Oddati ringrazia Censore. Talarico non vuole l’uomo solo al comando ma si allea con chi vuole pieni poteri. E si rifanno Vivi i Verdi


Di Lello Nisticò

Se stasera sono qui/ è stato come scalare le montagne più alte del mondo”. Wilma Goich (you remenber?) lo riferiva a un certo suo travagliato amore. Ma avrebbe potuto cantarlo a ragion veduta qualunque aspirante consigliere regionale che alla sera del 28 dicembre si è trovato inserito nelle liste depositate negli uffici elettorali dei tribunali. Non è stata una trafila facile. Molti, come abbondantemente descritto nelle ultime ore, hanno dovuto abbandonare sogni di gloria già prima della prova delle urne. In primis i due Mario. Tutto era iniziato da loro, Oliverio e Occhiuto, appassionatamente così vicini e lontani, le loro armate a fronteggiarsi ancora prima che la dichiarazione di guerra fosse consegnata agli ambasciatori avversi. Poi, alla fine, è stata (Oliverio) la spada di Salomone che ha diviso in due (oh, quale orrenda visione …) il povero bambino, e la ferita profonda (Roberto Occhiuto) che sarà difficile rimarginare. Immagini truculente, fisiche, sanguinolenti. Che ben danno il senso e lo spessore della materia di cui trattiamo. Che, disse il vecchio socialista Formica oltre che di sangue è intrisa di altro materiale che non è bene rinvangare in questo rinnovato clima idilliaco che all’improvviso è arrivato, sospinto come d’incanto dalla prima neve.

Finalmente. Si vede che c’è una donna a ingentilire l’arida arena della politica. Jole Santelli ha inviato un biglietto amorevole a Pippo Callipo: «La campagna elettorale è nata ufficialmente ieri su due capisaldi fondamentali. Innanzitutto, ho ritenuto indispensabile chiamare Pippo Callipo. È persona che ho sempre stimato e rispettato. Il fatto che sia oggi il mio avversario politico non lo può trasformare in una persona diversa. Credo che la nostra presenza in Calabria sia la rappresentazione plastica che la politica regionale sia cambiata. Credo, inoltre che concorrere ad una contesa politica da condurre con civiltà ed amore per la Calabria sia una lezione che tanto io che il cavaliere Callipo abbiamo l’obbligo di dare». Poi la nota di Santelli, candidata presidente, prosegue con un inno alle liste. Non si comprende bene se l’elogio è limitato a quelle del centro destra, oppure se è estendibile, come gli auguri, anche a quelle capitanate da Callipo. Comunque: «L’altro caposaldo è la presenza di liste forti, dove ci sono donne e uomini in grado di fare la differenza per la loro qualità. Liste corali che offrono ai calabresi la possibilità di scegliere e in cui non ci sono riciclati ma persone con precise scelte effettuate nel tempo e con caratteristiche personali specifiche. Sono particolarmente fiera della presenza nelle liste di tanti giovani, molti dei quali ho accompagnato io stessa alla vita politica. Si tratta di candidature fortemente competitive. Nell’insieme credo che siamo stati capaci di presentare un’offerta politica molto autorevole, con donne di spessore, presenti per la loro qualità personale, e con un programma che parte dal basso e che ha la giusta ambizione di rendere partecipi i calabresi al nuovo corso di governo regionale». Nell’elogio santelliano è evidente una disattenzione enorme. No, non facciamo i cattivi. Il punto non è quando si afferma che non ci sono riciclati. Qualcuno li ha visti? Bensì quando si afferma che ci sono persone con scelte precise effettuate da tempo. Qui cascherebbe l’asino, se gli asini potessero per una volta spiccare il volo».

Ma la gentilezza non è virtù coltivata solo in Forza Italia e zone limitrofe. Anche nel Pd, dopo i coltelli, sono spuntate le rose. Da Stefano Graziano, commissario regionale, e Nicola Oddati, responsabile della segreteria per il Mezzogiorno, ringraziamenti e baci a Brunello Censore per essersi gentilmente fatto da parte: «Ringraziamo Bruno Censore per il gesto di grande generosità compiuto con la rinuncia alla candidatura nella lista del Partito Democratico. È un atto che interpreta pienamente la linea di rinnovamento e di cambiamento che stiamo tracciando, che aderisce pienamente alla richiesta di anteporre la Calabria, l’interesse generale a quello del singolo. In futuro non mancheranno occasioni per valorizzare la sua esperienza di dirigente di partito». Censore non commenta né ringrazia, al momento. Forse gli è venuta in mente quella frase di Seneca: «In tre tempi si divide la vita: nel presente, passato e futuro. Di questi, il presente è brevissimo; il futuro, dubbioso; il passato, certo».

Un’altra cosa buona che le presenti elezioni hanno provocato, al di là della gentilezza in the air, è che si rivedono persone un po’ defilate, ultimamente. È il caso di Franco Talarico, già presidente del Consiglio regionale, segretario regionale dell’Udc, quarta gamba della coalizione pro-Santelli. Ieri ha presentato personalmente le sue liste al tribunale di Catanzaro, sorridente e tranquillo come non mai. «Le nostre liste – ha dettato Talarico – sono ben equilibrate, sia dal punto di vista dell’esperienza politica che dell’età, e hanno il giusto mix di competenze per poter dare una nuova speranza di sviluppo alla nostra regione. L’Udc è tornato a rappresentare un punto di riferimento per le varie anime che compongono l’area dei moderati calabresi, fin qui rimaste isolate e divise. All’interno delle nostre liste abbiamo accolto le candidature di Idm di Orlandino Greco e Nicodemo Filippelli, dei Moderati per la Calabria di Antonio Scalzo, Il Coraggio di Cambiare di Giuseppe Graziano e Giuseppe Siciliani ma anche dei Socialisti di Pierpaolo Zavettieri». Indubbiamente, per dirla con Talarico, l’esperienza c’è.

Altro bel passo di Talarico è questo: «Assai condivisibile la prima dichiarazione di Jole Santelli in occasione della presentazione della sua candidatura. “Non dobbiamo parlare più di io, ma di noi’” ha detto la Santelli indicando uno dei principali problemi della gestione degli ultimi anni caratterizzata da “un uomo solo al comando”, mentre c’è bisogno di un lavoro di squadra per ottenere grandi risultati. L’area dei centristi, l’unico vero antidoto naturale alle derive populiste assai pericolose per la stessa tenuta democratica del Paese, rappresenta e rappresenterà un sicuro approdo per i tanti cittadini calabresi di estrazione moderata che negli ultimi anni si sono sentiti smarriti e senza punti di riferimento. I candidati dell’Udc e il progetto politico saranno illustrati nei prossimi giorni dal segretario nazionale Lorenzo Cesa, che sarà in Calabria». Curioso che si arginino le derive populiste e si cerchi l’antidoto all’uomo solo al comando avendo come alleato il partito di colui che vuole pieni poteri. Ma forse è per combatterlo dall’interno, novello cavallo di Troia.

Infine, per terminare questo diario, si sono rifatti vivi i Verdi. Vivi i Verdi. Sembra un motto risorgimentale. Va beh, per spezzare. Giuseppe Campana, commissario Verdi-Europa Verde Calabria, fa sapere da Corigliano che i Verdi sono stati «ad un passo dalla storica raccolta firme per presentare la lista. Non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo per pochissimo». Ma Campana rassicura: «Non abbiamo raggiunto l’obiettivo ma abbiamo lottato. Continueremo a sostenere Pippo Callipo. Abbiamo fornito al candidato presidente “12 punti per cambiare la Calabria” ed alcuni di questi sono stati inseriti nel suo programma. Abbiamo avuto modo di confrontarci ed il candidato alla presidenza ci è sembrato molto interessato ai temi che riguardano l’ambiente, i cambiamenti climatici, il dissesto idrogeologico, il consumo del suolo. Tutto ciò fa ben sperare. Buon Anno». Buon Anno, Campana. E si rinfranchi. Se la speranza è l’ultima a morite, è la prima a fiorire.

Callipo:  “Ho deciso di rimettermi in discussione ritenendo che ci siano le condizioni per vincere e dare una svolta alla Regione, perché ormai i calabresi hanno toccato con mano il degrado della malapolitica e l’arroganza della criminalità che hanno massacrato questa terra”. Così il candidato di centrosinistra Pippo Callipo in una nota stampa a poco di più 24 ore dalla presentazione delle liistE. Callipo ha aggiunto “Ringrazio quanti hanno scelto di sostenerci nella delicata fase che si è appena definita. Ringrazio il “Movimento 10 idee per la Calabria” e i Verdi per l’impegno che hanno comunque ribadito di voler assicurare al nostro progetto. Ringrazio il Pd, in particolare il segretario nazionale Nicola Zingaretti, il responsabile del Mezzogiorno Nicola Oddati e il commissario regionale Stefano Graziano per aver condiviso e supportato le scelte che abbiamo fatto, dimostrando concretamente di puntare al riscatto di un territorio difficile come quello calabrese. Dispiace, sinceramente, per chi si sente escluso e ritiene di aver pagato un prezzo troppo alto, ma noi abbiamo solo incluso le persone che consideriamo valide e che credono nel nostro progetto”.

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