Fantapolitica e mercato immobiliare al Consiglio provinciale
Il Siciliani per quest’anno a palazzo Petrucci, e fino a quando non sarà completato il nuovo immobile a Siano
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L’affaire Siciliani, nel senso del Liceo scientifico di Catanzaro, è sempre più un affaire, un caso, un qualcosa che è sfuggito di mano, e per il quale si sta cercando, faticosamente, di mettere una pezza., anche con il ricorso a una buona dose di fantapolitica. Con affannosi dietro front e giustificazioni a posteriori che poco reggono a un’analisi cronologica e solo logica dei fatti. Il Consiglio provinciale è tornato sull’incidente cui era incorso il 6 maggio scorso, quando all’unanimità aveva approvato un atto di indirizzo per il cambio di destinazione dell’immobile in costruzione a Siano da sede del liceo a nuovo comando regionale della Guardia di Finanza. Il cambio ha suscitato tante di quelle polemiche che nei fatti hanno portato tutti i votanti a ripensarci, in particolar modo il presidente Sergio Abramo che proprio nei giorni scorsi ha annunciato il ritorno al progetto originale: il Liceo scientifico Siciliani andrà a Siano.
Nella seduta odierna il Consiglio ha votato un altro atto di indirizzo per “l’acquisizione in fitto temporaneo locali scolastici da adibire a sede del Liceo scientifico Siciliani di Catanzaro durante opere su sede principiale”. In pratica, mentre si va avanti con i lavori di costruzione della nuova sede, occorre adeguare la sede storica di via Turco alla normativa antisismica e ad altre esigenze tecniche. Per il nuovo anno, o anche per i prossimi due, tutto il Liceo andrà a occupare un’altra ala del palazzo Petrucci in piazza Matteotti.
Se questa è la sostanza, molto più interessanti i contorni preparatori, esplicativi e giustificativi sull’intera vicenda. Stimolato dall’intervento critico del consigliere di opposizione Marziale Battaglia, che si è lamentato di essere stato indotto a votare, insieme ai colleghi di minoranza, un atto di indirizzo i cui risvolti non erano stati sufficientemente chiariti, il presidente Abramo ha precisato il senso vero che bisognava dare al voto unanime del 6 maggio: un atto di rispetto verso la città di Catanzaro e verso egli stesso, che ne è anche sindaco. Con il voto gli sarebbe stato dato mandato a condurre la trattativa con l’Agenzia del Demanio, quindi il Governo, e con la Guardia di Finanza, per portare a termine un’operazione vantaggiosa alle casse dell’Amministrazione provinciale e soprattutto di salvaguardia del centro storico della Città. Se le cose fossero andate lisce, senza tutte le polemiche alimentate dalla “solita” politica, si sarebbe potuto vendere al Demanio (Agenzia delle Entrate) la struttura in costruzione, restituire al Miur (Ministero istruzione) 5 milioni, con i rimanenti 5 comprare un immobile degno nel centro cittadino.
Purtroppo, subito, secondo Abramo, sarebbe scattato il riflesso condizionato e condizionante della “politica”, entità tanto misteriosa quanto incombente, che, infastidita dal fatto che in Provincia maggioranza e opposizione una volta tanto avessero votato insieme una pratica per il bene comune, si è messa di traverso e ha reso impossibile l’operazione. Per sostenere la bontà dell’assunto, il presidente e sindaco ha fornito, tariffario alla mano, esempi di quanto sarebbe stato conveniente comprare immobili in città agli attuali prezzi di mercato: i proprietari, tutti, sono disposti a cederli anche a 200 euro al metro quadrato, contro un prezzo per le nuove costruzione che ormai arriva anche a 1500 euro. Esempi di immobili belli e possibili in centro: il palazzo dell’Enel proprio difronte al liceo classico e con l’Auditorium a disposizione, il complesso a vetri da tanto finito e da sempre inutilizzato nel quartiere Sant’Antonio vista Tangenziale ovest, per non dire le innumerevoli offerte a prezzi stracciati che si possono spuntare nelle aste giudiziarie in tribunale.
Invece, poiché le trattative con il Governo si sono arenate e non ricevendo risposta alcuna, Abramo è stato costretto a ritornare all’idea originaria: nuovo liceo a Siano, costi di ristrutturazione nella sede storica di via Turco, costi di affitto per 380 mila euro all’anno per la sede provvisoria. Senza considerare, ha gettato lì Abramo, che nessuno si è ancora posto il problema di cosa fare dei numerosi, enormi, costosi immobili che già insistono in centro e, ai quali, presto se ne aggiungeranno altri. Chi se ne farà carico? Chi si è opposto, “andando sulla stampa”, lo ha fatto solo per gusto di polemica e senza avere il minimo sentore di cosa effettivamente vuole la città: da qui l’idea, non si è capito se da attuare o solo ipotetica, di un referendum per decidere sul cosa fare, perché se “se una scuola deve andare a Siano o rimanere in centro non lo decidono gli studenti o i professori, ma lo decide la città”. Con il referendum.
Non è stata questa l’unica divagazione fantapolitica andata in scena nel pur breve Consiglio provinciale. Il presidente deve essere stato parecchio convincente se il consigliere Battaglia, a nome della minoranza, dopo avere nel corso del primo intervento preannunciato voto contrario alla pratica, nella dichiarazione finale ha detto, sempre in nome collettivo, di averci ripensato, concedendo l’assenso alla pratica. Ancora un’altra unanimità. Qui la “politica” deve iniziare a preoccuparsi. Soprattutto se andasse in porto l’ultima visionaria proposta che Marziale Battaglia lancia a un emiciclo per nulla scandalizzato: alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale, oramai in scadenza, “facciamo una lista unica, tutti insieme, maggioranza e opposizione”. Maggioranza e opposizione, trasversalmente, a metà applaudono e a metà ridono. Così, tra il serio e il faceto, si è deciso il destino del Liceo scientifico Luigi Siciliani, 70 anni di storia appena festeggiati.