Granato, in un messaggio whatsapp infelice giudizi irresponsabili sulla stampa locale

Accuse gratuite e generiche. Interpellata la parlamentare M5s, che non è nuovo a infortuni dialettici, si è detta dispiaciuta per l'eco suscitata

Bianca Laura Granato, senatrice del Movimento 5Stelle, non è nuova a infortuni “dialettici”. Già nelle fasi conclusive della campagna elettorale per le regionali aveva suscitato non poche perplessità la sua richiesta di verità sulle condizioni di salute effettive di Jole Santelli, quando già la candidata del centro destra aveva esternato in merito. Granato ci è malamente ricascata. Nel tentativo di propagandare l’iniziativa che domani pomeriggio terrà alla Casa delle Culture, sul tema “Gettonopoli e le trame di palazzo – Catanzaro, Tornare al voto è doveroso”, ha diffuso un messaggio vocale che nelle sue intenzioni doveva rimanere circoscritto a una ristretta cerchia di amici e colleghi insegnanti. Ma pretendere nel 2020 che un wathsapp di un parlamentare contenente frasi pesanti mantenga i caratteri di riservatezza più del tempo necessario a essere letto è perlomeno ingenuo.

Nel messaggio la senatrice si lascia andare ad apprezzamenti sconcertanti nei confronti della stampa locale, accusandola di essere “collusa” con il sistema di potere imperante in città e in particolar modo “asservita” alle volontà del sindaco Abramo. Il senso è ancora più pesante, se si considera che le frasi riguardanti “la stampa” seguono di poco l’accostamento a una politica “mafiosa”. Poiché la conversazione era, nelle intenzioni, privata, ci asteniamo dal riportarla. Però, il senso rimane. E, ancora di più, la gravità delle parole. E, francamente, attendiamo con una certa curiosità come Bianca Laura Granato domani vorrà giustificare questi apprezzamenti offensivi, ancorché generici.

Da noi interpellata telefonicamente, la senatrice si è detta dispiaciuta per l’eco suscitata da una conversazione che doveva nelle sue intenzioni rimanere privata. Il suo giudizio sprezzante sulla stampa locale le sarebbe stato suggerito, come d’altra parte anticipato nel corso del messaggio, da un colloquio avuto con una giornalista che le avrebbe chiesto delucidazioni sui finanziamenti per il bando delle periferie contenuti in un provvedimento inserito nel Decreto Milleproroghe in corso di discussione al Parlamento. Secondo la senatrice questa domanda sarebbe stata posta ad arte per sviare il discorso dall’argomento principale e attualissimo dell’inchiesta “Gettonopoli” che vede implicato tutto, o quasi, il Consiglio comunale di Catanzaro. Da qui l’accusa di distrazione specifica che sarebbe stata esercitata dalla giornalista e di distrazione di massa che sarebbe invece da imputare alla generalità della categoria.

Francamente, anche a volere rimanere per quanto possibile distaccati, è difficile individuare e capire la relazione tra una domanda, a cui per definizione i politici dovrebbero sentire il dovere di rispondere, e il giudizio correlato, che rimane gratuito, generico e irresponsabile.