La Calabria torna a discutere: il dibattito al Consiglio regionale

Eletto in una sola seduta Ufficio di presidenza e ascoltata la relazione del presidente Santelli sulle misure anti Coronavirus, i consiglieri in guanti e mascherina entrano nel ruolo e adottano i primi provvedimenti

Non c’è stata una battaglia in Consiglio regionale. Non c’era materia e soprattutto non era il caso, visti i tempi. Solo qualche schermaglia, tanto per tenere un po’ in allenamento la vis polemica, corredo tattico di cui i consiglieri sono ampiamente dotati. Domenico Tallini, il nuovo presidente, ha vinto a mani basse alla prima occasione utile, alla terza votazione, quando l’asticella si è abbassata dal quorum qualificato a quello assoluto. Ne bastavano 16 di voti, la metà più uno degli eletti, anzi più mezzo, essendo gli aventi diritto 31, compreso il presidente Jole Santelli. Ne ha addirittura racimolato 20, raggiungendo numericamente l’en plein della maggioranza. Probabilmente nel segreto dell’urna avrà avuto anche il voto di un paio di consiglieri di minoranza, oppure alla fine i due caparbi dissenzienti, Baldo Esposito e Giacomo Crinò della Casa delle Libertà, hanno ceduto alla ragione dei numeri e hanno dato anche il loro assenso. Non è questo che conta ormai, come ha riconosciuto lo stesso Esposito quando è riuscito a completare il suo discorso in un primo tempo interrotto dal nuovo presidente nel suo primo atto d’aula dopo il discorso inaugurale, di cui diciamo a parte nel giornale. Non voleva nascondere dietro un dito la contrarietà della lista che lo ha eletto e che ha contribuito all’elezione di Santelli, Baldo Esposito, che rivendicava per lui la carica e per la Cdl la stessa dignità di rappresentanza riconosciuta a tutte le altre sigle di maggioranza, compresa l’Udc. Ma niente patemi, ha preventivato Esposito, Tallini sarà da ora in poi anche il suo presidente. L’Aula ha anche eletto i due vicepresidenti: per la maggioranza Luca Morrone di Fratelli d’Italia e per l’opposizione Nicola Irto del Pd; e i due segretari questori, per la maggioranza Filippo Mancuso della Lega e per la minoranza Graziano Di Natale di Io Resto in Calabria. E ha ammesso in Aula come consigliere Raffaele Sainato (FdI) in surroga di Domenico Creazzo.

Il Consiglio è uscito bene dalla seduta inaugurale dell’XI legislatura regionale. Non tanto per le ragioni esposte pomposamente dal consigliere di Forza Italia Giannetta – “grande prova di dignità, maturità e senso del dovere dimostrata dai consiglieri”, per il fatto di essersi riuniti dopo due rinvii e in piena emergenza – quanto per aver voluto, con una forzatura al regolamento, comprimere in un solo giorno le votazioni e per essere riuscito ad ampliare lo scarno e burocratico ordine del giorno in un momento di dibattito sull’emergenza in atto, irrobustito dall’intervento del presidente Santelli sullo stato delle cose negli ospedali e nel territorio.

Dagli interventi successivi di Graziano (UdC), Irto (Pd), Aieta (Pd), Esposito (CdL), Pitaro (IRiC), Guccione (Pd), Giannetta (FI), Tassone (Pd), Crinò (CdL), Sainato (FdI), Morrone (FdI) e Mancuso (Lega), è emerso che il Consiglio ha giustamente voglia di essere presente in questo momento decisivo della vita collettiva. Ciascuno degli intervenuti si è fatto carico delle esigenze del territorio di provenienza, ma qualcuno ha anche abbracciato temi di più largo respiro in ragione dell’evidenza di come, dopo l’emergenza sanitaria, si dovrà pensare all’emergenza sociale ed economica, in Calabria più che altrove.

Jole Santelli ha relazionato sull’emergenza virale in atto e sulle procedure adottate, tutte tese a prevenire e contenere l’esplodere del contagio, cosa che al momento pare riuscita. Con le ordinanze, ancora più restrittive delle misure adottate dal governo, si è cercato di tenere alta l’attenzione dei calabresi, che hanno risposto bene, e di ovviare ad alcune lacune temporali dei provvedimenti centrali, anche quando si è rasentato il limite costituzionale, come nel caso dello sbarramento dei confini regionali, per altro attenuato, il possibile fallo costituzionale, dalle ordinanze ministeriali di Orlando e Lamorgese. Santelli ha poi riconosciuto che nella filiera decisionale in Calabria ci sono troppi commissari, ognuno dei quali risponde a chi l’ha nominato; ha spezzato una lancia in favore del commissario Cotticelli che non è vero essere assente; ha riepilogato i dati sanitari aggiornandoli con gli ultimi decessi, in totale 14; ha ammesso la difficoltà attuale di reperire sul mercato dispositivi e attrezzature; ha confidato di riuscire in breve tempo a completare le postazioni di intensiva e subintensiva; ha detto di essere fiduciosa soprattutto per aver fatto tesoro dell’esperienza lombarda e veneta, e in questo senso di ritenere vitale la separazione tra ospedali e percorsi Covid e no-Covid; che nessuna Asp autonomamente deciderà sulla istituzione di ospedali Covid, essendo l’unico delegato all’emergenza Covid in regione lei stessa; ha chiarito che la tensostruttura adiacente al Policlinico è da intendere come aggiuntiva e non sostituiva dei posti programmati in corsia alla Mater Domini. Infine, parole di speranza: “A ogni crisi segue sempre una rinascita. Le risorse ci sono, dobbiamo imparare tutti insieme dagli errori del passato e costruire una nuova Calabria che guardi con fiducia al 2050 e non al secolo scorso”.

Per ultimo, l’assemblea ha approvato la sospensione fino al 31 dicembre 2020 della delibera di giunta 503 del 25 ottobre 2019 e del successivo regolamento 22/2019 riguardanti la riforma del welfare regionale che avrebbe dovuto avere effetto dal 1° gennaio scorso. I tempi, secondo l’odg presentato Esposito, Giannetta, Mancuso, Pietropaolo e Graziano, non consentono ai Comuni, alle residenze agli attori del Terzo settore di affrontarne l’impatto economico e organizzativo.