L’ex consigliere Rizza: ‘A Catanzaro è il tempo della resa, del silenzio e dell’accidia’

'Le superficiali proposte delle opposizioni, il palcoscenico della Regione Calabria, il degrado in cui è sprofondata la nostra città possono trovare contrasto solo in una sensibilità fatta da un comune sentire'

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    Tira una brutta aria in città, e questa volta non è come le altre volte. Non è l’ultima occasione, il fondo da evitare o l’appuntamento elettorale da non sbagliare: è la resa, il silenzio, l’accidia. È la solitudine di tanti in una città che pare aver smesso di ricercare la causa prima del suo agire e del suo essere. Sullo sfondo un disastro politico e nel mentre la corsa di pochi, che confondono quotidianamente il successo con il valore.

    Queste poche righe non sono una chiamata alle armi o un attacco sferrato… sono uno sfogo. Semplicemente uno sfogo. Solitario e lontano da ogni, purtroppo, pragmatica soluzione, ma vicino alla convinzione che se sfogarsi è bene, sfogarsi insieme è meglio. Mi sia concesso.

    Sono sempre stato convinto che per cambiare le cose non ci sia bisogno di eroi, di santi o di politici, che a tali si ergono, bensì di cittadini che portino avanti il proprio operato, nel lavoro, nella vita ed in ciò che si è scelto come propria missione, con onestà e passione. L’ho sempre pensato! L’ho pensato ancor di più dopo il mio percorso all’interno del consiglio comunale. Lo penso ancor di più oggi. Solo che oggi, più di ieri, penso che sia il caso di sottolineare e ribadire quanto sia necessario che il contributo di tutti venga speso in una prospettiva politica fatta di costanza, onestà intellettuale e passione. Oggi infatti non c’è alternativa: o si torna ad occuparsi della cosa pubblica o si perde. E questo vale a livello nazionale, nei giorni più bui della Repubblica, vale a livello locale, nel periodo della non politica. Vale, soprattutto e purtroppo, nella sfera personale, nel periodo segnato dall’incertezza e dalla solitudine, che fanno da algidi compagni allo sfaldamento generale della società.

    Il populismo istituzionale del Governo, che brama l’ipoteca sul Paese, le superficiali proposte delle opposizioni, il palcoscenico della Regione Calabria, il degrado in cui è sprofondata la nostra città, possono trovare contrasto, di fatto, solo in una sensibilità fatta da un comune sentire che deve tornare ad essere, allo stesso tempo, azione ed esempio. È dunque necessario andare ben oltre gli sforzi e gli esempi del singolo che, nella propria solitudine, rischia di essere depresso dai risultati facili, dalle tante mani tese e dalle più opportune comodità.

    Non è ascetismo, è la cristallizzazione di una realtà ben consolidata nella quale, con tutte le conseguenze del caso, nulla più è richiesto ai nostri amministratori, i partiti non esistono e il merito delle questioni non è mai affrontato.

    Sogno, al contrario, se penso a tutte le cose che la nostra comunità cittadina potrebbe realizzare se decidessimo di scegliere la via della coerenza, dell’onestà intellettuale, dell’impegno che, ben inteso, non è la mia, ma quella a cui tutti dovremmo aspirare. Fermandoci magari un attimo e chiedendoci davvero quale sia la nostra missione e quali siano i nostri perché.

    Poi ci sono le prossime elezioni provinciali, i sindaci autisti, il modello Abramo, Biancaneve ed i sette nani. Ma queste son cose diverse. Importanti, conseguenziali e diverse.

    Nel deserto del nichilismo più sradicante occorre una lotta politica a lungo termine, fatta di sensibilità e di autenticità. Che sia da esempio e da stimolo per i più giovani e di riscoperta per chi ha ceduto.

    Il fine è chiaro: la riscoperta di un nuovo rapporto con la libertà che, come scriveva Ernst Jünger, si esprime, oggi, “nell’intenzione di contrapporsi all’automatismo e nel rifiuto di trarne la conseguenza etica, che è il fatalismo”.

    Roberto Rizza

     

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