Dubbi di Costanzo su monetizzazione dell’area di Corvo-Aranceto sfociano in un esposto

Il leader di Fare per Catanzaro ritorna sulla concessione all’Associazione Vivere Insieme, replicando al coordinatore di Forza Italia Ivan Cardamone

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Durante l’ultimo Consiglio comunale, quello del 30 settembre dedicato in larga parte alla ridefinizione del contratto con Catanzaro Servizi, c’era molta confusione in aula. Consiglieri e assessori concedevano larga disattenzione all’oratore di turno, senza distinzione se di maggioranza o di opposizione. Capannelli sui banchi, conciliaboli sulla balconata alle spalle dell’aula del Palazzo di vetro, lo spazio giusto per tirare due o tre boccate di trinciato forte. Tanto che all’atto di votare un emendamento proposto da Sergio Costanzo, rispondendo sì per approvarlo o no per respingerlo, Sergio Abramo, rientrato di fretta e furia dal balcone, preso alla sprovvista ha pronunciato un “Sì” subitaneamente corretto a seguito del coro di sorpresa e scherno generale. Il sindaco l’ha buttata in battuta, accusando bonariamente il leader di Fare per Catanzaro di essere riuscito a confonderlo. Perché sarà pur vero, come aveva scritto solo il giorno prima il coordinatore di Forza Italia e assessore Ivan Cardamone, che Costanzo è “il capogruppo di una residuale lista civica” che, per di più, “vivacchia a spese del Partito democratico”.

L’ATTACCO DI COSTANZO – Ma, intanto, c’è da testimoniare che ormai i contrasti d’aula vertono quasi esclusivamente tra maggioranza – sindaco in testa ma non solo – e minoranza – Costanzo in testa e quasi solo lui -. Tra l’altro, proprio a cavallo della seduta di Consiglio, lo stesso Costanzo era protagonista di un nuovo fronte di dissidio con il fronte opposto. Due giorni prima aveva riesumato addirittura una delibera di Consiglio del 10 febbraio 2020 che approvava il “Regolamento per la monetizzazione delle aree da destinare a standard eccedenti la dotazione minima inderogabile”, avanzando sui media il dubbio che, sotto l’apparente asepsi del linguaggio tecnico si fosse celato, all’epoca non rilevato, uno scambio di cortesie imprenditorial-elettoral-burocratiche, a pochi giorni dall’esito delle elezioni regionali favorevoli al centrodestra, per avvantaggiare il gruppo titolare “della ventennale idea speculativa/sanitaria/sportiva che tocca il quartiere di Corvo-Aranceto”.  In particolare, sotto osservazione l’articolo 3 del Regolamento, nel punto in cui recita: “nell’ipotesi di finanziamenti pubblici anche a soggetti privati per la realizzazione di interventi conformi alla tipologia degli standard di riferimento, ravvisata una inequivoca mancanza di interesse pubblico all’acquisizione o al mantenimento degli standard in eccedenza, le aree sono monetizzabili poiché destinate all’uso pubblico per la realizzazione di tipologia di servizi afferenti perennemente ai previsti standard”. Secondo Costanzo il testo sembra cucito apposta su misura per il “sito di Corvo-Aranceto, dove da vent’anni l’Associazione Vivere Insieme, fra pagamenti mancati e recuperati, fra revoche contrattuali accertate e mai applicate, dice di voler realizzare un parco sanitario e sportivo”. Il virgolettato è ripreso dall’intervento di Costanzo sulla stampa del 28 settembre. Tocca al cronista, a questo punto, ripercorre in sommi capi la vicenda cui si fa riferimento, riandando a un’altra seduta di Consiglio, quella del 13 settembre 2018, molto travagliata, incentrata su un unico punto: “l’adesione alla richiesta del soggetto partner, l’associazione interregionale ‘Vivere Insieme’, relativa al Dpcm del 25 giugno 2016 per il progetto di riqualificazione Catanzaro sud, da periferia a nuova centralità, in aree ex piano di zona numero 5 Corvo Aranceto”. Il decreto contemplava il bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, e sembrava dare nuovo ossigeno a un vecchio progetto di cui il Comune e l’associazione avevano gettato le basi già nel 1998, quando il Comune di Catanzaro assegnò in concessione, tramite una convenzione, il diritto di superficie di terreni di proprietà comunale, per la durata di 80 anni, all’Associazione interregionale “Vivere Insieme” per la realizzazione di impianti sportivi e di un centro sanitario nel quartiere Corvo-Aranceto. La stessa convenzione negli anni a seguire è stata oggetto di modifiche tra le parti che sono state variamente contrastate dall’opposizione che ha visto vizi di forma e di sostanza, contemplanti anche conflitti di interesse in quanto l’Associazione Vivere insieme è riconducibile al gruppo imprenditoriale facente capo a Claudio Parente, leader del movimento politico “Officine del Sud”, rappresentato in Consiglio e strettamente affine a Forza Italia. Fino ad arrivare, nel settembre dell’anno scorso, alla presentazione da parte di alcuni consiglieri di opposizione di un esposto in Procura. Questo è l’antefatto, a grandi linee.

LA REPLICA DI CARDAMONE – All’’intervento di Costanzo del 28 settembre ha replicato il giorno dopo Ivan Cardamone, da coordinatore di Forza Italia Catanzaro e a nome dei consiglieri del gruppo in Comune, con una nota di cui abbiamo già citato gli apprezzamenti non molto lusinghieri su Costanzo e nella quale, in sostanza, smentisce ogni illazione su favoritismi celati dietro l’approvazione del regolamento di monetizzazione delle aree eccedenti gli standard: “Si è invece normato uno strumento ormai largamente usato in tutta Italia, la “monetizzazione”, diretto a tutelare gli interessi in primo luogo dell’Amministrazione, poi quelli della collettività e infine anche di tutti quei privati che hanno promosso interventi urbanistici. Il regolamento approvato dal Consiglio comunale risolve una questione che riguarda tutto il territorio cittadino, cioè le aree cedute all’Amministrazione in base ai Piani di Lottizzazione e che oggi risultano non utilizzate e nemmeno oggetto di manutenzione. In altre parole, il Comune non ha proceduto negli anni, anche per difficoltà economiche, a realizzare i previsti servizi su queste aree, molte delle quali versano in uno stato di degrado. Con lo strumento della “monetizzazione”, ma solo per la parte eccedente gli standard inderogabili, il Comune recupera importanti risorse che poi deve destinare ad opere essenziali… Il capogruppo della residuale lista civica tocca poi il fondo quando critica l’impegno del Comune per il Programma di recupero delle Aree Degradate a sud della città, finanziamenti a cui l’Amministrazione ha potuto accedere solo grazie al partenariato con un soggetto privato che intende realizzare importanti strutture sanitarie, assistenziali e sportive nell’area degradata di Corvo-Aranceto. Si tratta di 15 progetti esecutivi che potrebbero cambiare il volto di Corvo-Pistoia-Aranceto, con un finanziamento di 30 milioni di euro, di cui 17 di parte privata. Sappiamo tutti che il Governo ha congelato queste somme e semmai ci saremmo aspettati un impegno collettivo, di tutti i partiti catanzaresi, per sbloccare il programma. Parte integrante di questo programma è un grande centro polivalente sportivo e socio-sanitario nel quartiere Corvo, che verrà realizzato con il contributo sostanziale dei privati. Ma tutto questo evidentemente non interessa all’isolato capogruppo della lista civica che sta progressivamente evaporando”.


LE CONIDERAZIONI FINALI (FORSE) DI COSTANZO – A conclusione dell’ultimo Consiglio comunale è arrivata la risposta di Sergio Costanzo alla replica di Cardamone che “può essere l’inizio di una guerra senza esclusione di colpi, fatta di sgambetti, di superamento di ogni logica di buona educazione, dal recupero di stracci sporchi dalla spazzatura che esiste nell’amministrazione cittadina da usare come arma di difesa ed in particolare di spostare l’attenzione del discorso su valutazioni di tipo personale che sono sempre gratuite e che danno il senso compiuto della mancanza di argomentazioni valide. Una specie di cortina fumogena fatta di improperi che mortifica ogni forma di confronto e che, svilisce la politica ad una sagra “poco” paesana, dietro la quale restano inalterati i dubbi, le procedure, il metodo e gli uomini. La mia risposta non sarà così”.
“La mia risposta – continua Costanzo – è quella di chi svolge il proprio ruolo di consigliere comunale esprimendo la capacità di domandarsi e di domandare se alcuni atti prodotti abbiano un valore utile per la comunità catanzarese, oppure se questi atti si fermano su un’utilità non diffusa, ma non tanto “inverosimilmente” particolare. Questo a mio giudizio non significa vivacchiare né a spese del Partito Democratico, né a spese del movimento “Fare per Catanzaro”, che esiste e resiste, che non necessariamente si deve assimilare e confondere con le altre forze di opposizione democratica all’interno del Consiglio Comunale. Sul fatto dell’esistenza e della piena vita politica mia personale e del movimento che rappresento, mi sono testimonianza i dati elettorali da sempre raggiunti, non ultimi quelli conseguiti nell’ultima tornata elettorale regionale. Ben altra cosa sono i miei dubbi espressi sulla pratica di monetizzazione che da oggi è diventata formula riconosciuta anche dal Comune di Catanzaro, per la quale prendo atto che non si sia trattato di una prebenda a margine delle ultime elezioni, ma i miei dubbi restano intatti, nonostante il voto “quasi” unanime di 24 consiglieri, senza considerare a valore quello degli altri consiglieri che hanno abbandonato l’aula prima del voto…di certo non tutti appartenenti all’opposizione. Se, anche questa è una falsità, allora restiamo nel campo minato delle falsità”.
Tuttavia  – prosegue Costanzo, aggiungendo qui un fatto nuovo – solo per sgombrare il campo dalle presunte falsità e per restituire la verità, quello che deve essere l’unico elemento utile al confronto, ho dato mandato ai miei legali di depositare presso la Procura di Catanzaro formale esposto per chiedere di verificare se quanto adottato dal Consiglio Comunale abbia un criterio di legalità, anche per evitare di inciampare in qualche altra falsità commessa o “non” volontariamente consumata, magari a vantaggio di pochi predestinati, sarà quindi l’Autorità Giudiziaria a ricomporre il quadro dei fatti. Quale dato politico indiscutibile per ammissione pubblica, c’è il fatto che questa pratica ha il sigillo di Forza Italia, come valore autentico di buona amministrazione, nel prenderne atto, voglio soltanto immaginare per il bene della città, che non sia un’altra buona azione politica ed amministrativa che ancora ad oggi non ci ha consegnato un nuovo PSC, salvo la richiesta, così sembrerebbe, di un rimborso spese di circa 500 mila euro per spese sostenute nella redazione del nuovo piano regolatore, che indipendentemente dalla gratuità degli incarichi, resta non onorata con ritardo ulteriore nell’adozione di un atto fondamentale a disegnare lo sviluppo della città di Catanzaro. Sempre parlando di buone pratiche amministrative e politiche sponsorizzate da Forza Italia, quello che dovrebbe disegnare il futuro di Corvo-Aranceto, resta nei fatti ormai da vent’anni nel libro dei sogni di questa città, dove interferenze ed i possibili conflitti d’interesse restano intatti, agitandosi fuori e dentro l’amministrazione attiva del comune capoluogo, tanto che magari interessano anche l’attività di qualche riconosciuto professionista, nella sua funzione di dirigente. Ciò detto io magari continuerò lucidamente a galleggiare in questo mare in tempesta, evitando possibili onde anomale o tsunami che possono mettere in serio pericolo la navigazione di questa amministrazione municipale, la cui buona azione amministrativa e politica potrebbe rivelarsi come l’ultimo grido di soccorso di qualche scialuppa ormai alla deriva”.

 

 

 

 

 

 

 

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