Il Consiglio regionale approva le linee programmatiche di Santelli e la nuova Commissione

Lungo il dibattito, con accenti costruttivi dell’opposizione sulla gestione della sanità post Covid

È durata qualcosa in più di sette ore la terza seduta del Consiglio regionale con presidenza Tallini, con due punti salienti in programma: la comunicazione delle linee programmatiche da parte della presidente Santelli e la votazione sulla proposta di legge a firma Arruzzolo, Minasi, Pietropaolo di istituzione di una nuova commissione.

Gran parte del pomeriggio e l’inizio della serata è stato assorbito dalla relazione di Santelli, dal successivo estenuante dibattito e dalla replica della presidente. Sbrigata velocemente la pratica che sembrava più spinosa, quella relativa alla nuova Commissione “monstre”, sotto forma di modifica del regolamento interno al Consiglio, precisamente all’articolo 28 nella riformulazione prevede l’aggregazione alla seconda, oltre a bilancio e programmazione, anche gli affari europei; e istituisce la sesta commissione in fatto di agricoltura e foreste, consorzi di bonifica, turismo, commercio, risorse naturali, sport e politiche giovanili. Tutto miele per Pietro Molinaro, consigliere Lega, destinato a presiedere la new entry. Costerà 500 mila euro nei cinque anni. Volevano evitarla le minoranze, affidando le speranze a un emendamento presentato da Di Natale di Io Resto in Calabria, che voleva eliminare la quasi inutilizzata Commissione riforme accorpandola alla prima, Affari istituzionali, ma l’emendamento è stato bocciato. Nella prossima riunione del Consiglio saranno votate le nuove Commissioni, nei loro organismi. Così come sarà votata in quella sede la proposta di legge illustrata da Filippo Mancuso (Lega) per la maggioranza, tendente ad ampliare del 30 per cento lo spazio a disposizione dei lidi per ovviare alle restrizioni imposte dalle misure di contenimento sociale. Bevacqua (Pd) e altri hanno chiesto approfondimenti, con la contrarietà di Mancuso che avrebbe voluto dare immediato sbocco positivo alla sua richiesta.

Sulle comunicazioni di Santelli, che riportiamo a parte, si è aperto il lungo dibattito al quale hanno dato contributi Domenico Bevacqua (Pd), Tilde Minasi (Lega), Nicola Irto (Pd), Libero Notarangelo (Pd), Filippo Pietropoaolo (Fratelli d’Italia), Filippo Mancuso (Lega), Giuseppe Aieta (DP), Sinibaldo Esposito (CdL), Flora Sculco (DP), Francesco Pitaro (Misto), Carlo Guccione (Pd), Giancarlo Di Natale (IRiC), Vito Pitaro (JSP), Giuseppe Graziano (CdL). A parte l’ovvia condivisione alle linee degli esponenti della maggioranza, gli esponenti dell’opposizione hanno espresso perplessità di metodo, criticando il fatto di essere stato messi al corrente delle linee soltanto nelle ultime ore, e di sostanza, accusando di genericità le linee esposte dalla presidente, pur nella consapevolezza del particolare momento emergenziale nel quale ha dovuto svolgere i primi quattro mesi di governo. In particolare sulla sanità Notarangelo e Irto hanno spezzato una lancia in favore della sanità pubblica che deve necessariamente ritornare in mano al governo nazionale per evitare l’esistenza di venti servizi sanitari l’uno diverso dall’altro, mentre per Guccione, il Covid 19 dà l’opportunità di cambiare metodo e prassi, tralasciando in nome dell’eccezionalità della situazione economica e sociale la divisione partitica per riprenderla eventualmente dopo, quando, per esempio, sarà ben spesa la montagna di finanziamenti su cui è seduta Santelli. Guccione li ha elencati, e ha offerto la disponibilità sua e della sua parte per una collaborazione istituzionale.

L’accento costruttivo non è sfuggito a Jole Santelli che, perlomeno formalmente, ha replicato di volere nel prosieguo voler tenere nella massima considerazione l’apporto di tutto il Consiglio. Se c’è stato un eccesso di dirigismo in queste prime fasi del suo governo, questo è dovuto all’emergenza in atto. Le porte al decimo piano della Cittadella sono aperte per tutti.