Comune Catanzaro, Cardamone-Merante: un patto in controtendenza

Superate le reciproche abiure, il coordinatore di Forza Italia e il segretario dell’Udc puntellano il centrodestra cittadino quando a Roma Cesa consente il Conte-ter. Mentre il bilancio dell’operazione Brutto si chiude in passivo per il sindaco Abramo

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Con un tempismo che sa di scatto olimpionico, Ivan Cardamone e Giovanni Merante fanno sapere alla cittadinanza tutta e in particolare a quella attenta alle appartenenze e alle movenze politiche di avere stretto “a livello comunale un patto di consultazione, ferme restando le rispettive collocazioni e le singole autonomie, in un rapporto di leale collaborazione che potrà essere di grande aiuto in una fase che vede la proliferazione, anche in Consiglio Comunale, di formazioni civiche e di posizioni non sempre chiare anche tra i banchi dell’opposizione”. Ivan Cardamone è coordinatore cittadino di Forza Italia, in verità in regime di prorogatio tacita dopo il venire meno delle cariche deciso a suo tempo da Jole Santelli e non ancora ufficialmente ristabilite, sostituite da un coordinamento regionale comprensivo dei maggiorenti a livello provinciale e dai tre sindaci di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia. Giovanni Merante è da un paio di mesi segretario provinciale dell’Udc, nominato dal segretario regionale Franco Talarico, dopo avere trascorso un periodo di decantazione nel gruppo Misto del Consiglio comunale di Catanzaro insieme al collega Antonio Triffiletti: insieme ad aprile 2019 avevano abbandonato Forza Italia in dissenso con il gruppo di elezione per i dissensi venuti alla luce in occasione dell’elezione del presidente della Provincia. Allora Cardamone espresse parole quasi di commiserazione nei confronti di Merante e Triffileti: “Vanno in purgatorio”; altrettanto taglienti le parole di Merante verso Cardamone, reo addirittura di avere usurpato a un collega più remunerato in termini di voti la carica di vice sindaco allora in capo al coordinatore azzurro.

Oggi, gennaio 2021, i due siglano un patto di amicizia e collaborazione. Lo fanno “dopo un approfondito e cordiale incontro” nella convinzione che “la via della politica è la strada maestra per dare un senso all’ultima fase della legislatura comunale che rischia di essere inconcludente senza scelte positive orientate a risolvere i problemi della città”. Solo gli stupidi non cambiano idea, e, ovviamente, Cardamone e Merante non appartengono alla categoria. Anzi, parecchio se ne distanziano misurando il radicale cambio di opinione, evidentemente suggerito da considerazioni ben più ponderate rispetto alle uscite precedenti, dettate forse dalla concitazione del momento. D’altra parte in Consiglio comunale, come ricordano Cardamone e Merante, si sta vivendo un passaggio topico: la maggioranza regge nei fatti nonostante i formidabili scossoni che provengono non tanto dalle esangui bordate dell’opposizione quanto dal continuo e stridente scivolamento delle faglie interne. Si parva licet, è come assistere al remake de “Gli ultimi giorni di Pompei”, con la corrosione interna che non destabilizza l’apparente normalità quotidiana in attesa di un cataclisma esterno di cui molti si dicono convinti, quasi rassegnati, aruspici.

Niente di strano, quindi nel registrare il rinnovato patto di intesa tra due “portatori di cultura moderata e riformista”. Si deve peraltro rilevare come il patto a livello cittadino vada esattamente in direzione contraria a quanto succede a Roma dove tutto sembra procedere verso il risucchio dei tre senatori dell’Udc nel calderone “costruttivo” del Conte ter, con tanto di accordo in corso tra Lorenzo Cesa e l’avvocato premier. A Roma l’Udc puntella l’alleanza di centrosinistra, a Catanzaro quella di centrodestra. Se mai è corretto disegnare questo parallelo tra centro e periferia, in una narrazione nella quale sembra vigere il principio primordiale del “primum vivere” senza fare troppo gli schizzinosi e i coerenti ad oltranza. Non è proprio tempo. Piuttosto, tirando le somme di quanto è avvenuto nel passaggio d’anno, pur nella relatività di quanto detto prima, il bilancio dell’”operazione Brutto” è di segno negativo per la parte che in Consiglio si richiama direttamente a Sergio Abramo “in una fase – per dirla con Merante e Cardamone – che vede la proliferazione, anche in Consiglio Comunale, di formazioni civiche e di posizioni non sempre chiare anche tra i banchi dell’opposizione”. Brutto ha lasciato il suo posto da unico consigliere Udc e al suo posto è entrato nel Misto il rinnovato Jonny Corsi che, non essendo in vena di campagne promozionali, ha anticipato che “non farà sconti” al sindaco Abramo. Ora, i due sopravvenienti neo consiglieri dell’Udc, Merante e Triffiletti, stipulano un accordo con il gruppo di Forza Italia tanto per tenere viva e calda la bagarre nelle posizioni di classifica tra i diversi team che si contendono la supremazia numerica del centro destra in Consiglio: Forza Italia che segna due punti a suo vantaggio, Catanzaro con Abramo côté Abramo, Catanzaro con Abramo côté Mancuso Filippo. Una gara, come ben si comprende, appassionante. Se non avvincente.

 

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