La Cittadella da oggi è “Palazzo Jole Santelli” fotogallery

La cerimonia dell’intitolazione alla presenza dei famigliari. Spirlì preannuncia novità sulla data elettorale. Polemica sulla contrarietà delle associazioni catanzaresi: “Solo gramigna”

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Da stamattina la Cittadella regionale di Catanzaro è intitolata a Jole Santelli, suo presidente nell’annus terribiis 2020. La cerimonia di intitolazione, culminata nella svelatura del marmo all’ingresso del Palazzo, è stata officiata nei termini laici dal facente funzione Spirlì e nei dettami religiosi dall’arcivescovo Bertolone, in due distinti e successivi momenti. Nella Sala Verde, la stessa in cui Santelli prediligeva presentare programmi, produzioni e ospiti, accanto la giunta al completo e difronte i famigliari della presidente, Spirlì ha tessuto il doveroso elogio commemorativo nel giorno, il 28 dicembre, in cui lei in vita festeggiava il compleanno. Spirlì ha parlato a braccio, non lasciandosi sopraffare dall’emozione se non per qualche attimo subito dominato, equiparando l’intitolazione a un “regalo della Calabria a un politico che, quanto e più di tutti gli altri, ha segnato un passaggio nuovo nel linguaggio, nell’approccio, nel disegno e nei risultati politici. Lei ha sfondato dall’interno le porte di questo palazzo, e ha aperto le porte a tutti i calabresi”. “Jole – ha proseguito il suo vice – è stato ed è un grande politico, perché le sue intuizioni non sono figlie delle conoscenze del passato, non sono rivolte sono al presente: la sua visione avveniristica era veramente geniale. Non c’è territorio che non l’abbia sentita ‘madre’, con quella sua capacità di essere dolce e nello stesso tempo forte. Quando Jole si è allontanata da noi, non abbiamo avuto il minimo dubbio sul fatto che questa nuova Cittadella dovesse rimanere per sempre la casa di Jole. Così è stato scritto dai calabresi, da tutti i calabresi”.
Dopo la prolusione di Spirlì, si è svolta la cerimonia di scopertura della targa in marmo all’ingresso principale del palazzo regionale. Monsignor Bertolone ha rievocato le figure di Peppone e don Camillo nell’augurare che, nel segno di Santelli, la politica si adoperi al bene comune quando le emergenze impongono di tralasciare le divisioni di parte. In proposito, da rilevare come abbiano presenziato alla cerimonia molti consiglieri regionali del centrodestra, tra cui l’ex presidente Tallini, pochi del centrosinistra, Marcello Anastasi e Flora Sculco, della quale si dà per avvenuto il passaggio di schieramento. Era presente il sindaco di Reggio Calabria Falcomatà, così come il sindaco di Catanzaro Abramo.

jole santelli

Il tono e il contenuto del discorso di Spirlì sono stati ovviamente commisurati all’occasione, non propriamente adatti a una rassegna serena e obiettiva della breve, troppo breve, esperienza di governo regionale di Santelli, affrontata con coraggio ed estrema dedizione in un transito di vita segnata a livello generale dalla pandemia e nella dimensione personale dalla malattia. Ci sarà tempo e modo per una critica ragionata. Oggi il ricordo impone misura e rispetto.
C’è stata, come è usuale, la coda delle interviste e delle dichiarazioni. Notevole quanto ha detto Spirlì sulla data delle elezioni: “A breve avrete delle novità in proposito”, ha dichiarato ai microfoni, il che lascia presupporre che lo spiraglio di un rinvio della domenica elettorale si va facendo sempre più pervio. Non si vede quali altre possano essere le novità, se non l’accoglimento della richiesta che viene in modo esplicito dalla sinistra ma che non sarebbe per nulla estranea ai reali voleri di gran parte della destra regionale e nazionale.
Sulla situazione del Sant’Anna Hospital, Spirlì ha ricordato come abbia parlato con tutti gli interlocutori direttamente interessati, assicurando che si sta approntando quanto possibile perché non venga menomata l’eccellenza della struttura nella cardiochirurgia né dispersa la grande professionalità degli operatori.
Sulle rimostranze di diverse associazioni catanzaresi sull’intitolazione della Cittadella come “Palazzo Santelli”, Spirlì è stato tranciante e duro, definendo le proteste come “gramigna” inevitabile nel campo del buon seminato lasciato da Santelli. Nel clima di dominante rispetto e di assopimento di ogni riferimento polemico e di parte, forse maggiore moderazione da parte del facente funzione sarebbe stata opportuna..

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