Elezioni regionali: inizia la campagna d’inverno

Nulla ancora è deciso, né data né alleanze né candidati. Trattative in alto mare a destra e a sinistra: molti i nomi, ma c’è sempre da considerare l’elemento sorpresa

“In queste ore c’è già chi cerca il voto”. Se già lo aveva detto uno scandalizzato Marcello Anastasi capogruppo di “Io Resto in Calabria” nell’immediatezza del lutto che ha investito la politica calabrese, figuriamoci quale montagna di richieste si è andata accumulando oggi che è terminato questo funesto ottobre 2020, quando di certo e solo la data di convocazione del Consiglio regionale di congedo della XI legislatura, il 10 novembre, così stabilita da Mimmo Tallini dopo avere ascoltato i capigruppo riuniti in conferenza.

Niente altro è stabilito: quando si voterà per il nuovo (o la nuova) presidente, né chi troveremo ai nastri di partenza nel ruolo di candidato alla presidenza, nemmeno quanti saranno i candidati: se due, tre o più, e in rappresentanza di quali partiti e di quali coalizioni. Anche le norme non aiutano. Se è pacifico che “le elezioni sono indette con decreto del Presidente della Giunta regionale, sentito il Presidente del Consiglio regionale e d’intesa con il Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro (Art. 1-bis legge regionale 7 febbraio 2005 e successive modifiche e integrazioni)”, è pur vero che le operazioni di voto si devono svolgere entro sessanta giorni dal decreto di indizione, nel caso specifico firmato dal presidente facente funzioni il vicepresidente Nino Spirlì).

L’ordinanza del Tar di Catanzaro emessa nel settembre 2014 ha in ogni modo stabilito che le elezioni per il rinnovo devono tenersi entro novanta giorni dalla data dell’evento che ha portato alla decadenza del Consiglio. Per questo la data oggi ritenuta probabile è domenica 17 gennaio 2021, prima domenica utile a far data dal 15 ottobre, giorno della scomparsa di Jole Santelli. Ma su questa data incombe la possibilità di uno slittamento per esigenze di contenimento della epidemia, come è del resto accaduto per il recente rinnovo in Veneto, Liguria, Marche, Toscana, Campania e Puglia. In questo caso le regionali di Calabria potrebbero coincidere con il voto delle amministrative a Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna, da tenersi tra maggio e giugno 2021.

Basta già questa girandola di date a far girare un po’ la testa e a confondere le idee. A parole tutti i partiti vogliono votare subito, appena possibile. Lo ha assicurato Mimmo Tallini in qualità di presidente del Consiglio uscente chiedendo l’appoggio di tutta la coalizione oltre che di Forza Italia, che tra l’altro è rimasta senza coordinatore regionale, carica nelle competenze della presidente deceduta. Nessuno si è tirato indietro, compresa la Lega che ha zittito, sdegnata, le voci che la vorrebbero viceversa interessata a prolungare quanto più possibile la permanenza in posizione di comando del suo Spirlì.

Quando però si passa dalle enunciazioni di massima sul terreno della prassi, dei candidati, delle liste, delle alleanze questo terreno è brullo, quasi desertico, qui e là bucato da qualche arbusto in forma di candidato. Sotto la superficie, le radici certo infoltiscono i contatti, gli approcci, le disponibilità. Al momento si può solo ribaltare ciò che appare alla luce del sole: dalle parti della giunta si nota un attivismo comunicativo dell’assessore forzista Gianluca Gallo – un giorno sì e l’altro pure disincaglia miracolosamente fondi e lo annuncia – e del facente funzioni, il leghista Nino Spirlì, che, a parte il valore intrinseco delle ordinanze, sembra ammantare di un certo divertissement il ruolo che gli è piovuto addosso.

Se dovessero ancora risultare validi gli accordi faticosamente raggiunti lo scorso anno nei famigerati tavoli romani del centro destra – ma non è detto che lo siano, perché le amministrative soprattutto quelle romane possono portare a ulteriori scambi di bandierine – il candidato del centro destra dovrebbe essere ricercato ancora nell’ambito di Forza Italia. Un ambito ristretto – ed ecco allora spuntare i nomi di Roberto Occhiuto vice capogruppo alla Camera, e di Maria Limardo, sindaco di Vibo Valentia – e un ambito per così dire allargato – e riecco Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro che potrebbe contare (scontare) sulle mai smentite simpatie salvininane – e Baldo Esposito, eletto nella Casa della Libertà, filiazione diretta anche se non riconosciuta di Forza Italia. In tutto questo rimane l’incognita Fratelli d’ Italia: la Calabria è terreno fertile per Wanda Ferro e Fausto Orsomarso: difficile che si accontentino di un ruolo complementare, come è stato finora.

Anche a sinistra si invocano le urne subito. Ma qui siamo ancora in altissimo mare. Il Partito democratico non si è ancora ripreso dal colpo basso che gli ha inferto Pippo Callipo, tanto che ha ancora deciso di procrastinare a livello regionale il tanto invocato congresso, il che si traduce nel rinnovare incautamente le responsabilità delle trattative ancora all’incertissimo commissario Stefano Graziano. Trattative non si sa se più perigliose all’esterno, con gli eventuali e riottosi alleati Cinquestelle, o all’interno, tra i vari gruppi molto irriconoscibili all’esterno se non per essere nominalmente zingarettiani, franceschiniani, orlandiani, gueriniani, orfiniani, e, per ultimo, bettiniani.

Mentre da un paio di settimane ha ricominciato a farsi vedere e sentire Mario Oliverio. Anche qui, puntare su un candidato presidente è come giocare d’azzardo.

Si può notare un discreto attivismo di Carlo Guccione, della serie se non ora quando. Oppure pensare ad Antonio Viscomi, già vice di Oliverio e adesso autorevole deputato nazionale. Ma tutto è subordinato ancora all’eventuale accordo con i Cinquestelle regionali che, a questo punto della loro parabola politica ed elettorale, forse potrebbero addivenire a più miti consigli e non alzare le consuete barriere pre-ideologiche. É lecito attendersi, ancora una volta, il richiamo accorato alla società che nelle liturgie comuni a Pd e Cinquestelle equivale ad estrarre all’ultimo momento dal cilindro un coniglio ammantato di civismo. Ma questa volta il cilindro potrebbe rivelarsi sfondato e a prova di prestigiatore: se mai il coniglio esista, è facile che sia già scappato.