Nasce il Supergruppo in Comune: Catanzaro con Abramo e (anche) con Salvini

Il sindaco conclude lo sganciamento da Forza Italia, offre alla Lega la titolarità del capoluogo di Regione, si pone come soggetto autonomo della supremazia del centro destra in città

Più informazioni su

In un mondo in cui gli eroi sono alla portata di tutti, è fatale che arrivi prima o poi un supereroe. Così per i gruppi in Consiglio comunale, per lo meno a Catanzaro: dato un gruppo, ecco servito il Supergruppo (ipse dixit). Dato Catanzaro con Abramo (Rosario Mancuso, Demetrio Battaglia, Enrico Consolante, Filippo Mancuso e Fabio Talarico), metti tre tigri nel motore (i consiglieri ex gruppo misto Carlotta Celi, Luigi Levato e Giuseppe Pisano) ed ecco: ”È nato un unico grande gruppo consiliare a Palazzo De Nobili con un riferimento politico forte, il sindaco Sergio Abramo, e otto elementi in aula”.

Il nuovo nato ha grandi ambizioni: “Si tratta – ci informano da Palazzo De Nobili – della creazione di un grande gruppo dal respiro non solo comunale, ma anche provinciale e regionale: una formazione politica forte e autorevole che ha nel sindaco e presidente della Provincia, Sergio Abramo, la sua massima espressione, nell’assessore comunale Franco Longo il riferimento nella giunta del capoluogo, nei consiglieri provinciali Levato, Mancuso e Pisano i referenti sul territorio e, ancora, in Mancuso l’espressione nella più alta assise regionale”.

Non senza una punta, ma proprio una punta, di culto della personalità: “Al quale (a Sergio Abramo, ndr) riconosciamo, come abbiamo sempre fatto, capacità e competenze gestionali e amministrative fuori dalla norma: ne stiamo vedendo altri effetti concreti nella sua più che positiva gestione dell’emergenza coronavirus. E una leadership politica che è stata sempre premiata dagli elettori. Ora puntiamo a incrementare il radicamento sul territorio puntando sul buon governo e su un preciso bagaglio amministrativo fatto di conti in ordine e dialogo con i cittadini”.

In sostanza, si chiude il cerchio che Matteo Salvini e Sergio Abramo hanno iniziato a tracciare esattamente tre mesi fa (toh, che combinazione, era un altro venerdì 17, a gennaio) quando si incontrarono all’ombra dei quercioli tra Comune e Villa Trieste a coronamento di un costante corteggiamento reciproco culminato nella dichiarazione d’amore di Matteo verso Sergio: “Il sindaco di Catanzaro è un ottimo amministratore, con le idee chiare. In Regione Calabria manca un piano spiaggia, ci sono debiti in sanità di tre miliardi, manca un piano rifiuti, ci sarà un’emergenza rifiuti in molte città purtroppo già a febbraio, e quindi sto ragionando su quello che accadrà la settimana prossima, perché le elezioni le vinciamo, il problema è mettersi a lavorare subito”.

Tre mesi dopo, il lavoro è stato portato avanti. Sergio Abramo, di fatto, conclude il suo percorso di sganciamento da Forza Italia, offre alla Lega senza voto ferire la titolarità del capoluogo di Regione, si pone come quarta colonna portante della supremazia del centro destra in città, accanto e con pari dignità politica agli altri tre comprimari: Domenico Tallini per Forza Italia, Wanda Ferro per Fratelli d’Italia, Sinibaldo Esposito per CZ da Vivere. È lo stesso super gruppo a dirlo, in conclusione della sua presentazione: ”È stato il consenso più forte ricevuto dalla Lega in Calabria. L’onorevole Mancuso, al quale anche per questo straordinario consenso è stato riconosciuto l’autorevole ruolo di segretario-questore a Palazzo Campanella, è l’altro, forte riferimento politico di questo gruppo insieme al sindaco Abramo. Ed è anche su di lui che vogliamo puntare per imbastire un sostanziale percorso di sviluppo nella regione. L’unione che abbiamo voluto ratificare qui al Comune di Catanzaro mira a rafforzare ancora di più l’operato del sindaco e presidente Abramo e del consigliere regionale Mancuso. Ed è la naturale evoluzione di un processo già avviato il cui risultato, assolutamente brillante, è stato certificato in ultima istanza con il voto popolare del 26 gennaio scorso”.

 

È facile immaginare quale sarà lo scenario della vita amministrativa da qui fino alle elezioni comunali del prossimo anno: una guerriglia di posizionamento tra i quattro gruppi che insieme fanno la maggioranza di centro destra in città e in aula, alla ricerca della supremazia mai perduta e pur sempre ritrovata, nonostante gli sgambetti, le accuse e le contumelie reciproche di cui le scenette recitate in Consiglio negli ultimi due anni sono solo un sapido assaggio. Di sicuro, si continuerà a recitare a soggetto, volta per volta, con la stanca riproposizione del copione abituale che, ormai, le comparse hanno imparato a memoria, spostandosi da qua e di là sulla scena, mentre i protagonisti saggeranno la loro perdurante – e apparentemente imperturbabile – presa sul pubblico elettorale.

Rimane da vedere solo quale sarà la reazione dei leghisti calabresi della prima ora, quelli che hanno affrontato a viso aperto l’incognita dell’impatto nordista in città e in regione e che, ancora una volta, si trovano scavalcati dall’onda che hanno inseguito a lungo senza poterne mai percorrere la cresta.

 

 

 

 

 

 

Più informazioni su