Azione Democratica: Ricostruire la politica, rifondare strumenti e forme di partecipazione

Il Pd ridiscuta se stesso

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Da poche ore è partita la Fase 3 del post pandemia; non sappiamo se, con essa, si apre la fuoriuscita definitiva dal morbo e ,tuttavia, la riflessione, assai giustificata peraltro, sul “dopo” è già stata avviata, nel Paese, in Calabria, ovunque in Europa e nel Mondo.

Viviamo in Calabria ore difficilissime; i numeri del contagio confortano molto ed aiutano a sperare in positivo ma siamo consapevoli che il portato sociale ed economico della pandemia è pesantissimo e drammatico  già da ora e che il futuro è gravido di pesanti interrogativi che scuotono il già debole e fragilissimo tessuto economico e sociale della nostra Regione; non sono ancora stati percepiti i segni profondi che il virus ha già lasciato e gli spazi di sofferenza si stanno, via via, allargando coinvolgendo anche strati di popolazione mai sfiorati da crisi.

Dentro lo scenario inedito e sgretolante del morbo, in Calabria, annaspa la politica contravvenendo al fresco patto riscritto con il corpo elettorale lo scorso gennaio e l’avvio incespicante della Legislatura ha già messo a nudo, da subito, contraddizioni già note e limiti facilmente immaginabili e che sono state, purtroppo e non inattese, velocizzate dalla crisi pandemica,

Nessuno è escluso, neppure il balbettante ed acefalo PD che appare condannato alla mera sopravvivenza quotidiana ed alla stonata interpretazione della rappresentanza istituzionale che ,ad oggi, non riesce a delineare non solo una prospettiva alternativa ma neanche il semplice contrasto propositivo alla maggioranza di centrodestra; tutto si sta consumando in un pantano paralizzante, in un mero esercizio della sopravvivenza nel mentre la drammaticità del momento interpella un supplemento poderoso di generosità ed impegno.

Non è soltanto la drammatica “carambola” dei vitalizi; è tutto l’impianto, venuto a nudo fin dall’insediamento del Consiglio regionale, dipanatosi su alcuni grandi temi della vita regionale che meritava altro approccio ed altro racconto ed esito.

E non basta neppure evocare la fine del commissariamento regionale del PD, pur necessaria, per immaginare una ripartenza utile e proficua; questo tempo, questa Calabria, questa drammatica fase storica e politica, esige una risposta più alta e diversa rispetto alla fredda e burocratica ricomposizione degli organismi regionali e di alcune Federazioni.

L’ultima volta, l’ultimo Congresso regionale, non ha determinato altro se non la fredda elezione, di misura, di organismi che sono stati svuotati da una gestione parassitaria e fideistica e nel segno della pura aspettativa dei singoli; la stessa gestione unitaria che doveva segnare il “superamento” della divisione congressuale ha semplicemente cristallizzato una condizione già difficile rendendola, nel tempo, insostenibile e fallimentare fino al suo tragicomico epilogo.

Non possiamo ripetere lo stesso penoso scenario; la profondità della crisi e l’inadeguatezza delle attuali rappresentanze impongono un nuovo e diverso percorso che serva, intanto, a raccogliere le istanze dei territori, a costruire le priorità dei bisogni e gli ambiti più avvertiti di intervento, comprendere di quali reali  necessità abbia bisogno la nostra Regione aggredita dal morbo e da nuove povertà che incombono drammaticamente; lo hanno già fatto positivamente alcuni amici e  compagni della Città di Catanzaro e di Lamezia sull’emergenza sanitaria e su come rafforzare, ora e non domani, il sistema sanitario pubblico nella nostra Regione e lo stesso ex Vice Presidente  della Giunta regionale prof. Francesco Russo sui temi della mobilità ferroviaria nella nostra Regione nel mentre si è andato sviluppando un interessante confronto, non solo in Calabria, sui temi dello sviluppo delle aree interne e montane che possono costituire, proprio adesso, un volano straordinario di sviluppo.

L’inedito scenario esige la ripresa del confronto interno, sulle cose da fare, interpella la discussione su come arricchire, al suo avvio, il percorso congressuale incrociando le preoccupazioni del nostro popolo e su come dobbiamo rappresentarle al meglio custodendole come elemento indispensabile per il nostro percorso futuro che deve segnare la ricostruzione, ancora una volta purtroppo, del PD calabrese e del campo alternativo al centrodestra che non può rendersi visibile soltanto sei mesi prima delle tornate elettorali; è un lavoro duro, un impegno gravoso ed oneroso ma non esistono altre scorciatoie percorribili.

Il PD, non soltanto in Calabria, deve interrogarsi, da subito, su quale prospettiva politica persegue nel Paese; a quali forze si rivolge, a quali ceti intende parlare, con quali movimenti interloquire e, soprattutto, quali valori e scelte vuole rappresentare.

La pur necessaria difesa dell’attuale Governo, chiaramente senza alternativa, interpella una riflessione sul rapporto con i nostri alleati, innanzitutto con il M5S, e se occorra, come richiesto da altri alleati, costruire un nuovo ed avanzato soggetto politico che sappia gestire ed affrontare la nuova Ricostruzione del Paese.

La costruzione di un Mondo nuovo incombe ed il dramma della tragica pandemia ha fatto esplodere tutte le contraddizioni di una società costruita su pilastri presunti che sono stati spazzati via inesorabilmente; questo è l’orizzonte che esige una nuova testimonianza ed un nuovo e più alto impegno politico nel segno, ritrovato e da far “vivere” fino in fondo, della solidarietà e del bene comune.

Azione Democratica

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