Azione democratica: dopo la crisi Comune Catanzaro c’è un centrosinistra da ricostruire

La riflessione e il monito: Pd ritorni dentro il problema della gente

La “crisi” al Comune di Catanzaro, consumatasi, anche anormalmente in alcune sue discutibili fasi, “in trasferta”, negli studi televisivi di una nota rete televisiva privata nazionale ed il suo “superamento”, ampiamente scontato, dopo l’esito elettorale ultimo, non consegna una  fase nuova e diversa della vita cittadina ma cristallizza il suo declino, le sue contraddizioni irrisolte, la rassegnazione come orizzonte della sua prospettiva di medio e lungo termine, indebolisce la partecipazione e rende sostanzialmente privo di senso l’impegno politico inteso come strumento di avanzamento e di speranza. Lo si legge in una nota di Azione Democratica Catanzaro.

Il centrodestra ricompone i “cocci” delle sue nascoste ma sanguinose rese di conti con il risultato delle regionali e riposiziona le sue forze sul campo con inedite aggregazioni e scelte di campo esclusivamente funzionali alla “resa” politica ma senza alcun orizzonte per la Città che declina quotidianamente la sua triste e pesante rassegnazione.

E’ un centrodestra solido, satollo elettoralmente, in grado di esprimere una rappresentanza al Consiglio regionale assai forte ancorché composita ma priva di slancio e di progettualità, affidata soltanto alle scelte che potranno determinarsi nel nuovo Governo regionale; nulla di più di quanto, in passato, già visto, con risultati sconsolanti ed inversamente proporzionali alla sua forza elettorale.

Dentro questo quadro è la debolezza del centrosinistra, la sua irrilevanza, la stagnante palude nella quale versa il PD nella Città di Capoluogo senza guida, senza leader e senza futuro, da troppo tempo alla ricerca di se stesso.

E, tuttavia, è ora che si può e si deve aprire una fase nuova e ricostruttiva; nella stagione più acuta della crisi della Città occorre ritrovare le ragioni di una proposta e legare ad essa energie forti e disponibili ad  un generoso e supplementare impegno ed in grado di raccordarsi e riconnettersi anche allo sforzo di ricollocazione progettuale ed identitaria con la fase congressuale, ormai avviata, dal PD nazionale.

Il pur necessario congresso cittadino, che chiediamo inascoltati da troppo tempo, per la costituzione degli organismi da solo non basta se non è preceduto, responsabilmente,  da una ineludibile “immersione” dentro i problemi della Città, dentro i drammi irrisolti delle sue periferie, dentro l’inesorabile declino del suo centro storico, delle rete del commercio e delle piccole attività imprenditoriali fagocitate dalla vorace grande distribuzione, della Sanità ormai disperatamente affidata all’eroismo degli operatori, del mondo universitario e degli studenti che si interrogano se valeva la pena rimanere in una Città senza futuro e senza offerta alcuna; è dentro queste “emergenze”, vecchie e nuove, che bisogna ricostruire un tessuto di relazioni, riannodare rapporti, riaprire contatti, allargare gli spazi di partecipazione spontanea o associativa, dei singoli cittadini che vogliono “esserci”, dei movimenti spontanei che si sono spesi con grande generosità nel contrasto al populismo sovranista ed ai quali occorre guardare con attenzione e rispettosa riconoscenza.

Possiamo e dobbiamo farlo ora e non attendere, come gravemente avvenuto in altre occasioni, le imminenze elettorali; il tempo che è innanzi a noi può ancora essere utile e fecondo se non lasciamo che siano i “tempi morti” a riempire l’agenda politica che non conosce soste e colpevoli assenze.

Nelle sedi proprie, dentro il PD ed anche fuori di esso, lavoreremo per questa proposta che offriamo a tutti, senza supponenze ed egoismi, con la consapevolezza che la solitudine demarca l’impotenza mentre è lo sforzo collettivo che può aprire una nuova storia ed una nuova vicenda politica nel Capoluogo di Regione.